LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Balotelli, ci risiamo. Il grande Totò ripeteva spesso una delle sue esilaranti battute dicendo negli sketch e nei suoi film: “Ogni limite ha una pazienza…” Ebbene, questo gioco di parole andrebbe pronunciato a muso duro al discolo Mario che non perde occasione per far parlare (male) di sé l’opinione pubblica italiana e straniera.
L’ultima bravata in ordine di tempo è quella che ha visto l’attaccante del Milan rifilare una manata ad un cameraman Mediaset al suo arrivo alla stazione ferroviaria di Napoli dove la Nazionale giocherà domani un match di qualificazione ai Mondiali per Brasile 2016. Prendendo spunto dall’insofferenza di certe star o presunte tali infastidite dagli obiettivi dei fotografi e degli operatori tv, Balotelli ha malamente allontanato il cinereporter che lo riprendeva assediato dai tifosi dell’Italia accorsi a salutare l’arrivo degli Azzurri.
Ma non solo. In uno dei suoi tanti tweet, il calciatore nato a Palermo e cresciuto in Lombardia ha dichiarato di non sentirsi un testimonial anti-Camorra innescando una valanga di critiche, imbarazzi e rincrescimenti anche in seno alla Figc. Un sacerdote, don Aniello Manganiello, ne ha addirittura chiesto la non convocazione in maglia azzurra. Scelte inopportune come quella di visitare Scampia e far chiacchierare i media su una presunta amicizia coi boss dello spaccio di droga.
Atteggiamenti arroganti e violenti che sono costati al discolo centravanti non pochi guai sia in campo, che nella vita privata. Evidentemente, neppure la paternità ha aiutato il soggetto in questione a maturare e ad avere comportamenti più consoni al ruolo di “idolo” che, chissà mai poi perché, riveste per tanti adolescenti che impazziscono per le sue “balotellate“.
Un continuo esempio in negativo, fatto di atteggiamenti scostanti tanto sui maggiori palcoscenici del calcio internazionale, quanto nel privato che gli sono valsi decine di multe e reprimende, oltre che l’antipatia di milioni di tifosi non solo per l’avversa fede calcistica, ma perché stanchi dei capricci di un 23enne plurimilionario a cui la fama ed i soldoni facili hanno probabilmente dato alla testa.
Esternazioni improvvide, scorribande in auto extra-lusso che da neopatentato non avrebbe neppure potuto condurre, atteggiamenti di sfida verso intere Curve rivali, ma pure vero i suoi stessi tifosi all’epoca in cui militava nell’Inter, lo hanno spesso e ripetutamente portato sulle prime pagine dei giornali non certo per le grandi capacità tecniche di cui pur gode (indimenticabile la rete alla Germania con la maglia dell’Italia agli scorsi Europei), ma per vicende incresciose che ne macchiano il valore atletico e le gesta sportive comunque compiute. Il suo curriculum è di tutto rispetto in virtù della possibilità di aver militato fin da giovanissimo in società blasonate e potenti che lottano per vincere. Balotelli può infatti vantare 3 scudetti italiani, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa d’Inghilterra ed 1 Champions League.
Inoltre, il suo nome e la sua foto con tanto di cresta in testa hanno fatto il giro del mondo grazie alla copertina che nel 2012 gli ha riservato la celebre rivista “Time“, all’epoca in cui militava nel Manchester City dove è ricordato per gli eccessi fuori e dentro il campo più che per le imprese sportive. In un’occasione, dopo un gol, stizzito con Stampa e tifosi degli Sky blues mostrò una polemica sottomaglia con su scritto: “Why always me? (Perché sempre io?)”. La risposta appare scontata…
Balotelli è talmente “vittima” della sua convinzione di essere una vittima prescelta che non distingue più ciò che è accettabile da ciò che la gente, alcuni suoi allenatori (Mancini, Prandelli), compagni di club e supporters non condividono ed a buona ragione. E’ preda del suo essere personaggio a tutti i costi, inviso, e quasi ne gode nel constatare le polemiche che innesca con comportamenti, dichiarazioni o atteggiamenti il più delle volte censurabili.
Il ragazzo è refrattario ad ogni suggerimento dei colleghi più navigati, degli allenatori che lo hanno coccolato e trattato da figlioccio. Tira dritto incurante dei problemi alle pubbliche relazioni che crea per i dirigenti di club o della Nazionale italiana chiamati a scusarsi con mezzo mondo a causa sua.
Eppure SuperMario sa avere un cuore grande quando occorre. Lo dimostra il suo impegno nel sociale come riportato sul proprio sito internet ufficiale in cui si parla di come egli sostenga le attività riabilitative della Casa del Sole Onlus, che ha sede a Curtatone (Mantova). Con una visita ai bambini, Balotelli ha potuto vedere come si svolge l’attività riabilitativa con i cavalli.
Insomma, santo e dannato? Purtroppo Balotelli somiglia più a Cassano, Maradona, Chinaglia, Mike Tyson e tanti altri “eroi” in chiaroscuro del calcio e dello sport a cui la vita ha sempre presentato il conto. Una cosa è infatti certa: quando i riflettori si saranno spenti anche su di lui, resterà soltanto l’ennesimo gigante dai piedi d’argilla, vittima del suo stesso personaggio.
Mario, shut up: chiuda il becco… ma per il suo bene.