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Ernesto Starita, terzino del Nardò

NARDÒ (di Gabriele De Pandis) – La grande maturità di un classe 1996. No, non è un errore di battitura. Nel descrivere Ernesto Starita, terzino del Nardò, questo ossimoro calcistico delinea al meglio le caratteristiche di un ragazzo, e di un giovane calciatore, che già a 19 anni, da compiere il 23 marzo, non vuole lasciare nulla al caso, giocandosi al meglio l’importante carta da giocarsi qui al Nardò all’inseguimento del salto in Serie D, da raggiungere con vigore e con massima applicazione dei consigli di mister Ragno e dei “senatori” del gruppo granata, da concretizzarsi nell’ottica sempre giusta del miglioramento continuo.

Rammarico– Il pareggio di Francavilla ha un sapore amaro per Starita, un po’ rammaricato per una vittoria non arrivata nonostante la superiorità numerica da parte dei granata: “Sapevamo che il Francavilla era una grande squadra, l’ha dimostrato domenica anche se noi per lunghi tratti della partita potevamo passare in vantaggio, anche quando ci siamo trovati in superiorità numerica, divenuta addirittura doppia. C’è rammarico, conquistare i tre punti avrebbe significato metterci in testa e cominciare un altro campionato con sei partite da vincere essendo i protagonisti del nostro destino. Adesso, invece, siamo ancora legati alle sorti del Francavilla”. Il leggero dispiacere per l’1-1 di domenica riflette anche la prestazione personale: “Partendo dall’opinione che si può sempre fare meglio, c’è da dire che domenica potevo fare molto di più, soprattutto confrontando il mio apporto di domenica con quello delle altre gare. Avrei potuto sfruttare al meglio qualche pallone che mi è capitato in zona offensiva”.

Colonna– Proprio a suon di buone prestazioni, a partire dal suo arrivo nel finale del calciomercato dicembrino, Starita si è conquistato una maglia da titolare: “Non me l’aspettavo, sono arrivato qui in punta di piedi. Grazie alla fiducia di mister Ragno sto raccogliendo presenze in successione, io metto in campo tutta la voglia che ho di far meglio. Sto migliorando di partita in partita ma questo non è un punto di arrivo, è solo una partenza; a mio parere” – chiosa il giovane terzino campano – “non abbiamo fatto ancora niente, bisogna migliorare tanto e lottare fino alla fine per l’obiettivo comune che abbiamo tutti, ovvero la D”.

Insidia Mola– Il match con l’Atletico Mola sarà di quelli da prendere con le pinze, soprattutto per il tasso emotivo che il pubblico di Nardò dà alle compagini avversarie: “Domenica arriva una squadra che vuole fare punti. Davanti a questo pubblico spettacolare, le squadre non vengono a fare la presenza e ogni calciatore vuole mettersi in mostra per farsi notare e farsi capire, magari dimostrandosi ‘da Nardò’. Noi dobbiamo continuare ciò che stiamo facendo, imporre il nostro gioco e mettere in pratica tutti i consigli e le situazioni tattiche che ci pone mister Ragno. Lui prepara la partita in modo oculato e analitico, magari domenica non abbiamo eseguito tutte le sue direttive in campo. Perché? Forse un po’ per la situazione, ma dobbiamo fare di più”.

Calore del tifo– La prima esperienza nel Salento, dopo gli anni spesi prima nel settore giovanile della Nocerina e poi nel Sant’Antonio Abate, regala una bella impressione al terzino del Toro: “Qui in Puglia il calcio si fa calcio in un altro modo rispetto alla Campania, nulla togliendo al calcio della mia regione. Ho vissuto entrambe le situazioni, qui si vive di calcio, i tifosi accorrono numerosi allo stadio c’è sempre un grande pubblico sia che s’affronti la prima sia l’ultima”.

Speranze– Starita spera in un futuro a tinte granata: “Spero di conquistare la promozione quest’anno per rimanere l’anno prossimo in questa splendida società che fino ad adesso mi sta facendo crescere molto. Quando parlo di società intendo tutte le componenti come ambiente, gruppo, mister Ragno, tutto è fondamentale. Da chi imparo di più? Non posso dire un nome perché screditerei un altro; mi sento di dire che tutti gli over hanno sempre una parola costruttiva, mai distruttiva, per noi. Tra noi under c’è invece la giusta competizione, giocata in modo unito dandoci anche una mano”.

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