PARIS, FRANCE - NOVEMBER 16:  The Eiffel Tower is illuminated in Red, White and Blue in honour of the victims of Friday's terrorist attacks on November 16, 2015 in Paris, France. Countries across Europe joined France today to observe a one minute-silence in an expression of solidarity with the victims of the terrorist attacks, which left at least 129 people dead and hundreds more injured.  (Photo by Christopher Furlong/Getty Images)LECCE (di Giovanni Costantini) – “Parigi val bene una messa” , è la celebre frase attribuita ad Enrico IV di Navarra impegnato a fine 1500 in una guerra fratricida con gli altri due Enrico, di Guisa e III. La spuntò appunto Enrico IV di Navarra ramo Borbone, il quale però per salire sul trono della cattolicissima Francia dovette abiurare da ugonotto la religione protestante per convertirsi alla religione dei Papi. Duecento anni più tardi, in pieno Illuminismo, la Francia che fu centro e motore del movimento culturale e filosofico anche a seguito dei fatti del 1789, con la presa della Bastiglia affermerà non in modo incruento i valori di Libertà, Uguaglianza e Fraternità, mai però realmente praticati, diventando così lo Stato simbolo e portatore del concetto di laicità nel mondo, divenuto oggi a torto o a ragione bersaglio privilegiato delle cosiddette Forze del male.

Cosa sono oggi la Francia ed in particolare Parigi? Un insieme multiculturale ed etnico dove convivono assai a fatica uomini, donne, anziani, bambini tanto diversi tra loro. E dove nelle periferie, in cui regnano degrado ed abbandono, la marginalità diventa facile preda delle “sirene rassicuranti” dei gruppi jihadisti e fondamentalisti, anche e addirittura per cittadini francesi convertiti alla fede islamica, così come emerso dall’ultimo terribile attacco terroristico del 13 novembre scorso. Se quindi cellule terroristiche semi dormienti, che diventano attive ed assassine una volta chiamate all’azione, vengono allevate e nutrite in casa nostra quale può essere l’antidoto per fronteggiare dapprima la paura e per sconfiggere poi la cieca furia distruttiva dei fanatici con la bandiera nera? Trattasi di una matassa non facile da sbrogliare, in cui appunto si intrecciano interessi diversi, con numerose e potenti forze in campo i cui obiettivi spesso divergono.

attentati ParigiLa Siria di Bashar al Assad, da sempre sostenuto da Putin, è il teatro principale di guerra, con la Turchia che ha giocato nella vicenda una partita importante anche di fiancheggiamento al califfato, interessata evidentemente alla rimozione di Assad, per costituire un cuneo nell’area che va dall’irachena Mosul alla siriana Aleppo al fine di riempire il vuoto politico che lascerebbe la fine del governo di Damasco e per impedire la nascita di uno stato autonomo nel Kurdistan. Il presidente turco Erdogan (senza dimenticare l’appartenenza di quest’ultimo Paese alla Nato) ha incassato il sostegno degli USA, che con l’amministrazione Obama non ha mai fatto mistero di volersi disinteressare della questione, delegando semmai agli Stati di riferimento dell’area e ad una politicamente sempre più debole Europa la capacità di intervenire.

L’idea pertanto delle potenze mondiali, riunite di volta in volta nei vertici G7, G8, G20 di deporre, rimuovere e creare nuovi governi ad intermittenza nell’area del Medio Oriente è clamorosamente fallita determinando al contrario pericolosissimi effetti boomerang, così come avvenuto nel caso delle cosiddette primavere arabe. Dopo la “temporanea” pacificazione e gli accordi sul nucleare conseguiti con l’Iran, appare oggi quanto mai indispensabile il ruolo che in realtà sta già giocando la Russia di Putin (in accordo con gli USA) al fine di un ridimensionamento dell’influenza dell’Isis in Siria e in Europa. Dovevano scapparci centinaia di vittime per far svegliare le super-potenze? È tutto calcolo politico, o è solo fuoco di paglia? O magari dobbiamo ancora aspettarci un attentato sotto casa?

Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.