TripoliLECCE – Cosa avrà avuto capitan Gianluca Comotto da urlare con tanta veemenza in faccia all’attaccante dell’Ascoli, Pietro Tripoli? Si era nel primo tempo della sfida al “Del Duca” tra il Picchio ed il Perugia, con gli umbri già in 10 uomini per l’espulsione di Massoni al 15′. I padroni di casa attaccavano a testa bassa mettendo in seria soggezione la squadra di mister Camplone, che arrivava nelle Marche col dichiarato intento di porta via l’intera posta in palio.Tripoli 2

Nonostante le belle intenzioni della vigilia, però, i biancorossi erano rimasti in balìa degli avversari per larghi tratti dell’incontro, con lo stesso Tripoli “abile” a divorarsi almeno tre chiare occasioni da rete a tu per tu col portiere umbro Koprivec. Una inattesa prova d’orgoglio dei bianconeri, desiderosi di ben figurare agli occhi della nuova presidenza poiché un po’ tutta la rosa ascolana si gioca la riconferma per la prossima stagione.Tripoli 3

Dall’altro versante, il Perugia si stava giocando la possibilità di agguantare o almeno avvicinarsi alla capolista Frosinone e quell’atto di “sfrontatezza” non sarà andato giù al capitano del “Grifo” che, non appena il numero 11 bianconero ha fallito la più ghiotta delle occasioni capitatagli, non ha trovato di meglio che urlargli in faccia qualcosa… Eppure non era lui il diretto marcatore della punta dei padroni di casa, né c’era stato alcun comportamento sleale da parte di Tripoli nel conquistarsi la palla-gol poi fallita dal limite dell’area piccola. Che a Comotto piaccia vincere facile come ai calciatori ciociari nella trasferta di Pagani in cui pareggiavano inopinatamente fino al solito gol in pieno recupero?

Di certo, i tifosi del Lecce lo ricordano per l’arroganza e l’antipatia che seppe dimostrare nel corso della sfida tra i giallorossi ed il Perugia, soprattutto in occasione della palla non restituita al Lecce su fallo laterale, quando i salentini avevano volutamente mandato la sfera fuori dal rettangolo verde per permettere l’intervento dei sanitari. Un episodio in cui gli animi in campo si accesero non poco e che culminò con l’espulsione di mister Franco Lerda.

Commenti

4 Commenti

  1. Ho voluto sottolineare e riportare i fatti come realmente si sono svolti dato che nell’ articolo sembrava tutt’ altra cosa! E poi finchè si rimane nello sfottò verbale tutto bene è quando si supera il limite che andrebbe censurato il gesto!

  2. Prima di scrivere inesattezze, x non dire peggio, bisogna documentarsi. Nell’ azione precedente il povero Tripoli ha scartato Comotto prendendolo in giro, cosa che ha replicato il Cap. del Perugia nell’ azione successiva! SOLO GRIFO!

    • Egregio signor Simon PG, assumendo per vera la sua spiegazione dei fatti, resta alquanto antipatico che un calciatore dell’esperienza di Gianluca Comotto si lasci andare ad atteggiamenti così plateali nei confronti di un avversario molto più giovane, e quindi inesperto, di lui. Nessuno vuol eventualmente giustificare Tripoli visto che si trattava di una gara ad alta tensione come dimostrano le eccezionali misure di sicurezza adottate dall autorità ascolane. Ragion per cui, simili atteggiamenti restano censurabili ed inopportuni.
      Un bel po’ di anni fa, “tal” Checco Moriero, allora giovane ala destra del Lecce, si “permise” di fare un tunnel al campione del mondo Antonio Cabrini. Questi, sentendosi umiliato da un ragazzino, lo prese per capelli. Morale: la spavalderia di un ragazzo porta a commettere gesti atletici o ad avere atteggiamenti che possono apparire irriguardosi verso i più “anziani”. Ma sta a chi ha esperienza ai massimi livelli dare l’esempio dentro e fuori il campo. A Lecce, nell’ultima sfida tra i giallorossi ed il Perugia, lo stesso Comotto si è contraddistinto per un contegno tutt’altro che sportivo e corretto innescando una scintilla nell’esplosivo clima, ma fino ad allora estremamente corretto, della gara. Potrebbe giurare lei o era per caso in campo per affermare che prima dello “sbeffeggiamento” di Tripoli, il buon Comotto non avesse fatto altrettanto con lui? Ad ogni modo, resta un episodio che si commenta da solo.

  3. Ha gridato perché l’attaccante ascolano in una precedente azione l’aveva preso in giro. Dopo averlo saltato appunto, Tripoli l’ha schernito con una mimica di chi fa girare la testa agli avversari.

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