LECCE (di Gabriele De Pandis) – La forza della “Berretti” capolista e cacciatrice di ogni tipo di record in campionato sta nell’unità di un gruppo che, al contrario di situazioni tipiche in molti spogliatoi, prescinde dai protagonismi personali. A contribuire alla cavalcata, finora trionfale, dei Pasculli-Boys sono anche quelli elementi che non hanno molto spazio e sono chiamati alla buona prestazione ogniqualvolta il tecnico argentino decide di cambiare la tradizionale fisionomia della squadra. Alberto Potenza, terzino destro nato a Lamezia il 14 dicembre 1995 ma salentino purosangue, è un ragazzo sempre pronto a dire la sua in un ruolo, quello di esterno destro della difesa, dove ogni errore potrebbe aprire pericolose falle a beneficio degli avversari.
Equilibrio tra le due fasi – Potenza pone subito l’accento sulle sue qualità che gli permettono di disimpegnare i compiti quotidiani: “Amo giocare nel ruolo di terzino destro, posizione in campo molto impegnativa perché devo sia difendere sia partecipare alla fase offensiva; riesco a giocare bene lì perché ho tanta corsa e l’aggressività giusta, qualità vitali per un terzino”. L’aggressività e la caparbietà di Potenza sono state utili a salvare una serie di situazioni difficili, come il magistrale intervento alla disperata, importante come un gol, dove il ragazzo ha fermato una punta della Salernitana ormai pronta a tirare in solitudine dall’area piccola. Sulla scelta dei moduli preferiti il ragazzo di Galatone non ha dubbi: “In carriera ho giocato anche da esterno alto, ma col tempo ho perso le caratteristiche ed i movimenti offensivi di quel ruolo; preferisco operare in una difesa a 4, dove ho meno responsabilità offensive ed ho sempre un ausilio di un compagno che mantiene la posizione”.
C’è spazio per tutti– Il calciatore galatonese è ovviamente soddisfatto del rendimento in campionato della truppa dei Pasculli-Boys: “Il campionato è pieno di squadre con tanta qualità; questo grande settore giovanile mi fa e mi farà maturare tanta esperienza, anche grazie a partite contro squadre blasonate”. Potenza, seguito sempre nei suoi impegni calcistici dal premuroso padre Carmelo, è agguerrito ed attento a sfruttare ogni possibilità concessagli dal mister: “Ho un buon rapporto con mister Pasculli, dà il giusto spazio e le giuste possibilità a tutti noi”.
Col Toro nel cuore– Alberto Potenza poi lancia l’in bocca al lupo al Nardò Calcio, sua ex squadra per tanti anni che in questi mesi sta passando uno dei periodi più brutti della propria storia a seguito del fallimento e della radiazione dal campionato di serie D, comminata nello scorso novembre dopo la mancata presentazione sul campo della compagine neretina nella partita Grottaglie-Nardò: “Ho giocato per molti anni a Nardò e mi auguro che questo periodo buio passi in fretta; la città e la tifoseria meritano di misurarsi ad alti livelli, assaporando il grande calcio che gli spetta”.
Modelli e ambizioni – Il modello di gioco di Alberto Potenza è l’icona italiana di una gioventù che cerca di sgomitare tra l’infinita concorrenza e lo scetticismo degli addetti ai lavori: “Ammiro Mattia De Sciglio, ragazzo giovane e con tante potenzialità, capace di svolgere benissimo entrambe le fasi di gioco con una maglia pesante come quella del Milan”. Il terzino galatonese è un ragazzo con la testa sulle spalle e le sue ambizioni da ragazzo maturo lo dimostrano: “Studio al liceo scientifico e, dopo il diploma, a prescindere dalla mia eventuale fortuna nel calcio, vorrei studiare fisioterapia”.