Saluti finali Lecce-CosenzaLECCE (di Gavino Coradduzza) – Poca trippa al “Via del Mare“; poca per i lupi famelici che giocavano (Lecce) nella loro tana, poca per quelli Silani (Cosenza) che però, giocando in trasferta, hanno conquistato un succulento boccone… Il pubblico accorre anche abbastanza numeroso nella serata uggiosa e fresca che sconsiglierebbe l’umidità dello stadio a vantaggio della snocciolatura di castagne calde davanti al Pc, perchè Lecce-Cosenza è incontro di cartello e perchè, dopo tre partite senza vittoria, i tifosi giallorossi sperano si ponga fine a questa piccola serie quasi negativa. Ed invece le partite infruttuose (per un ritmo da promozione) diventano quattro. Non è crisi, questo è fuor di dubbio, ma il tanto invocato rullo compressore non si è ancora visto, o si è inceppato. Ad altri il compito di formulare diagnosi… E se qualcuno a fine gara ha sussurrato: “Ci è andata anche bene“, non va molto lontano dal vero per via di quello strano episodio del 45° del primo tempo, (il Cosenza era già in vantaggio), quando il fischio di chiusura di un arbitro abbastanza mediocre e discutibile, arrivava mentre la traiettoria del pallone era già in viaggio verso il “sette” della porta di Gomis adagiandosi in fondo al sacco…

L’avvio dei giallorossi è buono; la squadra si muove in scioltezza, il “piglio” sembra subito quello giusto, l’intensità c’è dal primo minuto e si spera in una grande partita di Lepore e compagni. Ma anche la contrapposizione organizzata dai calabresi è carica di intensità e di ritmo. Tutto è dunque parecchio coreografico ed abbastanza godibile, ma manca il guizzo risolutore. Si pensi che nei primi venti minuti di gioco si registra una sola siringata di adrenalina, quando Gomis è costretto ad uscire precipitosamente dalla propria area per arginare l’unica insidiosa proiezione veramente offensiva dei rossoblù.
Il Cosenza non si limita alla ordinaria amministrazione del gioco; non si adagia scolasticamente sullo svolgimento del compitino da squadra in trasferta sul campo di una candidatissima alla promozione finale; no! Coglie le occasioni buone per pungere, specie quando queste (minuto 30) sono offerte su un vassoio d’argento: molta responsabilità ricade sul centrocampo dove Mancosu continua a fare per sè e per gli altri e sull’intero pacchetto difensivo che offre spazio e libertà al portatore di palla che crossa da destra sulla testa di un Mungo liberissimo che, ancora di testa, scodella sul terzo cosentino libero, Statella, liberissimo di svirgolare la palla verso l’angolo lontano…
esultanza mancosu cosenzaIl Lecce che deve vincere perde saltuariamente equilibrio e distanze si allunga pericolosamente ed è proprio questo il frangente che ha consentito ai calabresi di passare in vantaggio. Si deve registrare, in aggiunta, che tutte le conclusioni del Lecce verso la porta avversaria partono esclusivamente dalla media distanza e per iniziativa dei soli Lepore e Mancosu; Torromino è evanescente, gira spesso a vuoto senza incidere minimamente, Doumbia va spesso a briglia sciolta, come al solito vorrebbe spaccare tutto, ma il classico ragno rimane nel buco… Mancosu, sì Mancosu, ancora una volta lui, riesce a tirar fuori le castagne dal fuoco quando al 20° riceve da sinistra un appoggio di Doumbia, addomestica la palla e la spedisce all’incrocio dei pali: bellissima esecuzione, gol di qualità, pareggio meritato.
Da lì in avanti il Cosenza dà l’impressione di volersi accontentare del punticino in trasferta senza tuttavia disdegnare di tenere talvolta in allarme gli avversari. Il Lecce non può, al contrario, accontentarsi di un mezzo risultato; insegue il risultato pieno spremendo le residue energie. L’uno a uno finale sembra ai più  risultato giusto, ma hanno diritto di asilo anche pareri di diverso segno, sia in un verso che nell’altro. Non è vera crisi, ci mancherebbe altro, ma non si può certo negare un leggero avvitamento intorno ad una “crisetta” (di risultati e, talvolta, anche di gioco) latente. Questo pareggio sarebbe, ed in effetti lo è, la quarta consecutiva partita senza il sorriso di una vittoria; niente di irrecuperabile, naturalmente, ma tre punti in quattro partite non rappresentano per niente andamento da promozione… Domenica prossima questa squadra potrebbe (volesse il cielo!) smentirci e sbugiardarci, ne saremmo ben lieti. Chissà però cosa ne pensano a Castellamare di Stabia…
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