striscioneLECCE (di Pierpaolo Sergio ed Italo Aromolo) – Zitti tutti, parla lo striscione. Tifosi, addetti ai lavori, urlatori e creatori di mostri hanno avvelenato a colpi di stoccate verbali lo sciagurato campionato del Lecce 2014/’15 cercando di venirne a capo e di dare un senso al fallimento. Eppure, a volte basterebbe un qualcosa di semplice ed immediato come un drappo esposto sulle tribune dello stadio per capire o raccontare una stagione. Il potere di poche parole scritte con caratteri semplici e la tanta passione che c’è dietro spesso basterebbe per cogliere nel segno. Non un coro, non un urlo, non un grido. Quando uno striscione viene esposto, soprattutto se appare come d’incanto dal nulla in Curva Nord, lo sguardo degli spettatori si sposta immediatamente su di esso, facendo passare quasi in secondo piano lo svolgimento del match nel tentativo di decifrarne il messaggio. Lo striscione spesso fa la storia, lo striscione fa immagine, lo striscione comunica più espressivamente di quanto possano dire quelle poche parole un’idea. Così, abbiamo scelto di ripercorrere l’annata dei giallorossi attraverso quelli principali che hanno colorato i settori occupati dai tifosi salentini in casa ed in trasferta.

Striscione per GiorgiaÈ stata la stagione della solidarietà nei confronti della piccola Giorgia, la bimba salentina di 6 anni affetta dalla rarissima sindrome di Berdon che si è recata in America per sottoporsi al delicato trapianto multi-organo necessario per tentare di ridarle una vita normale. Questo anche grazie all’immenso supporto che la Nord le ha riservato in ogni partita: un aiuto economico, tramite la raccolta di fondi in tutte le gare casalinghe, ma anche un sostegno morale, tramite l’esposizione permanente dello striscione: “Forza piccola Giorgia, la Nord è con te”.

Salentini Oltre Frontiera sciarpeNel panorama del tifo organizzato, è stata la stagione dei “Salentini oltre Frontiera”, gruppo di supporters giallorossi che ha riunito sotto il proprio nome chiunque abbia a cuore le sorti del Lecce ma non possa seguirle da vicino perché residente lontano dal Salento. Partendo per lontanissime trasferte dal Nord Italia, dalla Svizzera e dalla Germania, anche quei tifosi hanno contribuito a dare un tocco di giallorosso ai Settori Ospiti che, nelle varie trasferte, troppo spesso si sono rivelati grigi e semideserti. Con vessilli, sciarpe e bandiere, hanno dimostrato di esserci sempre o quasi e di non conoscere davvero ostacoli pur di sostenere la propria squadra del cuore. Lungo il cornicione della Tribuna Est del “Via del Mare” risalta l’ormai fissa presenza dello striscione “Irriducibili”, che identifica l’omonimo gruppo di sostenitori giallorossi anch’esso da poco sorto.

striscione per LeporeSempre nel settore antistante la Tribuna Centrale, una scritta particolare campeggia sulle inferriate che si affacciano sul campo, quasi a voler testimoniare con una vicinanza anche fisica l’affetto nei confronti del diretto interessato: “Tutti pazzi per Lepore” è il messaggio lanciato dal gruppo di tifosi “UL Hinoki”, particolarmente legato al quartiere San Pio in cui il giocatore leccese è nato. Lo striscione è stato preparato per il rientro del calciatore dalla lunga squalifica legata ai fatti di Salernitana-Nocerina, ma da allora non mai più stato tolto ed in tutte le gare casalinghe ha dato la carica al centrocampista giallorosso perché risultasse sempre uno dei migliori dei suoi.

Striscione Lecce merita rispettoLa Tribuna Est è diventata negli anni una sorta di avamposto per ex curvaioli. Personaggi che hanno fatto la storia del tifo a Lecce ma che oggi, per questioni anagrafiche, preferiscono accomodarsi in quel settore e non andare più sui gradoni della Nord. Ed è lì che è ancora apparso il messaggio lanciato dai tifosi salentini che pretendevano rispetto dopo il nefando arbitraggio di Lanza di Nichelino in occasione della sfida al “Ceravolo” tra il Catanzaro ed il Lecce. “Lecce merita rispetto” campeggiava a caratteri cubitali sulla balaustra dell’impianto sportivo nel match casalingo successivo di Miccoli e compagni.

Striscione Je suis TesoroEd ancora alla Est apparve il “famoso” striscione dedicato alla dimissionaria proprietà del Lecce in cui il “Je suis Tesoro” riproponeva lo slogan coniato in occasione della strage nella redazione del giornale satirico parigino “Charlie Hebdo” per dimostrare vicinanza alla famiglia che detiene il pacchetto di maggioranza dell’U.S. Lecce e dimostrare che non tutta la “piazza” leccese era contro il presidente Savino, il diesse Antonio e la vicepresidentessa Giulia.

Lecce-Messina 2-1 striscione pazienzaStriscioni che, in qualche modo, rispondevano a quelli assai più fragorosi e diretti che la Curva Nord andava via, via esponendo durante la partite interne dei giallorossi e che scandivano il mesto conto alla rovescia verso un finale di stagione assai lontano e ben diverso da come lo si sarebbe potuto immaginare ed augurare. La “culla” del tifo leccese non ha usato perifrasi per far capire che, in caso di un ennesimo insuccesso in campionato, la pazienza degli Ultrà Lecce sarebbe terminata (“A voi è passata la voglia – A noi è finita la pazienza“). Ecco allora l’ostensione dei vari drappi all’indirizzo di squadra e società in cui si ribadiva, di volta in volta, che era terminato il tempo delle attese, della “remissione dei peccati”, della volontà di soprassedere dinanzi a tante situazioni poco chiare ed alla mancanza di carattere ed animus pugnandi della formazione che cambiava sì allenatori, ma non l’atteggiamento in campo, soprattutto giocando lontano dalle mura amiche.

Striscione contro TesoroSulla stessa lunghezza d’onda sono poi stati gli altri striscioni che la Nord ha esposto periodicamente e che ammonivano tutto l’ambiente societario a darsi una regolata sul futuro, iniziando da quello che accompagnò la prima, vera contestazione della curva leccese alla famiglia Tesoro durante Lecce-Messina (“Svendi il futuro {vivaio} elemosinando il presente. Il fallimento continua. Tesoro vattene via“), come pure un eloquentissimo invito a squadra e società a preparare le valigie in caso di mancata promozione in B (“Se restiamo in C tutti via da qui“), ma anche quello usato per spiegare che la passione per quei colori non conosce confini di categoria e che la maglia debba essere sempre sudata da chi scende in campo (“Per il mio Lecce è amore eterno. Onora la maglia e ti sosterrò anche all’Inferno“).

Striscione No Tap ULIn trasferta, coloro che hanno seguito la formazione salentina hanno portato messaggi che hanno esultato dal mero contesto sportivo e calcistico pe rimarcare l’importanza e la gravità dell’infezione degli ulivi da Xylella. Era la gara di Melfi quando sulla recinzione dello stadio lucano apparve l’invito a salvare i secolari simboli della nostra terra (“No all’eradicazione degli ulivi“). Una dimostrazione di come calcio e territorio spesso formino un binomio indissolubile in cui la fede sportiva non intacca la capacità di raziocinio e l’attenzione verso situazioni di vitale importanza per Lecce e la sua provincia. Ne è ennesima dimostrazione lo striscione che apparve, ad esempio, in Curva Nord per ribadire il proprio dissenso nei confronti della TAP, ossia la Trans Adriatic Pipeline (“Chi non rispetta la nostra terra merita tutto il nostro odio. Ultrà Lecce contro il gasdotto“) che minaccia di deturpare un tratto di costa tra i più belli ed amati del Salento.

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