LECCE (di Italo Aromolo) – Se non ha il sapore della rivoluzione il successo del Lecce contro la Juve Stabia, poco ci manca. Il 2-0 con cui i giallorossi hanno centrato la sesta vittoria casalinga di fila (di cui 5 senza subire gol) va oltre il ritorno alla normalità dopo le terribili trasferte di Rieti e Andria e annuncia in una prestazione convincente per tutti i novanta minuti i proclami al futuro di un Lecce da molti definito il più bello della stagione. Tattica nuova ed efficace, condizione atletica ritrovata e atteggiamento mentale da vera “big” sono stati i punti di forza dei salentini nella gara di domenica: analizziamoli sotto il profilo dei numeri.
I NUMERI – Mister Braglia cambia il terzo modulo in altrettante partite, ridisegnando la squadra con un 3-4-3 interpretato da Surraco e Doumbia ai lati e Moscardelli terminale offensivo: è quasi un esperimento (si era giocato così solo contro Matera e Cosenza) ma la formula è quella vincente e lo si capisce nei primi dieci minuti, quando Surraco tocca palla almeno 6 volte, mette in mezzo 2 cross e si procura due corner in asse con Legittimo. Un senso di brillante geometria anima le giocate del Lecce sulle fasce secondo uno schema molto semplice: se Surraco si abbassa a centrocampo portandosi dietro l’uomo, Legittimo ha campo aperto per gli inserimenti e viceversa. L’uno contro uno così diventa l’ordinarietà e questo è pane per i denti di Doumbia e musica per le orecchie di Surraco, che liberi di puntare (e quasi sempre saltare) l’uomo costruiscono la vittoria del Lecce su un bottino di un gol, un assist, 13 palle in area e 6 cross. Non bastasse questo a far vedere i sorci verdi ai terzini stabiesi, Braglia inverte gli esterni due volte nel giro di dieci minuti e proprio in questo frangente (quando si dice la mano dell’allenatore) il Lecce passa in vantaggio grazie ad una singolare rete di Surraco, almeno nella genesi: l’ex Torino è lasciato libero di correre per almeno venti metri di campo prima di finalizzare un’astuta giocata di Doumbia su rimessa laterale. Situazioni tipiche di un sistema a due esterni come quello adottato dai giallorossi, per cui anche Lepore e Legittimo si son visti finalmente gratificare i chilometri di corsa nella possibilità di duettare con i rispettivi tornanti e arrivare più frequentemente al cross (6 volte per Lepore, 3 per Legittimo).
Nel secondo tempo ci si aspetterebbe un Lecce più accorto e sofferente ma così non è: le sostituzioni di Doumbia con Sowe e Moscardelli con Curiale smascherano un atteggiamento di battagliero offensivismo anche dopo il gol del vantaggio e il risultato, oseremmo dire tutt’altro che scontato visti i precedenti delle ultime due partite, è una pressione addirittura maggiore di quella registrata nel primo tempo con 6 tiri effettuati e 18 palle in area (erano stati 5 e 17 fino all’intervallo). La Juve Stabia, che nella prima frazione non aveva mai tirato in porta e nel corso della partita lo farà solo 2 volte, prova a scimmiottare il modulo del Lecce ma con esiti opposti: forse per ordini di scuderia, i due laterali non fanno lo stesso lavoro offensivo di quelli giallorossi e così Arcidiacono e Gomez, gli esterni alti, si ritrovano spesso isolati tra le grinfie dei tre marcantoni leccesi. Per la formazione di Zavettieri il bottino in termini di pericolosità è magro, per lo più frutto di qualche iniziativa a gioco fermo su uno dei 18 falli subiti: sono solo 2 i tiri in porta, 24 le palle in area e 11 i cross.
Di seguito tutte le statistiche di Juve Stabia-Lecce:
TIRI IN PORTA Lecce: 7- Juve Stabia: 2
TIRI FUORI E/O RESPINTI Lecce: 4- Juve Stabia: 4
PALLE IN AREA Lecce: 35- Juve Stabia: 24
CROSS EFFETTUATI Lecce: 18- Juve Stabia: 11
FALLI SUBITI Lecce: 22- Juve Stabia: 18
CORNER Lecce: 7- Juve Stabia: 1
OFF-SIDE Lecce: 5- Juve Stabia: 4