Il Lecce sceso in campo a MessinaLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Il pressoché inutile pareggio colto da Papini e compagni a Messina sembra far parte di un film già visto ed il cui finale non rappresenta certo più una scoperta che possa tenere incollati alla poltrona aspettando il colpo di scena che tanto non arriverà. A far suonare il campanello d’allarme in casa-Lecce non è tanto il risultato registrato in riva allo Stretto, bensì la deriva che ha portato i giallorossi a perdere in sole tre settimane la possibilità di promozione diretta in Serie B per aver racimolato la miseria di 2 punti in 270′ di gioco.

Una preoccupante involuzione che ha portato la truppa salentina a scialacquare la cospicua dote rappresentata dal buon margine messo tra sè e le altre inseguitrici grazie ai 18 risultati utili consecutivi che si è sciolto al primo sole di primavera con la sconfitta interna col Matera, il susseguente pareggio con l’Akragas e l’1-1 odierno al “Franco Scoglio“. I segnali di cedimento si erano già avvertiti ed erano stati pure individuati; questo è un gruppo che ha tirato la carretta per oltre un girone, contando quasi esclusivamente sulle forze e sulle energie di solo un ridotto numero di fedelissimi del tecnico Piero Braglia.

DSC_4115A poco serve imbandire ora processi e lasciarsi prendere dallo sconforto. Andata a farsi benedire per responsabilità proprie (non certo ascrivibili a fattori esterni ed avversi…) la possibilità di entrare in Cadetteria dal portone principale, questo è semmai il momento di far quadrato a cercare di portare in porto l’approdo ai tanto vituperati play-off. Lo merita la storia di questa stagione, lo merita la società insieme a tutta la squadra e lo merita anche la maggior parte della tifoseria leccese.

Non si deve gettare alle ortiche quanto di buono questo gruppo ha saputo raccogliere e costruire, facendosi prendere dalla foga di voler a tutti i costi dimostrare di esser capaci di vincere il Girone C della Lega Pro. Serve fare un bel respiro profondo, guardarsi negli occhi e capire se e chi ha voglia e forza di rimboccarsi le maniche ed affrontare (nella migliore delle ipotesi) un altro mese di partite da giocarsi, si badi bene, sotto il caldo sole che batterà sui campi di gioco e si farà inevitabilmente sentire nelle gambe. Lungi dal volersi mettere nei panni del mister ma, ad oggi, il Lecce palesa un gioco asfittico, lento, prevedibile e monocorde, affidato a decine di innocui e mal dosati cross o lanci lunghi dalla difesa “alla disperata” verso il centro area dove Moscardelli (che di testa di certo non è un noto fromboliere) trova mille difficoltà nel riuscire a metterla dentro. Inoltre, l’aver abdicato alla presenza di un trequartista che metta fosforo al servizio dei compagni non appare più una via percorribile. In rosa ci sono elementi che rispondono ai nomi di Lo Sicco, Vècsei e Surraco in grado di fungere da play-maker; perché non giocarsi questa carta, anziché puntare su esperimenti fini a se stessi?

DSC_4269A ciascuno spetta il compito di recitare il proprio ruolo: alla società di continuare a stare vicina alla squadra, all’allenatore di analizzare con serenità il materiale tecnico a sua disposizione, ai calciatori di lavorare con scrupolo e impegno massimo ogni giorno della settimana ed alla stampa di tener desta l’attenzione generale e focalizzare il traguardo realisticamente raggiungibile. Solo così si potrebbe scrivere un lieto fine a questo campionato iniziato male e che assolutamente non deve finire peggio.

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