11173432_10204901874599150_1384504875_nLECCE (di Massimiliano Cassone) – Ci è “scoppiato” il cuore dalla gioia al 92°, quando Doumbia ha gonfiato la rete a 60 secondi dal fischio finale (recupero compreso). Si potrebbe iniziare a raccontarla così la gara vissuta ieri al Via del Mare tra Lecce e Foggia, una partita da ultima spiaggia per la squadra salentina che, non vincendo ieri, avrebbe visto annegare nel mare più profondo anche i sogni di promozione. Doumbia riesce a sbagliare l’impossibile; il franco maliano, l’anno scorso abbonato ai pali (ne aveva colpiti undici), ieri sembrava volesse per forza abbattere l’unico ostacolo tra lui e la porta. Narciso, il portiere del Foggia sembrava infatti il funghetto di un flipper che il calciatore del Lecce con maestria ha colpito in due occasioni (20° e 33°). Doumbia a parte, il numero 1 del Foggia ha comunque parato l’impossibile.

 Il problema del gol per il Lecce è lampante e la mancanza di un attaccante è un neo incurabile.

 Il Lecce vince e tiene accesa la fiammella della speranza, bisogna crederci fino alla fine così come la squadra salentina ieri ha dimostrato di fare e speriamo riesca a farlo anche in trasferta.

Dopo aver scritto di una vittoria giusta, dobbiamo evidenziare che ieri in campo è scesa l’ennesima formazione diversa della stagione. Alberto Bollini, senza Caglioni infortunato, Moscardelli e Vinetot squalificati, disegna un 4-5-1 con Scuffia; Beduschi, Diniz, Abruzzese, Lopez; Lepore, Salvi, Papini, Bogliacino, Mannini e Doumbia unico terminale offensivo; di tutti i ragazzi terribili arrivati nella campagna acquisti di riparazione solo Beduschi è in campo. Bollini, considerato dagli addetti ai lavori il nuovo mago del 4-3-3, si priva degli esterni e rinuncia anche a Miccoli che ormai sembra relegato al ruolo di “trascinatore” dalla panchina e non dal campo. Sicuramente il tecnico di Poggio Rusco seguirà le sue logiche, è pagato per fare delle scelte e le fa assumendosi delle responsabilità ma non possiamo dire che siano tutte condivisibili e comunque decifrabili. L’interrogativo più grande riguarda Herrera; il giocatore si è fatto sempre trovare pronto con gol oppure assist eppure non gioca quasi mai dall’inizio. Ieri la scelta più strana dell’allenatore è stata la sostituzione al 62° di Bogliacino, il migliore in campo, l’unico in grado di dettare tempi e regalare geometrie in un centrocampo operaio anche se Bollini potrebbe ben dire: “Ho messo Embalo che poi ha dato l’assist vincente”. Certo è che se Doumbia non avesse fatto il gol in zona Cesarini il Lecce sarebbe sprofondato nel fallimento stagionale da nessuno immaginato all’inizio del campionato e Bollini sarebbe stato da tutti crocifisso sul Golgota dei colpevoli.

Per questo è bello sorridere di fronte a questa strana vittoria che ancora tiene acceso un lumicino di speranza che va comunque alimentato vincendo la prossima gara a Martina Franca. 

Poi si vedrà.

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