Fabrzio Miccoli ottobre 2015LECCE – Torna, suo malgrado, agli onori delle cronache e per questioni che nulla hanno a che fare con lo sport il nome dell’ex capitano di Palermo e Lecce, Fabrizio Miccoli. La vicenda è sempre quella che vide l’ex calciatore al centro di indagini da parte della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo per via dell’amicizia con Marco Lauricella, figlio del boss del quartiere della Kalsa, Antonino Lauricella (LEGGI QUI). Per il “Romario del Salento” è scattata l’imputazione coatta, poiché Miccoli è accusato di estorsione aggravata da metodi mafiosi. A deciderlo è stato il Gup Fernando Sestito del Tribunale di Palermo, che ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura palermitana.

Miccoli è indagato nell’inchiesta su una serie di intimidazioni subite dal titolare di una discoteca per il recupero di un credito fra il 2010 e il 2011, ma ha sempre negato ogni addebito, sostenendo di non essere a conoscenza del legame di parentela tra Mauro, suo amico, e il boss Antonino Lauricella. Versione che non ha convinto il giudice Sestito, secondo il quale sia i rapporti, che il ruolo dell’ormai ex calciatore vanno approfonditi in maniera più chiara e quindi non si può procedere con l’archiviazione come stabilito nel febbraio del 2014.

Fu proprio nell’ambito delle indagini su questi episodi che vennero pubblicate le intercettazioni telefoniche tra Fabrizio Miccoli e Mauro Lauricella in cui si offendeva la memoria del giudice Giovanni Falcone. Una vicenda che suscitò non poco clamore e la gogna mediatica per l’ex numero 10 giallorosso che cercò di spiegare il contesto nel quale era avvenuta quella conversazione, scusandosi con i familiari del magistrato ucciso dalla mafia nella strage di Capaci nel 1992 e rischiando anche la scure della Giustizia Sportiva che lo voleva sanzionare (LEGGI QUI).

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