LECCE (di Luca Manna) – Saverio Sticchi Damiani, Robertino Rizzo, Salvatore Caturano: il Lecce riparte e lo fa ripartendo da questi 3 personaggi. Non è stato facile per nessuno smaltire la delusione che il 4 giugno ci ha lasciato addosso una partita dominata e persa nella maniera più beffarda e cattiva che il calcio possa riservare. Ma si sa, il tempo è tiranno e ci si è dovuti lasciare alle spalle questa ennesima parentesi negativa, consapevoli che se si vuole riprovare a conquistare la Serie B bisogna rimboccarsi le maniche e provare a costruire qualcosa di eccezionale che si concluda con il trionfo sul campo, possibilmente evitando di arrivare all’ennesima lotteria dei play-off che stanno oramai diventando storicamente un ostacolo insormontabile per i nostri amati colori.
E allora, ricominciamo; ricominciamo noi tifosi cercando di ritrovare lo stesso identico entusiasmo che ci ha accompagnati alle partite con Sambenedettese ed Alessandria e ricomincia l’U.S. Lecce in tutte le sue componenti, partendo però quest’anno da una base tecnica solida, frutto di una lungimirante progettualità attuata la scorsa estate e che, si spera, possa darci un piccolo vantaggio nei confronti delle rivali sul campo. Si ricomincia da tre figure, importanti, fondamentali, una in ambito societario, una nello staff tecnico ed una chiamata a scrivere sul campo pagine importanti e si spera gloriose per la società giallorossa.
Saverio Sticchi Damiani è il simbolo di questo Lecce “nuovo”, nel quale non vi è un uomo solo al comando, ma un gruppo di “pazzi” che ha deciso di mettere a frutto il proprio amore e di sacrificare parte dei propri patrimoni per salvare il Lecce e cercare di riportarlo in categorie più nobili e consone al blasone che abbiamo. Lui ne è la guida, l’aggregatore, il leader “pubblico” in un gruppo di altre persone, ognuno a sua volta leader a proprio modo. Sono stati fatti degli errori, si sono persi due campionati in maniera e con motivazioni assolutamente diverse, ma intatta è rimasta la voglia di riuscire ad ottenere quello che è sogno comune, così come indelebile è la volontà di rendere l’assetto societario sempre più forte e solido. Ed è per questo che questa sarà l’ennesima estate in cui assisteremo ad aumenti di capitale o ricapitalizzazioni e azzeramento dei debiti per affrontare nuovamente un campionato che risulta essere difficilissimo da vincere e dispendioso come forse nessun altro a livello professionistico in proporzione. Sticchi Damiani è il regista, forse anche il motivatore nei confronti di chi forse qualche volta ha pensato di mollare e soprattutto nei confronti di chi, invece, sta man mano decidendo di entrare a far parte di questa famiglia, con la speranza che prima o poi si trovi anche quel socio che pare un po’ tutto il gruppo auspichi di trovare per rendere il sodalizio ancora più forte.
Robertino Rizzo è quella che molti tifosi hanno etichettato come “la scelta giusta”. Allenatore che vanta esperienza e competenza da vendere, magari poche volte scelto come “primo” attore protagonista delle panchine, ma sicuramente elemento in grado di fare la differenza a livello tattico e motivazionale. Dalla sua ha la conoscenza di un gruppo che subirà pochi scossoni, ma mirati e, soprattutto, la sua salentinità mai esasperata ma figlia di un sentimento vero che lo ha legato per tantissimi anni di vita alla maglia giallorossa.
Ritroverà Primo Maragliulo, suo fidato compagno di “miracoli” in Abruzzo, ma soprattutto ritroverà un gruppo di calciatori che sembrano averne realmente apprezzato approccio sul campo e fuori. È innegabile, e chi sostiene il contrario lo fa in malafede, che il Lecce visto nelle 4 gare giocate nei play-off era squadra in grado di esprimere calcio bello, offensivo al punto giusto (nonostante la carenza di goal) e solido difensivamente; tutto ciò nonostante soli 45 giorni di lavoro e l’eredità di una squadra oramai schiava di un modulo e di un credo tattico figlio dell’ integralismo del precedente allenatore. Rizzo può essere l’uomo giusto: una speranza figlia non solo dell’essere tifosi, ma di una storia umana e professionale che dubbi ne lascia pochi; poi il campo e le sue variabili faranno la differenza, ma questa è la bellezza del calcio.
Sasà Caturano è il nostro bomber, l’uomo chiamato a far male alle difese avversarie con più cattiveria di tutti, colui chiamato a vivere di solo pane e goal da agosto a maggio. L’attaccante napoletano ha ormai tatuata addosso la maglia giallorossa e anche quest’anno sembra aver scelto (ed il Lecce scelto lui con un notevole sforzo economico che lo renderà giallorosso al 100%) di sposare ancora una volta la causa “salentina” per provare finalmente ad esultare e cambiare il finale di questa storia d’amore così forte.
È stata una stagione a due facce quella di Sasà: una prima parte di campionato in cui segnava con la regolarità di un cecchino infallibile ed una seconda invece dove ha perso il feeling con il goal in maniera inesorabile, ma le cui cause possono essere molteplici. Il Lecce post-Francavilla, per esempio, è diventato squadra “depressa” sotto tutti i punti di vista e, se ci aggiungiamo un infortunio forse sottovalutato e qualche panchina di troppo, ecco che spiegazioni al digiuno di goal ne troviamo un bel po’. Sasà, però, è attaccante di categoria, anzi forse è pure pronto anche al salto in Serie B; sappiamo tutti che se viene messo in condizione può assolutamente essere inserito nella lista che molti etichettano come “lusso” per la Lega Pro o Serie C, chiamatela come volete. Tecnicamente molto bravo, forte fisicamente e con grande voglia di sacrificarsi per i suoi compagni, Caturano è il terminale offensivo che farebbe comodo ad ogni allenatore e sono sicuro che può essere il trascinatore in grado di realizzare quelle 20 reti che ogni squadra che mira a vincere un campionato si aspetta dalla sua punta di diamante. Sarà necessario trovare sin da subito qualcuno che consenta a Sasà di tirare il fiato ogni tanto, senza commettere l’errore dell’inizio dello scorso campionato, ma sarà anche fondamentale che gli si faccia sentire tutta la nostra fiducia, oltre a quella (scontata) dello staff tecnico e societario. Salvatore Caturano pare l’uomo giusto, quel bomber capace di infiammare le nostre domeniche e farci sognare.
Insomma, il Lecce riparte da 3 ma in realtà riparte da molto di più, da un gruppo societario forte e appassionato, da un staff tecnico di assoluto spessore e da un gruppo di giocatori forti, determinati e legati a questa piazza così bella ed ambigua nella sua passionalità e se il tempo passato è ancora poco e ci sembra tutto nero, all’orizzonte il cielo si tinge sempre più di giallorosso…
se è il caturano del girone di ritorno ci serve??????