Lerda, leccezionale.itLECCE (di Italo Aromolo) – Dicono che i piemontesi siano freddi. Si dice così perché ricordano la riservatezza di Gianni Rivera, il sangue freddo di Giampiero Boniperti, la mitezza di Giampiero Gasperini, l’imperturbabilità di una generazione intera che, nata all’ombra delle Alpi, ha contributo ad alimentare un mito. Lo dicono, perché hanno visto per mesi l’uomo di Fossano, mister Franco Lerda, difendersi impietrito dai facili entusiasmi di rimonta del suo Lecce, predicando concentrazione “partita dopo partita”. Lo dicono anche perché non potrebbe essere altrimenti, se un piemontese viene soprannominato “generale di ferro”. Lo dicono, già, ma sol perché non lo hanno visto… Non hanno visto Lecce-Frosinone, la sfida-verità che potrebbe decidere il campionato di Prima Divisione, la “gara dell’anno” che i salentini hanno meritatamente vinto per 2-0 in un tripudio di gioia e di colori davanti a quasi 10.000 spettatori.

Contro i ciociari, il condottiero giallorosso Franco Lerda sembrava un leccese purosangue, che ha vissuto tutti e novantotto i minuti con un coinvolgimento, una verve ed una passione che molto avranno contribuito nel trascinare i suoi ragazzi alla vittoria. Già in settimana, a dire il vero, c’erano stati i sentori di quanto il tecnico piemontese avvertisse il peso della gara: “Contro il Frosinone sarà la partita: voglio 12, 13mila spettatori” aveva dichiarato Lerda negli studi della trasmissione televisiva autogestita dall’U.S. Lecce “Terzo Tempo Sera”. E nel corso del match, infatti, è stato lui il primo ad incitare gli undici in campo, urlando e sbracciandosi a non finire, dando costantemente indicazioni tattiche (e non solo a Barraco…) e spronando ciascuno dei suoi a dare il massimo dal primo all’ultimo minuto (nell’azione – sviluppatasi sull’out di sinistra – che ha portato al miracolo del portiere avversario Mangiapelo sul finire del primo tempo, Lerda sembra quasi “spingere”con le mani Fabrizio Miccoli alla conquista della sfera).

esultanza Lecce e LerdaSenza perdere quell’aplomb da giacca, cravatta e divisa ufficiale che da sempre lo ha contraddistinto come perfezionista indefesso e professionista serio e preparato, dopo il gol di Bogliacino il tecnico giallorosso si è letteralmente travestito da capo-ultrà e ha invocato a due mani il sostegno dell’intera Tribuna Centrale; è stato un Lerda versione capo-popolo anche a fine partita, quando, con la stessa movenza, ha infiammato l’intera Curva Nord subito dopo aver preso parte alla bellissima cavalcata che, mano nella mano insieme al resto della squadra, gli ha tributato la meritata ovazione per un successo che mai come domenica è stato frutto del gruppo.

Memorabile, infine, la corsa con cui il mister è entrato in campo dopo il gol di Beretta, corsa a cui si può guardare come il simbolo dell’emozionante rincorsa in campionato. Appena la palla è entrata in rete, l’allenatore di Fossano, l’uomo dalle radici piemontesi ma dal cuore sempre più salentino, ha percorso quasi metà campo a perdifiato per abbracciare tutto il gruppo e festeggiare con la squadra, per un’esultanza che entra di diritto tra le più belle degli ultimi anni di calcio salentino. Nella speranza, ovviamente, che non sia l’ultima…

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