leccezionale.itLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Stiamo per vivere giorni cruciali legati al nuovo assetto dell’organigramma dell’U.S. Lecce. Registrato l’addio al diesse Stefano Trinchera e con Piero Braglia che pare sempre più lontano dalla riconferma sulla panchina giallorossa, c’è l’ingresso nella compagine societaria della nuova azionista Manuela Ferrari che porterà non poche novità in seno allo staff dirigenziale e tecnico. Una piccola, grande rivoluzione che va letta mettendo insieme i vari pezzi di un puzzle che si andrà componendo solo col tempo. Ad oggi, la notizia ormai certa dell’arrivo dell’imprenditrice brianzola nella stanza dei bottoni pare poter rappresentare il punto di partenza per una ridistribuizione delle cariche societarie (sarà anche o solo lei la vicepresidente?) e la rideterminazione degli equilibri già costituiti nella “cordata dei leccesi“. Questo innesto, che ha già portato e continuerà a garantire l’immissione di nuova linfa nelle casse del Lecce, crea una suggestione legata all’ipotesi che il gruppo dirigente possa altresì essere ridisegnato.

Manuela Ferrari, in attesa della conferma ufficiale da parte dello stesso club salentino, deterrà circa il 30 per cento del pacchetto azionario giallorosso. Una quota di minoranza, appunto, ma pare singolare che un socio che non abbia pieni poteri e che non faccia parte della squadra iniziale di amici/tifosi che hanno rilevato la proprietà del Lecce dalla famiglia Tesoro possa arrivare in una realtà che per ovvie ragioni non può conoscere abbastanza, portando però in dote figure che potrebbero e dovrebbero pesare nelle scelte già fatte e su quelle future sia in termini di individuazione dell’eventuale nuovo allenatore, che del certo neo-direttore sportivo, per finire all’ingaggio di calciatori che vadano a colmare le (non poche) lacune che si stanno creando nella rosa della prima squadra.

Nuova dirigenza U.S. LecceSicché, s’insinua un interrogativo nella mente di chi scrive e che si riferisce a chi, perché no?, possa esserci dietro la Ferrari. Potrebbe infatti essere il preludio all’arrivo, magari solo in un secondo momento, di qualcuno che possa rilevare l’intero pacchetto di maggioranza dell’U.S. Lecce e acquisire il pieno controllo del club di Piazza Mazzini. Non sarebbe un delitto, sia chiaro, ma potrebbe significare il tramonto del progetto “il Lecce dei leccesi“.

Saverio sticchi damianiDopo la parentesi Tesoro, chissà che non si registri l’approdo di investitori attratti dal Salento per operazioni commerciali e che “sfruttino” la squadra di calcio per mettere radici in questo territorio. Del resto, già la scelta del main sponsor ha dimostrato che il Lecce può far gola a imprenditori che di certo non hanno Lecce come città natale sulla propria carta d’identità, ma che sono pronti a sedere su una poltrona dirigenziale (vedi Onorato) convinti dalla bontà di quanto si vuol creare. Il presidente onorario Saverio Sticchi Damiani, che tesse con sapienza i fili delle trattative più delicate, rappresenta tuttavia la garanzia per i tifosi giallorossi. È stato lui a creare quasi dal nulla la cordata di leccesi che ha salvato il calcio in questa città; sempre lui si è speso per chiudere il contratto con la Moby per portare denaro fresco in cassa; ancora lui ha incontrato e fatto innamorare Manuela Ferrari di quello che è fino a prova contraria il “progetto Lecce” col quale si vuole riportare il sodalizio salentino nel calcio che conta. Fiducia dunque nell’operato del professionista che cura le sorti del club con la passione del tifoso e l’esperienza frutto dei suoi anni al fianco della società.

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