LECCE – Un fiume in piena voglioso di cominciare a calarsi in un’avventura che può essere l’occasione della vita. Pasquale Padalino si presenta alla stampa dopo la firma sul contratto biennale con il Lecce apposta nel pomeriggio di ieri e affronta tutti gli aspetti di un’esperienza che ha come obiettivo il tanto agognato salto in Serie B.
Programmazione– Gli onori di casa sono stati affidati al presidente onorario Saverio Sticchi Damiani: “Stiamo cercando di tenere fede ai programmi effettuati, la settimana scorsa dovevamo nominare il d.s. e in questa l’allenatore. Lo abbiamo fatto, memori del ritardo dello scorso anno che ci ha costretto a partire un mese dopo. Volevamo programmare tutto per tempo. Ci tenevamo ad esserci tutti al gran completo, manca Corrado Liguori ma è come se ci fosse. La scelta di Padalino è stata spinta dal direttore sportivo Meluso, che ha approfondito la situazione prima della proposta del nome che ci è stata fatta. Siamo contentissimi e convintissimi che sia una figura che può dare una grande mano al progetto-Lecce che cerchiamo di mettere in piedi. Con Padalino è stato sottoscritto un rapporto biennale con automatico allungamento in caso di Serie B raggiunta nel biennio. Questo però non sottintende che cercheremo il massimo sin da subito, il senso del rapporto biennale è partire da qualcosa di già costruito. Ringrazio Padalino per l’entusiasmo avuto già al momento della scelta. Un pensiero anche per Braglia, un grande uomo e un ottimo allenatore”. Il direttore sportivo Meluso presenta così poi il nuovo allenatore: “E’ una scelta di mia assoluta responsabilità, ho avuto la delega di scegliere in questo metodo che reputo giusto. Ognuno ha il suo ruolo con un perimetro dove operare. Questa scelta è figlia della programmazione, subito dopo cominceremo con il programma di rafforzamento”
Emozione e voglia– “Mi perdonerete anticipatamente una visibile emozione, non perché questa sia la mia prima conferenza o presentazione. Oggi devo presentarmi e ringraziare per la fiducia queste persone che conoscete meglio di me e che rappresentano la nostra società. Il d.s. è una componente importante come lo siamo tutti, chi ha speso una parola positiva per quello che ho fatto vedere sul campo e non per altre caratteristiche. Ringrazio anticipatamente tutti coloro che hanno avuto per me messaggi di stima anche non conoscendomi. Ci sono tutti i presupposti per iniziare un percorso che ci vede legati per due anni, sintomo di una programmazione che porta a un obiettivo da raggiungere nel breve-medio-lungo termine. La cosa fondamentale è che ci sia una partecipazione assidua, Lecce non nasce oggi come stampa e pubblico. Non voglio fare lezioni a nessuno, non l’ho mai fatto. Sono solo presupposti chiari per far nascere un rapporto che spero prosegua nel tempo. I risultati non potranno che far crescere il matrimonio. Il messaggio della società è chiaro. I tifosi devono essere fieri di questa società, capace di mantenere una salentinità che fino a un po’ di tempo prima non c’era. C’è un bel marchio e una programmazione seria dove c’è seguito”.
Passato leccese–“Lecce per me è stata una tappa fondamentale della mia crescita calcistica, non tanto per il percorso sportivo, non dei migliori, ma perché ho conosciuto una popolazione calda che non mi ha fatto sentire il distacco dalle mie origini. Prometto soltanto impegno e la nostra dedizione al lavoro, altro non posso mantenere. Abnegazione e dedizione a tutto ciò che è richiesto, garantisco questo. Occasione della vita? Assolutamente sì, è l’occasione che forse aspettavo e che in cuor mio nutrivo e alimentavo”.
Affetto– “Non c’è bisogno che io ripeta la posizione di vertice che il Lecce ha in questa categoria. Per me poi ancora di più, potrò ricambiare l’affetto e la stima che non ho potuto contraccambiare da calciatore. Da questo punto di vista è un motivo di rivalsa per il sottoscritto, nella speranza di dare fiducia attraverso i miei comportamenti. Questa piazza è importantissima, a maggior ragione per un allenatore come me che ancora ha un’esperienza ristretta. Non sono partito dal nulla, ho avuto alle spalle maestri di calcio e sono cresciuto gradualmente vivendo anche la D con il Foggia. Un po’ di gavetta l’ho fatta e so che la città si aspetta quanto meno un percorso importante”.
Incroci– Padalino poi parla della recente esperienza con il Matera, trasformato con il gioco da una squadra . A Lecce, l’ex difensore della Fiorentina vuole coniugare gioco e risultati: “I risultati arrivano col gioco. La mia idea di calcio cerca di coniugare la bellezza con la sostanza, ma a volte non disdegno qualche modifica anche perché il marchio di un allenatore è fatto dai risultati. Non sempre si riesce a coniugare tutto, ma il mio obiettivo sarà quello di passare attraverso il gioco”. Proprio il Matera di Padalino dette un duro colpo ai sogni promozione del Lecce di Braglia: “Non mi sento responsabile della mancata promozione, sarebbe irrispettoso nei confronti di chi ha fatto 19 risultati consecutivi e disputato i play-off. È stato il destino di tutte le grandi, affrontate sempre con lo stesso atteggiamento dalla squadra. Di fronte ai sentimenti non si guarda in faccia quando si sposa una causa. Nulla può cancellare la mia responsabilità di guida tecnica. I due anni hanno un significato importante, ma ci auspichiamo che tutto accada in maniera veloce, se riusciamo a dare un inizio felice sarebbe tutto oro colato. Non vediamo l’ora di ripartire”.
Pazienza– Sul capitolo-giocatori, Padalino glissa: “Ho firmato solo ieri pomeriggio, mi sarebbe piaciuto avere la certezza della firma un po’ prima. Il direttore mi ha chiamato domenica scorsa, non c’è stato ancora tempo materiale per prendere in esame i calciatori più o meno funzionali al progetto. Ci abbiamo provato ieri ma non c’è stata la forza per iniziare questo discorso, avviato oggi. Il direttore ha rinviato la sua partenza per cominciare a tracciare una strada per esaminare anzitutto le situazioni contrattuali. Oggi, sia io che il d.s. Meluso, dobbiamo avere la pazienza di non farci travolgere dall’entusiasmo. Bisogna essere bravi e lucidi anche nel valutare cose che non si possono fare. Sono state buttate delle impressioni personali, nulla più. Dobbiamo conoscerci. La rosa dell’anno scorso? Vorrei allenare tutti. Il Lecce era una corazzata per la Lega Pro, dire il contrario sarebbe un’assurdità. Ho delle preferenze, non solo relative ai giocatori del Matera, e ho delle certezze. Chi viene qua deve sapere che c’è un’altra ottica. Il calcio è sempre lo stesso ma con certe maglie diventa una responsabilità.”
Gioventù ed esperienza-“Pensare di fare una squadra completamente giovane ha bisogno di una struttura di un certo tipo, osservatori e grandi squadre che vogliano dare la priorità alla Lega Pro. Tanti calciatori preferiscono giocarsi la panchina in B e non mettersi alla prova in una categoria impegnativa come la Lega Pro, non sempre per scelte personali. Quando giocavo io c’era la famosa frase ‘farsi le ossa’ per capire le sofferenze che ci siano dietro un successo. Oggi la Lega Pro sembra denigrata, ma questo va cambiato nella cultura sportiva dei giovani. Fossi un procuratore, a Lecce un giocatore lo manderei, a maggior ragione per un giovane che inizia domani a giocare a calcio. Per questo serve una struttura che permetta l’inserimento graduale. Di Donnarumma non ce ne sono tantissimi, è l’aspetto caratteriale dell’impatto con il professionismo che forma il calciatore perché alla fine ciò che conta è fare un risultato o mettere in campo qualcosa. L’entusiasmo conta, come dall’altra parte pesa anche l’esperienza. Moscardelli? Per lui parla la storia. Vedremo la sua condizione contrattuale, che è in scadenza, e saranno esaminate le volontà delle parti. Ciò non significa nulla, sarà preso in considerazione Moscardelli come Lepore, l’unico che ha già rinnovato il contratto. Faremo una panoramica generale”.
Staff e campionato– L’ex Matera non scioglie i dubbi sullo staff, quasi definito: “E’ giusto ufficializzarlo nel momento in cui sarà ultimato. Il ritiro? Il team manager sta valutando le possibilità, è partito questa mattina per visionare. Cominceremo attorno al 7, massimo il 10 di luglio”. Padalino poi si toglie un sassolino dalla scarpa: “Per il sottoscritto il Lecce non è mai stato in concorrenza con il Foggia, volevo chiarire quest’aspetto. Ho letto alcune cose, ma non mi lascerò coinvolgere. Con il d.s. abbiamo giocato insieme, c’è un rapporto di stima. Mi ha chiamato ieri e per me è finita”. E sul campionato: “Non sono le risorse a comporre la griglia, le società se hanno un minimo di programmazione si danno un limite. Non credo che tutte abbiamo la possibilità di ambire. Il regolamento consente delle sorprese, è stato l’anno scorso per il Matera, non so che idea c’era dopo i play-off fatti per Auteri ma di certo non era annoverato con le grandi Benevento, Foggia, Lecce. Il fare un salto in più aumenta il coinvolgimento fino all’ultimo, ma alla fine le squadre in alto e in basso saranno sempre quelle. I play-off lunghi chiedono una diversa preparazione atletica? Un mese può fare la differenza ma può anche non farla. I giocatori dovranno essere allenati e mi faccio garante di quest’aspetto. Al di là delle qualità dei singoli, conta l’aspetto fisico, in Lega Pro, B e A. Saremo attenti e non poco. Se la mia idea contempla un regista? I tempi vanno dettati da più di un giocatore”.
Risorse– Padalino esamina poi il finale della scorsa stagione, snocciolando poi più aspetti del futuro: “Credo che ai tifosi del Lecce interessi poco il crollo del Matera. Non abbiamo gestito bene le risorse psicofisiche dopo una grande rincorsa e siamo stati battuti dal Melfi, in una partita dove la gente del posto aveva grosse motivazioni. Con Meluso, prima di ogni discorso di modulo, relativo perché il calcio si basa sui principi, vogliamo conoscere l’assetto dei giocatori sotto contratto. In base a quello, svilupperemo un’idea di gioco propositiva. Il settore giovanile? Devo occuparmi prima di tutto della prima squadra, in base a quanto mi dirà il responsabile del settore giovanile si potrebbe dare una linea per lavorare dal basso. Giocatori in cerca di riscatto? Una risorsa. Non ci possiamo soffermare su una voglia momentanea. È nella difficoltà che si dimostra la realtà, non mi voglio mai trovare a rinfacciare a un calciatore le sue parole. Gradirei un rapporto schietto, diretto, con persone che condividano la linea della società in egual maniera a quello che facciamo noi”.
Mentori– Sulle guide avute da calciatore e tecnico, Padalino chiosa: “Chi mi ha instradato su questa mia nuova esperienza, ormai intrapresa dal 2007 a Verona, è stato Giampiero Ventura, a cui faccio i complimenti per il nuovo incarico. Mi ha dato moltissimo, ma la bravura dell’allenatore non è quella di scimmiottare qualcuno. In questa veste è stato lui il mio artefice. Da calciatore poi ho preso molto da Zeman, molti aspetti ma non tutto, e Trapattoni, tutti allenatori importanti come Ranieri, Malesani e Fascetti, anche se appartiene ad un altro tipo di epoca. La massima attenzione avuta negli anni mi ha permesso di carpire qualcosa”.