David Di MicheleLECCE (di Italo Aromolo) – “Se la nuova proprietà lo vorrà, sarei ben lieto di far parte del progetto tecnico, perché quello che in carriera mi hanno dato Lecce e il Lecce non l’ho ricevuto da nessun’altra parte in carriera. Ci tornerei di corsa”. È un David Di Michele col cuore in mano quello che si confida ai microfoni de Leccezionale.it e dichiara apertamente la speranza di far ritorno nella squadra che tanto gli ha dato tra il 2010 e il 2012, quando il bomber nato a Guidonia ha vestito la maglia giallorossa per due campionati e mezzo, tra Serie A e Serie B. Attualmente in forse alla Reggina ma in attesa di decifrare la sua situazione contrattuale sulla base del futuro del club calabrese, “Re David” non ha esitato a ribadire con parole schiette e sincere come l’esperienza nel Salento abbia rappresentato una delle tappe più significative della sua carriera, non solo dal punto di vista sportivo ma anche emozionale. L’ex attaccante leccese si è detto pronto ad accettare un’eventuale chiamata da parte della nuova proprietà, alla quale ora passa la palla per la valutazione della sua funzionalità nel nuovo progetto tecnico che si sta delineando proprio in queste ore.

Di Michele, è cosa fatta il cambio di proprietà in casa Lecce: la famiglia Tesoro ha ceduto le quote societarie alla cordata rappresentata dall’avvocato Saverio Sticchi Damiani. Che ne pensa?

“Quando si cambia proprietà, ci si aspetta sempre qualcosa di nuovo ed importante. Non sarà facile ottenerlo nell’immediato, perchè ci vuole del tempo; di solito si deve sempre attendere almeno un anno di transizione. Poi è chiaro che i buoni risultati dipenderanno dalla volontà e dalla programmazione della nuova società. È un’autentica ventata di aria fresca per il Lecce: porta entusiasmo ad una piazza importante che probabilmente aveva perso un po’ di speranze dopo le due finali play-off perse e gli ultimi spareggi nemmeno raggiunti. La voglia di rivalsa del popolo giallorosso potrà essere una carica in più per la nuova società, a cui va il mio più grande in bocca al lupo”.

Il Catania che avrebbe manipolato il risultato di alcune partite di Serie B per ottenere la salvezza minaccia di rendere ancor più infuocata l’estate…

“Non vorrei entrare nel merito, sono cose spiacevoli che possono capitare nel calcio, come è successo anche a noi (riferendosi al Lecce, quasi come ne fosse un tifoso, ndr) che ci siamo ritrovati dalla B alla Lega Pro. Noi l’abbiamo vissuta e anche molto male. Spero che il Catania si risollevi, come pure il Lecce che merita di tornare nelle grandi sfere del calcio”.

Nella top-ten dei migliori marcatori della storia del Lecce in Serie A, lei è al settimo posto con 19 gol all’attivo.

“Per me aver indossato la maglia del Lecce è stato un onore. Sono arrivato tra lo scetticismo generale, in punta di piedi, in un momento in cui tutti pensavano che potessi mettere in subbuglio lo spogliatoio. Di Michele è tutt’altro che uno spacca-spogliatoio, messaggio che troppo spesso è stato fatto passare. Non posso che essere onorato di far parte della top-ten dei calciatori con più gol in Serie A, anche perché in parte ho il sangue salentino (la madre è originaria di Casarano, ndr)”.

Un qualcosa che l’esperienza a Lecce le ha lasciato, al di là dei risultati sportivi.

di michele“Ripeto: tutto quello che mi ha dato Lecce e il Lecce, non l’ho mai ricevuto da nessuna altra parte in tutta la mia carriera. Devo molto al Lecce e a tutti i suoi tifosi per quello che mi hanno dato. Quando tornai al ‘Via del Mare’ alla seconda giornata di campionato (contro la Fiorentina, dopo i primi sei mesi in Serie B, ndr), fui accolto tra gli applausi: sinceramente, non me la aspettavo. È stata veramente un’esperienza da brividi, solo a parlarne mi viene ancora la pelle d’oca. Lecce rappresenta una parte della mia carriera che ricordo con moltissimo piacere, me la porterò per sempre nel cuore. Se la nuova proprietà lo vorrà, io sono il primo a propormi per tornare a vestire la maglia del Lecce. L’ho sempre fatto, ma purtroppo con i Tesoro non c’è mai stato autentico feeling, perché loro hanno sempre promesso e non hanno mai mantenuto ciò che promettevano. Siamo stati vicini tre o quattro volte, ma non mi hanno mai chiamato per motivi evidentemente a me ignoti. Io a Lecce tornerei molto velocemente. Anche se magari dipenderà dalla Reggina e da quali saranno i suoi progetti (l’attaccante si svincolerà il 30 giugno solo in caso di fallimento degli amaranto, ndr): ci sarà probabilmente anche lì un cambio di proprietà. Spero che il club calabrese si iscriva al campionato, non perché non voglia venire a Lecce, ma perché è giusto che anche la Reggina abbia palcoscenici importanti. Poi, se la nuova proprietà del Lecce mi chiamerà e mi dirà che vuol lavorare con me, io sarò molto lieto e contento di partecipare al progetto tecnico”.

Lecce-Roma 4-2 è stata una delle partite memorabili dell’era di mister Serse Cosmi. Contribuì con una doppietta a sconfiggere la squadra allenata da Luis Enrique, allenatore che quest’anno ha vinto tutto alla guida del Barcellona.

“È stata una partita dove abbiamo stra-meritato la vittoria, entrammo in campo con una grinta e una determinazione che ancora ricordo. La Roma era una squadra importante guidata da un allenatore che oggi, avendo vinto il triplete, si può classificare come uno dei migliori al mondo. Sicuramente quell’anno Luis Enrique è cresciuto tantissimo, sia a livello tattico che nei rapporti umani, perché a Roma non è per niente facile allenare in certe situazioni, con giocatori di rilievo e una tifoseria piuttosto difficile. Si hanno tante attenzioni e sicuramente lì avrà fatto il salto di qualità per ottenere i risultati di oggi”.

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