Benevento-LecceLECCE (di Massimiliano Cassone) – Non c’è tempo per invocare ed aspettare lo spettacolo calcistico; non è ora di criticare, c’è una gara difficilissima per il Lecce. Di fronte ci sarà il Benevento, un avversario arcigno e deciso che venderà cara la pelle. L’arena su cui si scontreranno i sogni di due città e i gladiatori di due squadre sarà il “Via del Mare”.

Al “Ciro Vigorito” è terminata 1-1 e il Lecce è ancora una volta vittima di un regolamento molto discutibile. A condire ogni sfortuna c’è stata la squalifica di Franco Lerda a causa del linguaggio colorito usato dal tecnico durante l’incontro con i sanniti, la società ha presentato ricorso ma c’è la seria possibilità che sia rigettato e in panchina vada Giacomo Chini con il tecnico di Fossano in Tribuna.

Quella di domenica è stata una gara a scacchi tra Lerda e Brini. Per 39 minuti di gioco i tifosi hanno vissuto l’emozione di godere di mosse strategiche. Infatti il centrocampo sembrava un gomitolo di maglie “giallorossobianche”. Era concentrato tutto lì e fino al gol di Miccoli, le due difese non avevano praticamente sbagliato nulla, poi la gara è stata aperta e nel secondo tempo il Benevento ha approcciato meglio alla partita e ha meritato il pareggio.

10259899_1516476455246797_1763702437306868070_nIl Lecce poteva fare di più…? Rivedendo la gara contro il Pontedera, oppure quella contro il Pisa, o il Viareggio possiamo ben dire che poteva fare anche peggio. Quindi è stato un pareggio non d’oro ma di platino e i play-off non sono mai stati terreno di sfide spettacolari. Si gioca sul filo del rasoio e nessuno vuole farsi male. Quello che devono capire i tifosi che è fuori luogo dire “noi siamo il Lecce”, non funziona così, in campo ci sono due squadre e le partite sono apertissime a tutti i risultati.

Bisogna stare vicini a questo Lecce, bisogna farlo in silenzio, e occorre partecipare alla battaglia con l’unica arma utile per i tifosi: il biglietto per andare allo stadio. Tutto il resto sono chiacchiere, sono parole che non trovano nazionalità alcuna. Agli esteti del calcio rimasti scontenti per la gara in terra campana, consigliamo di rivedere la finale di Europa League di quest’anno, e lo facciamo senza polemica alcuna ma con lo spirito di chi vuole fare un esempio semplice. Di fronte alla tensione di una gara che può significare il fallimento di una stagione o l’olimpo dei sogni, un allenatore pensa prima a non prenderle, a meno che non abbia l’armata delle armate con cui combattere la battaglia.

DSCF3807Il Lecce non è una squadra che può dare spettacolo (se succederà sarà una sorpresa bellissima, ma poco conta); la squadra di Lerda ha compiuto l’impresa delle imprese arrivando terza dopo l’inizio assurdo, ma lo ha fatto con il carattere, con l’impegno, con il sudore e con l’intelligenza, calandosi nella mentalità della serie C, perché la squadra salentina è in serie C ed è di serie C e deve uscire via da questa categoria con la mentalità giusta. E poco importa se le verticalizzazioni e la struttura del gioco solletichino i palati più fini oppure no, qui importa vincere anche all’ultimo calcio di rigore, all’ultimo secondo dell’ultima partita. E chi vuole dare una mano alla causa spenga i PC, chiuda i social e vada a comprare il biglietto… Tutti insieme allo stadio a spingere la palla in rete, nella rete del Benevento… anche all’ultimo secondo.

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