alfabeto LecceLECCE (di Italo Aromolo) – All’alba della terza stagione del nuovo corso, abbiamo deciso di tornare sui banchi di scuola per ripercorrere sull’abbecedario i momenti più o meno brillanti della gestione Tesoro: ecco che n’è scaturito un ipotetico alfabeto giallorosso.Sarò il presidente di tutti”. Si era presentato così Savino Tesoro nella sua prima conferenza stampa da presidente dell’U.S. Lecce ed i sentimenti gli hanno dato ragione: l’uomo venuto da Spinazzola ha conquistato l’affetto e la simpatia di gran parte degli appassionati salentini, ricreando quasi magicamente quell’idillio società-tifoseria che, all’ombra di Sant’Oronzo, non si vedeva forse dai tempi del presidentissimo Franco Jurlano. E’ vero che il calcio giocato ha regalato più delusioni che soddisfazioni, con l’onta delle due finali play-off perse al fotofinish e l’obiettivo Serie B clamorosamente mancato per due anni di fila: ma l’era-Tesoro è stata comunque caratterizzata da una serie di eventi, personaggi e situazioni che (nel bene e nel male) hanno contribuito a mantenere in vita la storia del calcio leccese.

aA come Antonio Tesoro. Passata la faticosa estate di transizione (2012) in cui ha dovuto gestire i residui contrattuali della precedente gestione, nelle due successive sessioni di calciomercato, il direttore sportivo salentino ha allestito (senza arrischiare eccessive spese faraoniche) squadre di indubbia qualità tanto dal punto di vista tecnico, quanto a livello caratteriale. Uomini, prima che calciatori, è sempre stato il mantra del diesse leccese. Ernesto Javier Chevanton, Fabrizio Miccoli, Romeo Papini, Abdou Doumbia e Davide Moscardelli sono solo alcune delle intuizioni targate Antonio. Certamente non le ultime.

B come Berretti. Bentornato Lecce dei giovani campioncini. Sotto la presidenza di Savino Tesoro, il settore giovanile giallorosso è tornato a rispendere nel segno degli antichi fasti di Pantaleo Corvino e Robertino Rizzo. I tecnici Antonio Toma prima e Pedro Pablo Pasculli poi hanno creato due autentiche macchine da guerra, l’una capace di inanellare un filotto di 17 vittorie di fila e l’altra di giocarsi la finale scudetto (persa 3-1 contro l’AlbinoLeffe) con un gruppo di ragazzi sotto età. Chapeu anche all’ormai ex responsabile del settore giovanile Matteo Lauriola. I frutti del suo certosino lavoro stanno incominciando a maturare: il portiere Gianmarco Chironi e Andrea Cicerello sono ormai stabilmente in prima squadra, così come tanti altri ex Berretti sono pronti ad esplodere in giro per l’Italia per poi tornare a fare le fortune del Lecce. Il bello deve ancora venire..

C come Carpi. Il 16 giugno 2013 Lecce e Carpi si giocavano la promozione in Serie B nella finale play-off del campionato di Lega Pro. La sequenza horror ebbe inizio al minuto 73 di una gara che il Lecce era condannato a vincere: il pareggio del biancorosso Kabine, la promozione degli emiliani, la rabbia giallorossa, l’invasione di campo dei tifosi salentini, le loro violenze nei confronti degli steward e i loro vandalismi all’interno e all’esterno dell’impianto leccese. Sono immagini che hanno fatto il giro del paese e che hanno marchiato alla nazional-opinione i tifosi del Lecce come vere e proprie “bestie”. Nel tam-tam di arresti e Daspo susseguenti ai fattacci, ci ha colpito la triste storia di Andrea Bufano, il ragazzo di Martano ingiustamente condannato a mesi e mesi di carcere per una semplice invasione di campo (LEGGI QUI). Soltanto dopo una lunga battaglia giuridica Andrea è stato dichiarato innocente. Piccole soddisfazioni al cospetto di quella che resta una delle pagine più brutte del calcio leccese.

lecce carpi finaleD come Delusioni (vedasi voce precedente). Probabilmente dovremmo dedicare un sotto-alfabeto soltanto a questa voce, tra le delusioni maturate sul campo e le numerose altre in sedi extracalcistiche (dalle aule della Giustizia sportiva, ai Tribunali per i reati da stadio). Ci limitiamo a quelle prettamente sportive. L’obiettivo primario, quella Serie B bramosamente desiderata, per due anni di fila è sfumato sul filo di lana: Carpi e Frosinone sono state le giustiziere dei sogni giallorossi, in entrambi i casi al termine di una finale play-off malamente persa. Nell’anno dei tre allenatori e della “remuntanda” subita dal Trapani, il Lecce di Elio Gustinetti – dopo aver eliminato la Virtus Entella in semifinale – dovette arrendersi al solidissimo Carpi di mister Fabio Brini, che nel computo della doppia sfida ebbe il merito di imporsi per 2-1. Se allora la sconfitta giallorossa poté dirsi più che legittima, non altrettanto valga per la debacle frusinate della scorsa stagione: il Lecce delle 19 vittorie e dei 61 punti in classifica, il Lecce dell’entusiasmante rimonta in classifica, il Lecce degli undici gladiatori e de “lu sangu all’ecchi” avrebbe ampiamente meritato il salto in Cadetteria, soprattutto al cospetto di un Frosinone che del bel gioco e della sportività certamente non ne ha mai fatto dei vanti.

E come Erbetta. Nessuna digressione di botanica: ci riferiamo alla polemica dell’anno tra la dirigenza dell’U.S. Lecce e l’amministrazione comunale. Oggetto del contendere è stato – ed è tuttora – il ripristino del manto erboso del “Via del Mare” a seguito dei danni provocati dal concerto dei Negramaro svoltosi lì. Il presidente Tesoro ha attaccato duramente la amministrazione di Palazzo Carafa, accusandola di non curarsi delle sorti del club di Piazza Mazzini (nel caso specifico, il sindaco Paolo Perrone non avrebbe versato la somma precedentemente pattuita per ripristinare il terreno di gioco, con conseguente interruzione dei lavori e richiesta di giocare in trasferta la prima in campionato). Ne è scaturita una polemica che tra repliche, controrepliche, presunte mancanze di stile e duelli rusticani non ha ancora dato modo di dirimere la questione: non è escluso che i due si rivedano addirittura in tribunale.

Miccoli mignoloF come Fabrizio Miccoli. Cuore di capitano: il bomber di San Donato ha rinunciato ai milioni australiani per coronare il sogno di giocare, finalmente, nella propria squadra del cuore. Con umiltà, sacrificio e professionalità, il “Romario del Salento” ha sempre lottato in prima linea (ultimo esempio il confronto squadra-tifosi al termine della sconfitta contro la Lupa Roma) per il bene di quel Lecce che si è ripromesso dannatamente di voler riportare almeno in Serie B. Il primo anno non ci è riuscito, sebbene – pur tra non pochi problemi fisici – abbia contribuito ai successi giallorossi con ben 16 gol all’attivo (tra cui una tripletta ai danni del Pontedera) . Nell’estate in cui tutti lo davano per partente, è rimasto in Salento per riprovarci. Possibile che sbagli due volte di fila? I rumors di battibecchi con mister Lerda sembrano sopiti e, ne siamo certi, ce la metterà ancor di più tutta per regalare a questa squadra almeno la Cadetteria.

G come Giustizia Sportiva. Incomincia nell’estate del 2012 – con la retrocessione d’ufficio in Lega Pro a seguito del tentativo di combine nel derby Bari-Lecce – il controverso rapporto tra il Lecce targato Tesoro e la Giustizia Sportiva. Un rapporto che si è consumato tra situazioni paradossali (ricordate i giallorossi giocare in terza serie ancor prima del pronunciamento del terzo grado di giudizio?) e veri e propri accanimenti giuridici: per il medesimo reato, il club di Piazza Mazzini è stato privato del paracadute spettante alle squadre retrocesse, così come recentemente della possibilità di partecipare alla graduatoria per la riammissione in Serie B. Gli organi della FIGC hanno rincarato la dose in merito di giustizia sportiva anche con molti degli attuali tesserati dell’U.S.Lecce: mister Franco Lerda ha dovuto battagliare contro la spropositata squalifica di 8 mesi (poi ridotti a 3) per i fattacci di Frosinone-Lecce, il centrocampista Franco Lepore – protagonista del derby-farsa tra Salernitana e Nocerina – sta ancora scontando una squalifica che l’ha visto senza squadra (e senza stipendio) per quasi sei mesi, e il difensore Kevin Vinetot resterà fermo ancora per due settimane per una cavillosa violazione del regolamento agenti.

H come Hashtag. L’era Tesoro è stata anche la frontiera della digitalizzazione del tifo. Appena insidiatasi al timone del club, la nuova proprietà ha provveduto alla creazione di una pagina Facebook, di un contatto Twitter e di un canale Youtube: l’obiettivo – raggiunto con successo – voleva essere quello di un interazione più immediata col tifo giallorosso. Account istituzionali a parte, Facebook e Twitter sono divenuti celebri per la diretta partecipazione alla vita giallorossa di calciatori – più il primo – e tifosi – più il secondo – . Spesso i cinguettii “privati”dei beniamini giallorossi hanno alimentato voci di calciomercato (dai “quiz” di Davide Moscardelli alle esternazioni di Stefano Ferrario), mentre il social di Zuckenberg ha ospitato numerosissimi gruppi che riuniscono i sostenitori salentini (il più popolato, “Tifosi del Lecce”, conta oltre 8mila iscritti). Il web, insomma, è diventata la piattaforma su cui nel corso dell’intera settimana (con picchi alla domenica e al lunedì) riversare opinioni, idee ed emozioni in merito alle vicende della propria squadra del cuore: ne nascono interessanti conversazioni ma anche interminabili polemiche.I Sud Sound System

I come Inno ufficiale. I Sud Sound Sytem sono tornati a cantare per il Lecce a distanza di dieci anni dal loro ultimo successo “Giallurussu”: il 26 agosto scorso, nel corso della presentazione della squadra in una stracolma piazza Sant’Oronzo, la band salentina ha eseguito in anteprima il nuovo inno ufficiale dell’U.S. Lecce, intitolato “Lu core pe’ tie scalpita”. Il dialetto salentino in cui sono rigorosamente cantate tutte le strofe e il ritmo allegro e coinvolgente tipico delle “tre esse” ne faranno indubbiamente uno dei must della tifoseria giallorossa, da ascoltare e riascoltare allo stadio, in macchina alla radio o dovunque s’abbia voglia di essere tifosi giallorossi.

Franco LerdaL come Franco Lerda. Maniacale, preciso, instancabile e vincente: mister Franco Lerda è il simbolo dell’era Tesoro. Il suo legame con il Lecce è sfociato dalla glaciale freddezza dei primi mesi al dichiarato amore dell’ultima stagione: una storia lunga e complessa, fatta di entusiasmi e incomprensioni, delusioni e soddisfazioni, esoneri e filotti di vittorie. L’uomo venuto da Fossano lo scorso anno ha avvicinato l’impresa della rimonta per la Serie B, non riuscendoci per un nonnulla ma salendo comunque sul podio degli allenatori più vincenti dell’U.S. Lecce (media punti di 2,17). Non resta che aspettare il campionato che verrà per abbattere altri record. Ad maiora, mister.

Maria TesoroM come Maria Tesoro. La moglie del presidente Savino è forse la più innamorata di Lecce e del Salento: “La mia esperienza nel Lecce è estremamente gratificante. Trasmetto ai ragazzi senso di appartenenza e affetto: gioisco, incoraggio, consolo. E’ come ricreare i meccanismi di una famiglia e loro rispondono come figli eccezionali” sono le parole rilasciate ai nostri microfoni dalla “first lady” giallorossa. Insieme alla figlia Giulia, promossa al ruolo di vicepresidente, e all’ormai ex delegata ai rapporti con i tifosi Silvia Famularo, il “corso rosa” del club di Piazza Mazzini si è impegnato proficuamente in numerose iniziative sociali: la loro femminilità ha portato tra le altre alla visita di una delegazione di calciatori al Reparto di Onco-ematologia Pediatrica dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, ad un evento culturale tenutosi a febbraio nel carcere di Borgo San Nicola e alla partnership con l’associazione umanitaria “ActionAid”.

N come Novantaquattresimo. Uno dei momenti prettamente sportivi più intensi del biennio Tesoro: è il minuto di gioco in cui Mariano Bogliacino realizzava su punizione il gol-vittoria contro la Salernitana nella sfida vinta 2-1 nello scorso gennaio. In un clima piuttosto teso per la fratellanza degli avversari con i rivali del Bari, un Lecce obbligato al successo dalle ambizioni di rimonta passò immeritatamente in svantaggio per la rete granata di Riccardo Perpetuini. Il forcing finale degli uomini di mister Lerda portò prima al pareggio di Kevin Vinetot su calcio d’angolo e poi all’insperato successo “mariano” quando mancavano pochi secondi al gong: l’urlo liberatorio del “Via del Mare” e la corsa dei giocatori festanti sotto la Curva Nord fecero da contorno a quella emozionantissima serata invernale.

O come Oronzino Valletta. Lo stimato avvocato leccese è il primo rappresentante dei supporters in seno ai CdA dell’U.S. Lecce che trattano di questioni inerenti la tifoseria : una figura rivoluzionaria che farà da trait d’union tra le direttive della società e le esigenze dei sostenitori giallorossi. Nei fatti, non si tratta di una nomina di facciata ma di un ruolo pienamente operativo che, anzi, ha già portato ai primi frutti: fino a pochi giorni fa, sulla bacheca del gruppo Facebook dell’omonima associazione “Lecce in Azione”, ogni tifoso ha potuto esprimere le proprie opinioni in merito a campagna abbonamenti, maglie ufficiali e quant’altro riguardasse più direttamente il tifo. Raccolte le proposte più percorribili, l’avvocato le ha fatte pervenire in un incontro privato al presidente Tesoro, il quale come sempre si è dimostrato ben disposto a collaborare con i supporters giallorossi: molte idee hanno già trovato attuazione (come l’iniziativa “Porta un amico giallorosso” in merito di campagna abbonamenti), mentre altre – come la destinazione di specifici settori del “Via del Mare” alle famiglie – potrebbero realizzarsi a breve.

Logo Passione Lecce 105P come Passione Lecce 105. E’ il nome della mostra organizzata lo scorso anno dalle tre associazioni di tifosi “Noi Lecce”, “Lecce in Azione” e “Salento GialloRosso” per celebrare i 105 anni di vita dell Unione Sportiva Lecce: dal 24 aprile, al 1 maggio 2013, il Castello “Carlo V” fu adibito a museo in perfetto stile amarcord dedicato ai centocinque anni di calcio a Lecce tra maglie, gagliardetti, trofei e foto d’epoca. Insieme alla proiezione di alcune gare storiche, sfilarono tra dibattiti e interviste tutti i grandi protagonisti della storia recente del calcio salentino: per citarne solo alcuni, Mimmo Renna, Aldo Sensibile, Eugenio Fascetti, Ezio Candido, Pantaleo Corvino, Gigi De Canio e Serse Cosmi. Sull’onda della collaborazione nata proprio in quell’occasione, pochi mesi fa le tre associazioni hanno deciso di confluire in un unico “contenitore” : la nuova e unica “Passione Lecce” si propone di favorire una più massiccia ed omogenea partecipazione dei tifosi alle vicende dei giallorossi.

Q come Quattromila. Loro, ci sono sempre: parliamo dei “soliti quattromila” spettatori che presenziano mediamente alle gare interne del Lecce. Quelli che c’erano contro la Feralpi Salò come c’erano contro il Milan, quelli del “Serie A, Serie C siamo sempre qui”, quelli della pioggia, del vento e di qualsivoglia intemperie meteorologica. Complici la crisi economica e il declino sportivo giallorosso degli ultimi tre anni, il “Via del Mare” ha dovuto fare i conti con un progressivo svuotamento (con tanto di chiusura della Curva Sud) che ha abbattuto la media spettatori dai 9.961 della Serie A 2011/’12 ai 4.654 della scorsa stagione.

rigore AbruzzeseR come Rigori. Altra tappa indelebile nel cammino del Lecce dello scorso anno: i rigori al cardiopalmo che decisero il quarto di finale play-off tra la compagine salentina e la matricola terribile del Pontedera. Il pareggio a reti bianche con cui si conclusero il tempo regolamentare e i due tempi supplementari aprì un interminabile serie di calci di rigore. Soltanto al sedicesimo tiro, dopo aver rischiato per ben tre volte l’eliminazione, il difensore Giuseppe Abruzzese fissò il punteggio per 8-7 in favore dei giallorossi. Una partita nella partita si giocò tra i tifosi sugli spalti del “Via del Mare”: molti non ebbero il coraggio di guardare, altri si lasciarono andare a pianti di gioia, altri ancora affermarono di aver perso parecchi anni di vita in un alternanza di gioie e paure che solo chi le ha vissute direttamente può comprendere.

S come Spinazzola. Il piccolo centro delle Murge, di cui la famiglia Tesoro è originaria, ha fatto tanto discutere l’opinione pubblica salentina: può una famiglia di “baresi”, per giunta con una storia di fallimenti alle spalle, portare avanti la storia dell’Unione Sportiva Lecce? E mentre qualche amministratore comunale in tempi non sospetti ha alimentato questa a dir poco discutibile linea di pensiero, i Tesoro hanno smentito con i fatti i tanti pregiudizi che si erano creati sul loro conto: attaccamento ai colori e al territorio, sensibilità alle esigenze della tifoseria e totale dedizione alla causa sportiva del Lecce sono state le tre costanti della loro gestione, che pure non è stata scevra di valutazioni sbagliate commesse pur sempre in buona fede.

Terzo Tempo TNT come “Terzo Tempo”. Non poteva mancare una trasmissione televisiva autogestita dall’U.S. Lecce per commentare settimanalmente le vicende dei giallorossi: per tutta la durata dello scorso campionato, “Terzo Tempo” ha tenuto compagnia agli appassionati salentini ogni lunedì e venerdì sulle frequenze di TgNorba24 e Canale 8. La conduttrice Silvia Famularo ha fatto gli onori di casa ad ospiti d’eccezione come il presidente Savino, il diesse Antonio, mister Lerda e quasi tutti i calciatori della squadra. Grazie ai collegamenti telefonici in diretta, i tifosi giallorossi hanno potuto interagire direttamente con i tesserati in studio: alzare la cornetta e fare una domanda al presidente Tesoro (o chi per lui) ha rappresentato sicuramente l’ennesima occasione di quel confronto società-tifoseria che è indispensabile per la buona salute di ogni famiglia calcistica.

Curva Nord, leccezionale.itU come Ultrà Lecce. Il cuore pulsante del tifo leccese: li abbiamo sempre definiti così gli Ultrà Lecce, encomiabili in numero ed entusiasmo nel sostenere la squadra anche nelle difficoltà di due campionati in terza serie. In casa o in trasferta, i loro fumogeni, cori e bandieroni giallorossi hanno accompagnato costantemente le gare dei salentini, nonostante le innumerevoli difficoltà cui sono andati incontro tra crisi economica e burocrazia calcistica: dalla strenua opposizione al programma della Tessera del Tifoso (quante volte sono stati costretti a tornare a casa perché sprovvisti della TdT dopo aver percorso centinaia di chilometri per assistere ad una gara in trasferta?) alle più assurde vessazioni giuridiche (ricordate i 30 tifosi puniti con il Daspo per aver assistito senza TdT a Paganese-Lecce nonostante gli stessi biglietti fossero stati procurati dalle Forze dell’Ordine? E i 42 supporters che hanno rischiato la medesima pena per aver festeggiato in piazza (alias “manifestazione non autorizzata”) la permanenza dei giallorossi in Serie A dopo il derby vinto col Bari?) Fortunatamente, hanno fatto notizia anche per il loro impegno nel sociale e nelle associazioni umanitarie: nel corso di Benevento-Lecce della scorsa annata, gli ultras della Curva Nord donarono numerosi generi alimentari alle famiglie del territorio in piena emergenza abitativa.

V come Vecchia guardia. Quella vecchia guardia con cui la famiglia di Spinazzola ha avuto il coraggio di tagliare i ponti: ripartire da zero – negli uomini e nelle idee – è stato l’input della nuova società di Piazza Mazzini. Il capitano degli anni duemila Guillermo Giacomazzi, il bomber di sempre in massima serie Javier Ernesto Chevanton, e il “dottore” per antonomasia Peppino Palaia sono solo alcuni dei senatori della precedente gestione che hanno lasciato il club salentino dopo l’insediamento della famiglia Tesoro: una scelta per certi versi controversa (non sono mancate le polemiche a riguardo) dettata sicuramente da motivi economici (insostenibili in Lega Pro gli stipendi dell’era Semeraro) ma anche da fattori ambientali, come può essere il mancato entusiasmo di ultra-trentenni che hanno già vissuto l’epopea del calcio leccese. La fallimentare stagione di Lecce-Carpi docet.

Z come Zero. I punti in classifica del Lecce di mister Moriero dopo quattro giornate nello scorso campionato e i punti in classifica del Lecce di mister Lerda dopo una giornata nel campionato in corso. Due avvii altrettanto choc ma non del tutto sovrapponibili: diversamente dal Lecce targato Moriero – carente in organizzazione di gruppo e preparazione fisica – il nuovo Lecce di mister Franco Lerda ha imparato a conoscersi già da diversi mesi dimostrando ampiamente di saper vincere e convincere: la sconfitta contro la Lupa Roma può suonare indubbiamente come un campanello d’allerta, ma non può pregiudicare il lavoro di un anno che ha posto le basi per un futuro di successi.

Noi siamo alla “Zeta”, ma non dimentichiamoci che il campionato è ancora all’abbiccì…

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