LECCE (di Italo Aromolo) – In casa bastano i calciatori, in trasferta servono gli uomini. Non è sufficiente la tecnica per emergere nei peggiori campi della Serie C ed è quello che sta dimostrando il Lecce, squadra solida, equilibrata e agonisticamente vera anche lontano dalle mura amiche. Con la vittoria di Cosenza la squadra di mister Braglia ha inanellato il sesto successo esterno del campionato, il terzo consecutivo dopo quelli di Ischia e Monopoli: ruolino tutt’altro che scontato e che negli anni passati ha portato, proprio su alcuni di questi stessi campi, a prestazioni imbarazzanti e cocenti delusioni.
Complessivamente sono 25 i punti conquistati dai salentini in trasferta, frutto di 6 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte. Nessuno ha fatto meglio in questo girone, solo il Benevento si ferma a 23, ma con una partita in meno, il Foggia arranca a 21, la Casertana a 19 e il Cosenza a 17. Il Lecce è anche la squadra che ha perso di meno, con due sole sconfitte al passivo: quella di Foggia, quando sulla panchina sedeva ancora mister Asta, e quella di Catanzaro, prima e finora unica sconfitta dell’era-Braglia. È anche con la giusta prudenza e non necessariamente la smania di successo che i giallorossi hanno costruito il prezioso bottino: sono sette i segni “X” esterni (anche questo è un record per il girone) e precisamente arrivati contro Martina Franca (1-1), Matera (0-0), Paganese (1-1), Lupa Castelli Romani (1-1), Andria (0-0), Casertana (1-1) e Catania (0-0).
Ricordiamo che il record di vittorie in trasferta nella storia del Lecce è 11, raggiunto nella stagione di Serie B 2007/’08 (allenatore Giuseppe Papadopulo) e quest’anno inarrivabile anche per il minor numero di partite a disposizione. Se invece dovesse essere mantenuto quello delle 2 sconfitte esterne, sarebbe il miglior risultato dal secondo dopoguerra ad oggi.