LECCE (di Gavino Coradduzza) – A dire le cose così come appaiono ben oltre ogni dubbio, per esempio il “niente” di un Lecce andato in campo ieri pomeriggio per contendere all’Akragas il passaggio ai quarti di finale di Coppa Italia di Lega Pro, ci si sente accusare di non dare una mano alla causa comune o, addirittura, di tifare per chissà chi! Ecco allora che si assiste ad una gara alla ricerca di attenuanti e giustificazioni; e se non se ne trovano (perchè non ce ne sono…), si prova ad inventarne qualcuna del tipo assai ricorrente: “Sono andate in campo le seconde linee“, o corbellerie simili! Sì, corbellerie per ammorbidire (serve a qualcosa?) una sconfitta su cui è preferibile ridere, che piangere…
Ecco l’elenco delle “seconde linee” che potreste facilmente ritrovare nelle cronache delle precedenti partite, in particolare in quelle con Asta in panchina, ma come prime linee: Benassi, Freddi, Abruzzese, Camisa, Doumbia, De Feudis, Diop, Suciu, Legittimo, Carrozza, Lo Bue, Liviero. Giù i veli: per una prova come quella offerta dai presunti rincalzi non c’è giustificazione che tenga: nessuno se ne abbia a male se nel frullatore delle responsabilità ci infiliamo tutti: tecnico e giocatori, per il motivo molto semplice che non siamo avvezzi a negare gli elogi quando questi sono meritati, così come non ci asteniamo dall’accusare e definire inaccettabile ciò che è inaccettabile. E non si dica che i giocatori, almeno alcuni, non hanno “sentito” la partita, perchè già questa sarebbe una colpa e non ci sarebbe spiegazione (o giustificazione, meglio) alcuna per le due espulsioni. Tanto valeva, allora mandare in campo le terze linee se non le quarte… Infiliamo il tappo su questa scellerata prestazione, confidando che il campionato ci restituisca… una squadra vera!
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