LECCE (di Massimiliano Cassone) – Dieci ammoniti e un espulso, sembra un bollettino di guerra ma è il marchio che lascia la gara Juve Stabia – Lecce per testimoniare che si è giocato “maschio”. Non era facile per il Lecce, dopo la sconfitta contro la Fidelis Andria ed un ritardo evidentissimo della condizione di parecchi uomini, andare in trasferta e vincere su un campo ostico contro una diretta avversaria alla vittoria finale del campionato, anzi era difficilissimo imporsi. La squadra di Asta vince meritatamente e sfacciatamente, superando l’ostacolo con il cuore, l’umiltà e la grinta che solo le grandi squadre hanno. Questo non significa che il Lecce sia una grande squadra ma, secondo chi scrive, lo diventerà. Ci vuole pazienza però. Arriveranno altre difficoltà, altre sconfitte, altri ostacoli da superare col sudore, non bisogna perciò farsi prendere dai facili entusiasmi. La ricetta per sognare consiglia piedi per terra e testa in alto a guardare il cielo.
Il Lecce c’è… col tempo potrà dare grandi soddisfazioni.
La squadra di Asta gioca meglio dell’avversario, colpisce due legni, passa in vantaggio, rimane in dieci, soffre, stringe i denti, getta il cuore oltre l’ostacolo e festeggia. Questa è una vittoria epica. Bisogna archiviarla subito però…
Martedì il mister di Alcamo dovrà fare un bagno d’umiltà ai suoi ragazzi, ricordando che questa è la Lega Pro che ti dà tre sberle (Fidelis Andria) quando meno te l’aspetti. Sperando che Curiale non abbia subito danni gravi, si pensi subito alla Casertana, una squadra costruita per raggiungere i Play Off, un avversario che arriverà al Via del Mare senza pensieri.
Attenzione ai cali di tensione ora. Si lavori a testa bassa, senza dimenticare mai che questo è il calcio di Lega Pro e senza mai lasciarsi andare a giudizi affrettati: i giallorossi non erano bidoni domenica scorsa e non sono fenomeni oggi.