LECCE (di Massimiliano Cassone) – L’ambiente giallorosso è rammaricato per l’andamento del campionato del Lecce in questo terzo anno di Lega Pro ed anche, e soprattutto, preoccupato perché fallire di nuovo l’obiettivo promozione sarebbe come impattare violentemente contro un muro d’acciaio chiamato dura realtà. I tifosi, che fino a poche settimane fa erano tutti al fianco del Presidente Tesoro, dopo la sconfitta col Martina Franca si sono divisi in molte correnti di pensiero, compresa quella dei soliti “noti” che sparano da sempre sulla famiglia degli imprenditori originari di Spinazzola, come fosse il tiro al bersaglio dove si vincono i wafer e i peluche. Sono comunque molti coloro che riconosco la grande volontà e la passione che anima la famiglia Tesoro.
Il mondo calcistico leccese fa e dice tutto ed il contrario di tutto, dividersi in fazioni e squadre d’attacco in questo momento sembra la scelta meno giusta, quella che non paga, e non è vero che i calciatori possono essere spronati da contestazioni perché queste di solito piuttosto deprimono. La situazione non è delle migliori, il Lecce ha già perduto quattro partite e mancano ancora due gare alla fine del girone di andata; è inutile nascondere la polvere sotto al tappeto, qualcosa non va e bisogna capire se va cercato il colpevole oppure la soluzione. La gara perduta contro il Martina Franca è un evento da dimenticare, vergognoso e troppo brutto per essere vero. Vero è che nel calcio il primo a pagare è sempre l’allenatore, ma sarebbe come tagliare la testa ad un ipotetico colpevole oppure cercare una soluzione? In questo momento particolare significherebbe trovare un capro espiatorio. Non diciamo che Lerda non abbia le sue colpe, ma dopo aver sbagliato anche lui come tutti, aspettiamo per vedere se riuscirà a riequilibrare la squadra dopo questa sbandata; la squadra deve assumersi le proprie responsabilità, ognuno faccia un esame di coscienza e se proprio ci si deve lamentare del tecnico e fare delle rimostranze al presidente, lo si faccia dopo una grande vittoria e non dopo essere riusciti a fare i fenomeni perdendo in casa col Martina Franca.
Dal suo canto Lerda si guardi in casa, Antonio Tesoro ha costruito una corazzata che va “lucidata” e motivata giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Abbiamo in casa due “mostri calcistici” come Miccoli e Moscardelli, non farli giocare insieme sembra la storia di quell’uomo che pur amando alla follia le donne, di fronte alla donna più bella decise di farsi castrare; se entrambi possono reggere un tempo, magari si potrebbe pensare ad un modulo per costruire la formazione sulle loro caratteristiche, ritornare al famoso 4-2-3-1, 4-3-1-2, oppure al 4-3-2-1 . Sono soltanto numeri ed io non alleno neppure mia figlia, ma quelle caselle contraddistinte dai numeri potrebbe essere la soluzione al problema.
La speranza è che tutto passi, un bel sole, quello salentino, quello di un mercoledì mattina, accompagna i ragazzi al doppio allenamento, andiamo incontro a Gennaio, il mese del mercato di riparazione, in cui qualcosa sarà fatto, qualche tassello sarà incastrato non per cercare la perfezione, quella non esiste, ma per acciuffare quella promozione che i tifosi del Lecce meritano, così come la merita la famiglia Tesoro che, con tutti gli errori commessi (sono tanti ma tutti in buona fede) e i soldi spesi, è ancora lì ad aspettare che qualche imprenditore leccese dia un supporto alla causa.
Chiudo con un appunto all’US Lecce, gli allenamenti svolti come di consueto a porte aperte avrebbe fatto sentire la tifoseria più vicina, ma se questa è una soluzione la prendiamo come tale. Perché se non si vince ad Ischia si “rischia” di buttare alle ortiche l’ennesima possibilità di riscatto, e forse il tempo a disposizione scadrebbe per persone ed obiettivi.