LECCE – Si è riunito questa mattina a Milano l’Ufficio di Presidenza Nazionale dell’Anci.  Al termine dei lavori è stato approvato un ordine del giorno con il quale si chiede l’immediato trasferimento ai Comuni del rimborso della prima rata dell’Imu 2013; il trasferimento degli introiti relativi alla mancata corresponsione della seconda rata entro il dicembre del 2013; la richiesta di compensazione dei trasferimenti Imu 2102 da inserire nella legge di stabilità, per la quale i Comuni vantano un credito di circa 700 milioni di euro; la richiesta di modifica del Patto di Stabilità interno, al fine di renderlo più flessibile, con la relativa esclusione delle spese per investimenti che riguardano interventi di manutenzione scolastica e interventi di sicurezza e con l’esclusione di risorse  di coofinanziamento da parte dei Comuni per progetti finanziati dall’Unione Europea; la richiesta di esclusione dei piccoli comuni, quelli al di sotto dei cinquemila abitanti, del rispetto dei limiti legati al Patto di Stabilità e la garanzia che l’imminente introduzione da parte del governo centrale della Service Tax sia ispirata a due principi fondamentali: l’equità fiscale e la sostenibilità da parte die contribuenti.

“Sono stati i Comuni fino a questo momento – ha commentato Paolo Perrone e  componente dell’Ufficio di Presidenza dell’Anci  – a garantire allo Stato le maggiori riduzioni della spesa, grazie anche all’avvio di politiche significative improntate alla spending review. Basti pensare che il comparto degli Enti locali, in appena 3 anni, ha dovuto subire tagli per 16,5 miliardi di euro. Da 25 milioni di euro di trasferimenti statali per il Comune di Lecce nel 2010 ora  si è passati ad un trasferimento negativo (il Comune di Lecce restituisce cioè allo Stato) di 2 milioni e mezzo. I bilanci dei Comuni non possono però assorbire ulteriori tagli.  Per questa ragione, è giunto ora il momento che ad assicurare significative economie e a garantire i necessari risparmi dovranno essere altri comparti dello Stato, a cominciare dalla macchina burocratica dell’Amministrazione centrale dello Stato”.

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