strage stadio HeyselLECCE (di Pierpaolo Sergio) – Trent’anni fa l’Europa faceva i conti con i temutissimi e famigerati hooligans inglesi. Lo stadio “Heysel“, poi ribattezzato a mo’ di colpo di spugna “Re Baldovino“, fu teatro della strage di 39 tifosi della Juventus che il 29 maggio 1985 giocava la finale della Coppa Campioni a Bruxelles contro il Liverpool. Ieri sera, per un beffardo e casuale destino, mentre la Nazionale italiana era impegnata in amichevole contro il Belgio in quello stesso impianto, ricordando quella gente cui era stata tolta la vita da una cieca furia, mista ad alcol e odio, a Parigi si consumava un’altra carneficina figlia di altrettanto odio sordido e vigliacco. Impossibile non rivivere nella mente di chi le vide in tv quella sera le immagini dei tifosi italiani impauriti ed atterriti in mezzo al terreno di gioco, proprio come lo erano i supporter francesi sul prato dello “Stade du France” al termine della partita con la Germania.

L’attacco alla capitale francese ha scosso il mondo, in particolare l’Occidente, ancora una volta costretto a guardare con orrore ed in casa propria il volto peggiore del fanatismo religioso. Accomunare hooligans e terrostristi può forse apparire azzardato, invece l’accostamento può aiutare a capire come la follia che ottenebra le menti e gli animi di chi fa dell’estremismo una ragione di vita rappresentino un trait d’union tra vicende così lontane tra loro eppure amaramente simili per diversi aspetti.

Stade du France Parigi IsisAllora come oggi c’era tanta impreparazione, sottovalutazione, scarsa conoscenza dei pericoli rappresentati da orde di facinorosi che mettevano a soqquadro ogni città in cui si svolgessero manifestazioni calcistiche, sia in patria, che all’estero. Si tentava di analizzare sociologicamente, minimizzando, i perché di tale fenomeno lasciando che la presunzione instillata nelle teste di tali soggetti di voler apparire invincibili agli occhi del mondo prendesse il sopravvento. Ebbene, dopo l’ennesima strage di innocenti cui abbiamo assistito ieri notte a Parigi, con le stesse scene che ricordano quelle purtroppo già viste negli attacchi a Madrid, Londra, Tunisi, Sharm El Sheick o Beirut, l’Europa è chiamata a guardarsi allo specchio e trovare il bandolo di una matassa già fin troppo intrisa di sangue innocente.

Con gli hooligans servì il pugno duro della “Lady di ferro” Margaret Thatcher che gli dichiarò guerra fino a debellare almeno in Inghilterra quel grave fenomeno. Oggi nei confronti dell’Isis, allo stesso modo, serve compattare le forze, le informazioni delle varie intelligence e le volontà di chi governa l’emisfero occidentale per far sì che la già incandescente situazione internazionale non degeneri in un conflitto interreligioso in cui fanatismo, razzismo, violenza e prevaricazione facciano da cruento scenario mondiale.

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