GALLIPOLI (di Gabriele De Pandis) – Mani sicure difendono la porta del Gallipoli. Ugo Gabrieli, 25enne originario di Parabita, è tornato nel suo Salento dopo la trafila giovanile spesa a Lecce, a sua volta intervallata dalle esperienze in prestito in Serie C, conclusa con l’esordio in Serie A. L’estremo difensore, classe 1989, è stato scelto dal nuovo organigramma tecnico per dare quell’identità forte e rocciosa negli assetti difensivi scelti dal mister Raffaele Quaranta, alla ricerca di quei punti che potrebbero regalare la salvezza al Gallo. La scelta si sta rivelando vincente. I giallorossi, specialmente in casa, si stanno dimostrando un ostacolo invalicabile anche per merito di Gabrieli. La porta gallipolina del nuovo corso, tra le mura amiche del “Bianco”, è stata violata soltanto dal gol di Presicce, siglato al 1’ di Gallipoli-Bisceglie, il primo match della gestione Calvi-Quintana finito poi con l’entusiasmante 1-1 raccolto contro una delle pretendenti alla promozione.
“Una sintonia efficace”– La disamina di Gabrieli sullo 0-0 di domenica contro l’Arzanese evidenzia le due facce del Gallipoli, compatto dietro ma un po’ sterile davanti: “Fortunatamente, non sono stato protagonista del match grazie alla bella prestazione della nostra difesa; stiamo diventando sempre più compatti. In attacco, invece, è mancata qualcosa negli ultimi venticinque metri, non siamo riusciti a trovare la giocata giusta; in più, loro difendevano in undici dietro la linea della palla e la conseguenza è stata lo 0-0 finale”. Proprio l’affiatamento difensivo, punto di forza del Gallipoli di Raffaele Quaranta, è evidenziato dal portiere giallorosso, contento della quadratura raggiunta dal quartetto, di cui Gabrieli è l’ultimo baluardo, formato da Rizzo, Cornacchia, Rosato e Lorusso: “Sì, abbiamo una sintonia molto efficace, ciò ci fa ben sperare anche per un continuo miglioramento dato che ci conosceremo sempre più”.
“A Gallipoli per dimostrare”– Sulle rive salentine dello Jonio Gabrieli, reduce dalle sporadiche presenze tra Prima e Seconda Divisione con Prato e Casale nelle ultime due stagioni, cerca di rilanciarsi in un sistema, quello locale che, a suo dire, avvantaggiando l’inserimento dei giovani, danneggia irrimediabilmente portieri come lui: “Personalmente, l’occasione qui a Gallipoli è un’esperienza importante: lotto contro le regole che in Prima Divisione e Serie D mi rendono un ‘vecchio’, ma cerco sempre di dimostrare che non è così”. Il campionato del Gallipoli, oggi caratterizzato dalla pausa per l’impegno della Rappresentativa di Serie D alla “Viareggio Cup” si ferma per una settimana, ma tra quindici giorni la strada sarà, almeno sulla carta, in salita per l’undici di Quaranta, atteso da due insidiose trasferte a Monopoli e Sarno. Il calendario però non preoccupa Gabrieli: “A Monopoli faremo ciò che cerchiamo di fare in tutte le partite: conquistare più punti possibili. Dobbiamo tornare a casa con un bel bottino per raggiungere quanto prima almeno la salvezza”.
“Parate belle e importanti”– Con addosso il giallorosso del Gallo, il portiere di Parabita ha già messo l’impronta delle sue ‘manone’ nei punti che la compagine della Città Bella sta raccogliendo per cercare la permanenza nell’attuale categoria: “Beh, mi vengono subito in mente due interventi in partite che ci hanno regalato punti importanti. Il primo nella partita d’esordio contro il Bisceglie in casa, quando ho evitato l’autogol sulla deviazione di Legari. L’altro, fortunatamente preludio ad una vittoria, è stato quello sulla punizione di Pastore nel 2-0 contro il Pomigliano”.
“Un ricordo indelebile”– Nella carriera di Ugo Gabrieli il ricordo più bello è sicuramente quello della partita disputata, con la maglia del Lecce nella stagione 2011-12, a San Siro contro l’Inter, quattro giorni dopo il debutto nella massima serie del “Tardini” di Parma, dove il portiere ex, tra le altre, anche di Barletta, Paganese e Cosenza ha difeso la porta salentina a seguito dell’infortunio di Julio Sergio: “L’emozione più bella fu quella del sottopassaggio, prima del fischio d’inizio: condividere l’entrata in campo con campioni del calibro di Maicon, Julio Cesar, Milito e Javier Zanetti è un ricordo indelebile che non dimenticherò mai”. La parabola percorsa da Gabrieli non è comunque caratterizzata da rimpianti o rimorsi: “No, non ho rimpianti. Lo dico perché, nonostante queste regole che non mi agevolano, ho trovato sempre spazio in qualche modo, essendo ben voluto dalle società e dai tifosi, dimostrando qualcosa”.