LECCE (di Italo Aromolo) – Non bastano la storia (ben 21 precedenti) e la geografia (stessa regione, “solo” 250 chilometri di distanza) per accomunare il Lecce al suo prossimo avversario: il Barletta. Le due squadre condividono anche il presente calcistico, ritrovandosi coinquiline nei quartieri bassi della classifica: i biancorossi occupano, con un solo punto, il penultimo posto in classifica, davanti ai soli salentini fermi a quota zero. Quello che, per qualità della rosa e valori espressi, è oggettivamente uno degli avversari più abbordabili, rischia domenica di diventare un ostacolo insormontabile, ancor più se affrontato con gli occhi di chi, invece di avere “lu sangu”, sta vivendo una sorta di psico-dramma collettivo per cui anche squadre modeste come L’Aquila e Catanzaro spaventano come Real Madrid e Barcellona.
La storia recente: una lunga risalita dall’Eccellenza. Dopo anni tra Serie B (4 partecipazioni) e C (33), nel 1995 il Barletta Calcio fallisce, ripartendo dall’Eccellenza pugliese. In 15 anni, attraverso vittorie sul campo e ripescaggi, i biancorossi riescono a tornare in Lega Pro Prima Divisione, dove stanno ora disputando il quarto campionato di fila. La squadra, che dal 2011 è nelle mani dell’imprenditore locale Roberto Tatò, è reduce da stagioni altalenanti: nel 2010/’11 un 11° posto; nel 2011/’12 un 6° posto; nel 2012/’13 un 14° posto, che condanna ai play-out il Barletta di Nevio Orlandi: i pugliesi sconfiggono l’Andria, garantendosi la sofferta salvezza, oltre che la conferma del tecnico per la stagione in corso.
Il Barletta come il Lecce: inizio flop. Uno scialbo 0-0 ad Ascoli è stato l’unico pareggio ottenuto dai biancorossi (continua intanto lo strano scherzo del calendario per i salentini, che, dopo aver incontrato due squadre dai colori sociali giallorossi – cioè Benevento e Catanzaro – sfidano per la seconda volta di fila un avversario con i colori biancorossi). Nelle restanti 4 partite, il Barletta non ha racimolato alcun punto, fornendo alcune prestazioni imbarazzanti, in particolare tra le mura amiche (Barletta-Prato 0-2, Barletta-Salernitana 0-2 e Barletta-Pisa 0-1). Mercoledì scorso invece, nella sfida di Coppa Italia Lega Pro, i pugliesi hanno mostrato buone cose, al di là dell’attendibilità dell’occasione: 3-1 alla più quotata Paganese e qualificazione al secondo turno, che sarà proprio contro il Lecce il 23 ottobre.
Curiosità: attacco non pervenuto. Il Barletta è l’unica squadra tra i professionisti in Italia a non aver segnato ancora un gol in campionato: nei 450 minuti finora giocati i biancorossi sono sempre rimasti a secco, incassando invece un totale di 6 gol.
La rosa: centrocampo ok, in avanti manca qualità. Partiamo dal reparto maggiormente sotto accusa, l’attacco: i titolari sono due pugliesi doc, il 28enne barese Antonio Giulio Picci ed il giovanissimo foggiano Emanuele Cicerelli; in due hanno segnato solo 3 reti tra i pro, anche se appaiono in risveglio, essendo andati a segno nel match contro la Paganese. Per sostituire il lungodegente Andrea La Mantia, infortunato al legamento sinistro, è stato acquistato dal mercato degli svincolati Dejan Zigon (15 gol nella scorsa A slovena), in odore di convocazione per la trasferta di Lecce in caso di arrivo del tranfert dalla federazione. Resta il rimpianto estivo di aver ceduto al Crotone, dove ha già siglato un gol, il centrocampista offensivo Jacopo Dezi, protagonista lo scorso anno con 7 gol in poco più di 20 presenze.
Il centrocampo è indubbiamente il reparto più temibile, con una serie di calciatori con esperienza in Serie A e Serie B: il “Pirlo” della Lega Pro, pericolosissimo nei calci da fermo, è il capitano della squadra Riccardo Allegretti, un signor giocatore (35 anni) con un passato nella Triestina, nel Modena e nel Bari; non sono da meno l’austriaco Jurgen Prusth, ex Livorno, mix tra solidità difensiva e inventiva offensiva; Carlo Ilari, scuola Juve, con un campionato di B alle spalle nell’Ascoli; il giovane bolognese Jacopo Mantovani, 6 gol negli ultimi 2 anni. I laterali di centrocampo, molto versatili, sono invece: Andrea D’Errico, 21 anni ma già 65 presenze tra Prima e Seconda Divisione, il 28enne Andrea Pippa, 232 presenze e 4 gol in carriera, l’ex Aprilia Marco Cane (’92), migliore in campo mercoledì scorso, e il 19enne Dario Cascione, prelevato dal Vigor Lamezia.
Le tre torri difensive sono tutte under 25, ma non certo ancora acerbe: Fabrizio Di Bella, promosso a titolare dopo la scorsa stagione da comprimario, il neretino Fabio Antonio Romeo, ex della partita avendo militato nelle giovanili giallorosse fino al 2012, e l’ex Juventus Vincenzo Camilleri, che molti ricorderanno al centro di una querelle legale tra Reggina e Chelsea per la proprietà del cartellino. Il portiere è il 24enne Luca Liverani, che lo scorso hanno ha disputato 17 partite tra le fila biancorosse, subendo 17 gol (solo 2 nelle ultime 10 giornate).
Tattica e uomini: Orlandi sibillino, si va verso il 4-3-3? “Ogni partita è diversa, dipende da avversari e contesto” è il dribbling dell’ex allenatore della Reggina che si esprime a proposito del sistema di gioco che adotterà a Lecce. Fino ad ora il tecnico lombardo ha puntato sul più classico dei 3-5-2, con i due esterni chiamati a svolgere la doppia fase (dunque un 5-3-2 in fase difensiva e un 3-3-4 in fase offensiva). Tuttavia l’aridità del gioco espresso e i sorprendenti risultati ottenuti in Coppa con un nuovo modulo, il 4-3-3, potrebbero indurre Orlandi a riconfermare un atteggiamento tattico più spregiudicato. In tal caso, la punta centrale sarà Picci, affiancato da Cicerelli a sinistra e da D’Errico a destra. A centrocampo saranno all’opera Allegretti, Prusth e Ilari, con quest’ultimo in vantaggio nel ballottaggio a tre con i due giovani Jacopo Mantovani e Oscar Branzani. In difesa, va verso la conferma in blocco il trio Di Bella-Romeo-Camilleri, affiancato da uno degli esterni del 3-5-2 che si abbasserà per fare il terzino: i candidati sono Cane (favorito), Pippa e Cascione.
L’ambiente: tutto pronto per l’esodo. Da Barletta sono in partenza 4 pullman di tifosi organizzati, oltre a un buon numero di supporter che raggiungerà il Salento con i propri mezzi: saranno circa in 200-300 ad assiepare il settore ospiti del “Via del Mare”. In città il clima è elettrico, l’attesa è frenetica e si avverte l’atmosfera suggestiva di un derby-verità, prima del quale, come sempre, tornano nello scantinato amarezze e contestazioni e si riaccende l’entusiasmo.