LECCE – Alessandro Maletesta non ce l’ha fatta. Il 35enne di Surbo si è arreso al male incurabile che lo affliggeva ed oggi pomeriggio sono stati celebrati i suoi funerali nella parrocchia di Santa Lucia. Eppure la sua si può considerare una vittoria. Paradossalmente, infatti, Alessandro è stato la molla che ha fatto scattare la corsa all’acquisto dell’acceleratore lineare che tanto può fare per la medicina in termini di lotta al cosiddetto “male del secolo”.
Proprio dalla sua visita al sindaco di Lecce, Paolo Perrone, si erano attivate tutte le procedura affinché la Asl del capoluogo salentino si dotasse del True Beam, l’apparecchiatura in grado di evitare i “viaggi” della speranza per tanti conterranei costretti a costosi ed estenuanti trasferte al Nord Italia, se non all’estero, nella speranza di sconfiggere il cancro.
Il primo cittadino leccese, appresa la notizia della scomparsa dello sfortunato Alessandro, ha voluto affidare alla sua bacheca su facebook un pensiero carico di commozione e gratitudine al ragazzo surbino: “Ci sono momenti nella vita in cui continui a dimenarti senza trovare nessuna risposta. Come se all’improvviso le tue certezze si trasformassero in dubbi amletici annebbiando la tua mente. Alessandro l’ho conosciuto poco più di un anno e mezzo fa. È venuto a trovarmi accompagnato da un suo amico, Massimo, che lo seguiva passo dopo passo nella sua battaglia contro quella bestia chiamata tumore. Non aveva paura. Era fermo, deciso, ma non era arrabbiato nonostante fosse costretto molte volte, troppe volte, a prendere un treno o un aereo per andare a farsi curare al Nord, come se ancora esistessero due Italie, quella che funziona e corre velocemente e quella che arranca e fa fatica a decollare. Negli occhi di Alessandro scorgevo una grande forza di determinazione. Erano gli occhi di chi non si vuole arrendere mai. Di chi chiedeva solo attenzione. Di chi chiedeva di essere ascoltato. È quello che ho cercato di fare: amplificare la sua voce, il suo grido di dolore per far sì che il suo appello non cadesse nuovamente nel vuoto. Ebbene, ora mi piace immaginare che in fondo Alessandro ha vinto. Perchè la sua non era una sfida personale. Tutt’altro. Lo sanno bene tanti altri uomini e donne della nostra terra segnati da questa maledetta malattia che guardano con speranza al futuro: grazie alla battaglia vinta da Alessandro ora potranno curarsi nelle nostre strutture sanitarie evitando costosi e avventurosi viaggi nel settentrione. La scienza è capace di offrire nuovi orizzonti alimentando i nostri sogni. Con gli occhi e la forza di ragazzi come Alessandro“.
A dimostrazione del legame che si è generato tra il promotore dell’appello e lo sblocco dell’acquisto del costosissimo macchinario oggi in fase di installazione all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, l’amministrazione comunale leccese intende intitolare lo strumento ad Alessandro Maletesta. La città di Lecce e la popolazione salentina sarà quindi la quinta città italiana, dopo Milano, Firenze, Empoli e Roma.