LECCE – (di Massimiliano Cassone) – Due ragazzi, i loro occhi, la loro passione, il loro entusiasmo, le loro speranze, i loro sogni, la fatica, il sudore, la grinta e, a volte, il sangue: racchiudiamo tutto questo in un solo sport, il rugby.
Richard e Maurizio hanno ispirato questo articolo ma loro sono come tutti i compagni, cioè semplici, però rappresentano l’esempio di chi crede nella bontà di ciò che fa. E già, il rugby uno sport nobile ma non ricchissimo come il calcio; uno sport che si deve praticare esclusivamente per amore, quell’amore che tanto dona e tanto toglie, senza regalare denari a sproposito.
Il regista Marco Paolini ha sintetizzato il concetto primario di quest’arte così: “Il rugby è uno sport da gentleman. Prima di tirare il pallone, indietro, al tuo compagno, tu devi controllare che lui stia bene, che sia ben disposto, aperto, disponibile, ottimista. Non puoi tiragli un pallone vigliacco che gli arriva assieme a due energumeni che gli fanno del male. Però mentre tu fai tutto questo bel ragionamento etico, ce n’è altri ventinove che ti guardano di cui, quattordici tuoi e quindici no, e di questi, tre ti corrono addosso, due grossi e uno piccolo, ma cattivo, e la prima tentazione è di dare il pallone al tuo compagno”.
Richard e Maurizio in Sala Stampa erano emozionati, avevano il nodo in gola quello dei grandi appuntamenti. E non hanno nascosto la gioia di poter giocare, finalmente, su un campo d’erba e non di terra battuta dove ogni caduta è una ferita, dove ogni scontro è doloroso più d’una ferita. Avevano il sole negli occhi e il desiderio nel cuore di voler scendere presto in campo per la seconda giornata del campionato di serie B.
Richard Spagnoli 19enne arriva da L’Aquila e sogna l’Eccellenza, un giovanissimo di grandi speranze, un talento, e Maurizio Zotti cuore, anima, polmoni e sacrificio di questa Svicat pronta a stupire ancora: sono loro i protagonisti di una conferenza stampa durata poco ma intensa.
Senza i fasti dedicati ad altri sport, pochi giornalisti al seguito ma bella, bella da morire per le emozioni che ha regalato. Perché è nella semplicità che si nasconde la bellezza di una vita che va vissuta come va giocato il rugby: fatica, passione, sudore, sangue e amore… E se tutti i giorni, la maggior parte delle persone si comportasse con la stessa correttezza di questi ragazzi, forse sarebbe tutto più bello.
Complimenti al patron Fabrizio Camilli che ha avuto la forza di portare il Salento nel rugby che conta e regalare a questi ragazzi la possibilità di sognare ancora… Lui che ha creduto e realizzato il “suo” sogno. Questa è la storia di Richard e Maurizio, della Svicat, di tutto il rugby e ci ricorda che la passione si nutre di ostacoli. La vita è meravigliosa in tutta la sua genuinità.