LECCE (di Italo Aromolo) – Nel momento topico del campionato, un Lecce in piena avaria cede il passo allo sbarazzino Viareggio di mister Cristiano Lucarelli nell’anticipo della 27^ giornata del Girone B di Prima Divisione e vede allontanarsi la possibilità di raggiungere la Serie B attraverso la porta principale. La bruciante ed inattesa sconfitta in terra versiliese (2-0) rappresenta una di quelle partite che segnano indelebilmente il percorso stagionale di una squadra, che ne delineano (in negativo) l’andamento futuro e che, a conti fatti, si rimpiangono anche a distanza di anni a gran voce tra i tanto decantati “se” e “ma”.
La storia recente del calcio leccese insegna, infatti, che non è la prima volta che l’undici giallorosso cova un sogno per una stagione intera, lo insegue volando ad alta quota sulle ali dell’entusiasmo e, al momento di agguantarlo, si fa imprigionare dalla vertiginosa paura di non farcela, fallendo l’appuntamento clou: in alcuni casi si è trattato di semplici incidenti di percorso che, bene o male, non hanno compromesso il traguardo finale, mentre in altri casi la caduta è costata l’obiettivo stagionale e grandi delusioni per l’umorale ambiente del tifoso medio salentino.
Nel girone A dello scorso campionato di Lega Pro, il Lecce di mister AntonioToma viaggiò per tutto il girone di ritorno alla strepitosa media di 2,30 punti a partita; l’invidiabile ruolino di marcia, scaturito da una serie di limpide imposizioni contro avversari più abbordabili tra cui Tritium, Reggiana e Feralpi Salò, fu però del tutto vanificato dalle uniche due sconfitte dell’era-Toma: ai primi di marzo, un “Via del Mare” gremito da quasi 7 mila spettatori assistette al suicidio casalingo del Lecce contro il Trapani (2-1), in una sfida di importanza madornale che frapponeva le due prime della classe; pochi mesi dopo, si rivelò fatale anche la sconfitta a Bergamo contro l’Albinoleffe (2-1), che sancì la promozione in Serie B dello stesso Trapani. Fino a pochi minuti dal termine di quella gara, una vittoria del Lecce sarebbe significata la promozione diretta dei giallorossi, che invece furono costretti a disputare i play-off, poi persi in malo modo nella finalissima contro il Carpi.
Il finale di stagione dell’annata di Serie A 2012/’13 è entrato nella storia come una delle pagine più drammatiche degli ultimi anni: dopo un’insperata rimonta salvezza che lo vede recuperare 6 punti sulla quart’ultima in classifica, il Lecce del tecnico Serse Cosmi frena bruscamente la sua marcia a poche giornate dalla fine, quando la cattiveria agonistica e la voglia di lottare trasmesse dal sanguigno allenatore perugino devono soccombere ad una fisiologica stanchezza psico-fisica che impedisce di portare a termine l’incredibile remuntada. Nonostante manchino pochi punti al traguardo e il calendario offra una serie di favorevoli scontri casalinghi, il Lecce fallisce un primo match-point contro il demotivato Parma (sconfitta per 2-1 tra le mura amiche) e si ripete due settimane dopo quando cade al cospetto della Fiorentina del tecnico-traghettatore Vincenzo Guerini (1-0). Complici queste due partite, la stagione si conclude con l’amaro epilogo della retrocessione in Serie B.
Due anni prima, nella Serie B 2009/’10, il Lecce guidato da Gigi De Canio, primo per lunghi tratti del torneo, stecca nel più eclatante dei modi la gara decisiva per la promozione in Serie A: a tre giornate dalla fine, si presenta ad un “Via Del Mare” sold-out il Cesena di Pierpaolo Bisoli; i giallorossi, a +8 sulla terza, pregustano la promozione in Serie A quando a 10’ dal termine si ritrovano in vantaggio grazie al gol siglato da Gianni Munari; negli ultimissimi minuti, accade l’imponderabile: il francese Malonga realizza una doppietta in favore degli ospiti, che conducono per 2-1 ed espugnano il fortino salentino per la delusione dei 30.000 tifosi locali. Fortunatamente per il Lecce, il vantaggio accumulato permette ai giallorossi in affanno nelle ultime 3 gare (2 punti conquistati) di gestire un finale di stagione senza comprometterne la felice conclusione.
E’ sempre De Canio la guida tecnica nella stagione di Serie A 2008/’09: l’allenatore originario di Matera risolleva le sorti di un Lecce che giace nei bassifondi della classifica dopo il mediocre inizio di campionato targato Mario Beretta in panchina. Il calendario della 36esima giornata propone uno scontro in coda da brividi tra il Lecce (penultimo a quota 29 punti) e il Bologna (uno in più), con il Torino, quartultimo a 31, impegnato nella proibitiva trasferta di Napoli. Al “Dall’Ara” i salentini hanno molto da recriminare: il sogno salvezza sfuma a seguito di un gol di Sergio Volpi al 94° (2-1, inutile l’iniziale vantaggio giallorosso di Simone Tiribocchi, cui segue il gol del pareggio – per giunta in posizione di fuorigioco – di Marco Di Vaio).
Chiudiamo questa rassegna con un derby Lecce-Bari della stagione di Serie B 2007/’08: in un clima infuocato tra tafferugli fuori dallo stadio, tifosi ospiti senza biglietto e forze dell’ordine in massima allerta, i giallorossi di mister Giuseppe Papadopulo, allora secondi a +1 sul Bologna, ricevono in casa un Bari che, guidato dal salentino Antonio Conte, non ha più nulla da chiedere ad un campionato che volge al termine (siamo a metà maggio). L’esito della sfida, apparentemente scontato sulla carta, viene ribaltato dal verdetto del campo, che decreta la vittoria dei “Galletti” per 2-1 e la conseguente condanna dei cugini “eterni rivali” alla disputa dei play-off. E’ una partita il cui ricordo risulta particolarmente significativo in questo momento storico calcistico: non solo per la sempiterne emozioni che un derby può suscitare o per le recenti vicissitudini che vogliono il fallimento pilotato della compagine biancorossa, ma anche perché quel Lecce, rimanendo compatto, sereno e fiducioso nei propri mezzi, riuscì a vincere la lotteria degli spareggi promozione ed a regalare la gioia della promozione ai propri tifosi, se pur passando dalla porta secondaria a seguito di una cocente delusione nella regular seasion. Che la storia si ripeta anche quest’anno?