Miccoli, Tesoros, magliaLECCE – Ad un mese dal rinvio a giudizio coatto (LEGGI QUI), la Procura della Repubblica di Palermo ha chiesto che venga processato l’ex calciatore Fabrizio Miccoli. L’accusa di cui deve rispondere il “Romario del Salento” è quella di estorsione, aggravata da metodi mafiosi. Secondo il pubblico ministero Maurizio Bonaccorso, che ha preso atto dell’imputazione coatta disposta dal gip Fernando Sestito, Miccoli avrebbe messo in movimento il meccanismo di richiesta estorsiva nei confronti dell’imprenditore Andrea Graffagnini. L’ex calciatore di Juventus, Perugia, Fiorentina, Benfica, Lecce e Palermo avrebbe infatti sollecitato Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa Antonino Lauricella, ad utilizzare metodi diretti per chiedere la restituzione della somma di 12mila euro prestata al Graffagnini da un ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini. L’ipotesi era già stata vagliata in un processo tenuto contro Lauricella e Gioacchino Alioto, quest’ultimo assolto, mentre il giovane figlio del capomafia è stato condannato ad un anno, ma l’accusa è stata derubricata in violenza privata aggravata. In ogni caso, di fronte alla decisione del gip Sestito, il pm Bonaccorso non ha avuto altra scelta che proporre il processo per Miccoli. L’indagine era stata aperta durante le ricerche di Antonino Lauricella, che nel 2010 era latitante: la Dia, intercettando le telefonate di Mauro Lauricella, si era imbattuta in Miccoli e aveva annotato la grande confidenza esistente tra l’allora capitano dei rosanero col figlio del boss mafioso.

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