formazioni, leccezionale.itLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Nelle pagelle di questo Lecce-Akragas che valeva quale Ottavo di Finale della Coppa Italia Lega Pro le sufficienza si contano a stento. Una squadra senza idee e senza “fame” (il Lecce), opposta ad una banda di ragazzini terribili e motivati (l’Akragas) non potrà quasi avere la meglio. E così è stato anche oggi pomeriggio al “Via del Mare“, dove i giallorossi hanno detto addio alla competizione a cui a nessuno pare tenere, ma lo hanno fatto offrendo una prestazione onestamente ingiudicabile. La direzione di gara della terna avrà pure avuto un qualche peso specifico, ma è da considerarsi tuttavia marginale nonostante i salentini abbiano chiuso in 9 contro 11; un leitmotiv (le espulsioni dirette) che ultimamente si sta ripetendo con troppa frequenza anche in campionato, sintomo che i nervi tanto saldi non è poi che lo siano. Braglia sperava di avere qualche indicazione dalle presunte seconde linee, ma il Lecce sceso in campo contro gli uomini di Legrottaglie era praticamente lo stesso che Antonino Asta schierava ad inizio di stagione. Qualche mal di pancia è insomma diventato più evidente dopo questo 0-1 in cui a meritare una menzione sono solo i 643 paganti (di cui 9 arrivati stoicamente dalla Sicilia) che hanno assistito ad uno spettacolo desolante (visto dalla prospettiva leccese).

  1. BENASSI: Non sempre lucido negli interventi che compie. Giocare con la Curva che lo contesta non appena disputa una partita è di per sé già un macigno; se ci si mette poi anche l’assistente donna dell’incerto arbitro Viotti a segnalare un fallo che non pare commettere e che gli costa il cartellino rosso allora sì che il pomeriggio diventa da incubo e l’immagine di lui che esce a testa bassa lungo le scale che portano negli spogliatoi fotografa inequivocabilmente la sua partita. VOTO: 5
  2. FREDDI: Resta in campo appena 20 minuti, prima di dover alzare bandiera bianca dopo una botta rimediata ad un ginocchio. Sufficienti però ad aassistere al gran gol di Leonetti in cui deve condividere le responsabilità con Lo Bue. VOTO: S.V. ——— (dal 20′ p.t.) MONACO: Ecco uno dei pochi a meritarsi la sufficienza. Parte a freddo e con la squadra sotto di un gol ma, nonostante compagni di reparto che giocavano a nascondino e non aiutavano certo, è tra i pochi ad avere qualche idea ed a provare a dare un’accelerata all’impantata manovra leccese. Ad avercene avuti di altri come lui forse il risultato finale non sarebbe stato probabilmente quello finale… VOTO: 6
  3. LIVIERO: Se hai bisogno di qualche buon cross (mai sfruttato), su di lui si può puntare ad occhi chiusi. Fatta eccezione per tale fattore, il resto è ben poca cosa, alla pari della grinta mostrata nel recuperare la posizione sui ripiegamenti e nel marcare l’avversario. VOTO: 5-
  4. LO BUE: Ogni intervento che compie costa una punizione a favore degli avversari. Non sfrutta l’opportunità di creare almeno qualche piccolo dubbio al suo allenatore di poter essere una pedina in grado di giocarsi il posto con chi trova ogni settimana una maglia da titolare. VOTO: 5-
  5. GIGLI: Senza infamia e senza lode il suo ritorno in squadra fin dal primo minuto. Controlla alla meno peggio gli avanti agrigentini. VOTO: 6 ——— (dall’11’ s.t.) ABRUZZESE: Braglia lo manda nella mischia per ridisegnare l’assetto tattico, ma le due espulsioni fanno andare a carte quarantotto i piani del mister giallorosso e lui si deve barcamenare tra le velleità d’impostazione del gioco dalle retrovie e la marcatura degli attaccanti ospiti soprattutto quando il Lecce è rimasto in 9 con Legittimo ad improvvisarsi portiere. VOTO: 5.5
  6. CAMISA: Da un giocatore della sua esperienza non si possono accettare reazioni come quella che gli è costata l’espulsione diretta, per di più con il Lecce “impegnato” a rimontare il gol di svantaggio. Le ruggini del match di campionato sono riaffiorate in quell’episodio, come alla fine del match negli spogliatoi dove i calciatori delle due formazioni hanno fatto scintille. Un peccato imperdonabile ed una dimostrazione di nervosismo che non trova giustificazioni. VOTO: 4
  7. DOUMBIA: Corre spesso a vuoto ed è tale la foga che a volte ci mette che finisce col marcarsi da solo e perdere banalmente la palla. Da un elemento con le sue doti tecniche è lecito attendersi sempre quel qualcosa di più, ma lui spesso e volentieri manca all’appello. Per emergenza finisce il match a giocare da terzino con licenza di pungere, ma nessuno nell’Akragas è stato visto usare stick dopo-punture… VOTO: 5.5
  8. DE FEUDIS: Dopo aver perso il posto in prima squadra sembra vittima di un’involuzione tecnica e tattica. Lento e troppo leggerino non riesce quasi mai a vincere un duello di forza con i robusti marcantoni del centrocampa siciliano e si perde in snervanti tocchetti laterali che non danno mai la necessaria verticalizzazione al gioco leccese. VOTO: 5-
  9. DIOP: Tra i più attivi nel grigio pomeriggio che ha visto la sua squadra uscire malamente e metamente dalla competizione di categoria. Almeno lotta su ogni raro pallone che gli arriva e cerca la via del gol, roba che di questi tempi è diventata una chimera. VOTO: 6
  10. SUCIU: Una prestazione imbarazzante in perfetta linea con le altre collezionate in questa prima metà di stagione. Appare sempre più avulso dalla manovra e sbaglia tutto ciò che si può umanamente sbagliare in un incontro di calcio: coperture, passaggi e movimenti. Esce tra i sonori fischi del pubblico e resta un mistero il suo scarso rendimento. VOTO: 4.5 ——— (dal 26′ s.t.) LEGITTIMO: Gioca appena 10 minuti da difensore ed i restanti 12 da portiere. Per sua fortuna l’Akragas sceglie di accontentarsi dell’1-0 e non arriva mai al tiro tra i pali dove fatica a posizionarsi indossando i guantoni e la maglia di Bleve per ovviare all’espulsione di Benassi con i 3 cambi già affettuati. VOTO: S.V.
  11. bragliaCARROZZA: Primo tempo bello scoppiettante con le due uniche conclusioni nello specchio della porta ospite che portano la sua firma. Poi si ecclissa e si perde nel marasma generale di una partita davvero brutta e mal interpretata da tutta la squadra. VOTO: 6-

All. PIERO BRAGLIA: Che questa partita di Coppa sia capitata nella settimana che porta a Lecce-Benevento può aver influito (e non poco) sull’atteggiamento della formazione salentina, ma l’approccio troppo morbido ed una prestazione inguardabile non trovano accettabile spiegazione per lo spettacolo offerto, come pure le sostituzioni decise in corsa. Evidentemente urge sedersi a tavolino con la dirigenza per valutare le molte pedine che sembrano non avere più gli stimoli giusti per giocare in maglia giallorossa. VOTO: 5

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