LECCE (di Giovanni Costantini) – Dopo ben tre lunghi anni di “solito” contenzioso burocratico-amministrativo, con l’aggiudicazione dell’appalto rifiuti alla Monteco del leccese Mario Montinaro, finalmente anche a Lecce, da oggi lunedì 4 maggio, parte la cosiddetta raccolta porta a porta. Ma non mancano dubbi, perplessità, criticità. Intanto le zone inizialmente interessate saranno il centro storico, il quartiere San Pio e Villa Convento con più del 30 per cento dei residenti che non ha ancora ritirato i contenitori della differenziata. La ditta avrà otto mesi di tempo per tutti gli aggiustamenti del caso e per coprire l’intero territorio comunale, per un appalto che in nove anni costerà alle casse di Palazzo Carafa ben 120 milioni di euro.
Ma non tutto evidentemente era stato messo nel conto e pensato in modo da prevenire il rischio-caos che potrebbe ingenerarsi. Perché, se da un lato il principio del porta a porta è l’eliminazione di tutti gli antiestetici e maleodoranti cassonetti dalle strade della città, col pagamento peraltro di un supplemento per il ritiro a domicilio, si sta seriamente ponendo la questione di come conferire e raccogliere i rifiuti nei condomini con più di sei famiglie. In sostanza in tutti quei condomini, e Lecce ne è piena, che non hanno spazi e cortili all’interno dove poter depositare i propri sacchetti dei rifiuti, come si potrà concretizzare il porta a porta? Perché è impensabile che ogni famiglia lasci in prossimità del portone d’accesso del proprio condominio le pattumiere, in quanto ciò significherebbe creare una moltitudine di mini-discariche a cielo aperto.
Si sta pensando quindi in corso d’opera a soluzioni alternative quali la creazione di isole ecologiche dove andare a conferire muniti di un badge di accesso. Ad oggi regna in ogni caso l’incertezza e la confusione, forse anche a causa di una insufficiente campagna di informazione e sensibilizzazione. Prova ne sia la scarsa collaborazione da parte dei cittadini che pare si stiano rifiutando di ritirare i famosi contenitori della differenziata. Per il momento, infatti, l’unica certezza sembra essere il numero dei bidoncini, ossia 5, e la loro diversa colorazione a seconda del tipo di rifiuto.
Nel grigio andranno i rifiuti secchi, posate di plastica, cd, spazzolini, spugne, cerotti, pannolini, ecc.; nel marrone gli organici, resti di pietanze, frutta, verdura, piante, filtri del tè; la carta andrà nel blu, per la plastica avremo delle buste gialle, infine vetro e metalli andranno nelle attuali campane verdi ma senza liquidi, residui alimentari, buste o altri involucri. In ogni caso ogni kit destinato alle famiglie conterrà pure le istruzioni necessarie. Nell’attesa che il servizio vada a regime, non possiamo che augurarci una buona raccolta differenziata, in nome dell’amore e della difesa dell’ambiente.