LECCE – Il calcio italiano piange la scomparsa di un altro personaggio che ha scritto pagine importanti nella storia dello sport nazionale per eccellenza. Dopo una lunga malattia si è infatti spento l’ex presidente di club quali il Bologna ed il Brescia, ma con un passato nel Milan del patron Farina e dell’Ospitaletto. Parliamo di Gino Corioni, sanguigno numero uno delle “Rondinelle“, l’ultima società di cui è stato a capo per ben 22 anni, ma che si era fatto valere come esperto di calcio e managerialità anche alla guida dei felsinei. Si devono a lui ingaggi fino ad allora impensabili di stelle nazionali e provenienti dall’estero che hanno legato il proprio nome indelebilmente alle vicende di club di provincia balzati così agli onori delle cronache per i risultati raggiunti.
Corioni è stato il dirigente che ha portato a Brescia gente del calibro di Pep Guardiola, Roberto Baggio, Luca Toni, Georghe Hagi e Marek Hamsik. Allenatori importanti come Zdenek Zeman, Carletto Mazzone e Gigi Maifredi che con lui hanno spiccato il volo verso ambiziosissime piazze (Lazio e Roma per il primo, la Juve per il terzo), o che hanno compiuto grandi imprese (come nel caso del “sor” Carletto). I problemi di salute che lo hanno interessato han fatto sì che dovesse giocoforza allontanarsi da un mondo a cui ha dato tanto e che non gli ha risparmiato aspre contestazioni da parte dei tifosi. A strapparlo all’affetto dei familiari ed al mondo del pallone è stato un male incurabile che lo ha portato via a 78 anni.
Sulla falsariga dei presidentissimi degli Anni Ottanta, come ad esempio Franco Jurlano a Lecce, Romeo Anconetani a Pisa e Costantino Rozzi ad Ascoli, ha camminato a schiena dritta, imperturbabile e refrattario ad ogni attacco, nonostante il suo carattere sanguigno lo abbia spesso portato a confronti che definire accesi è un eufemismo tanto con i tifosi delle squadre di cui era il massimo dirigente, quanto con i vertici della Lega Calcio.