LECCE (di Gabriele De Pandis e Italo Aromolo) – Un calcio che fa risvegliare i sentimenti dei nostalgici. Quel tifo autentico, sanguigno, fatto di attese e rivalità che caratterizza così fortemente le piazze del campionato e che ha fatto innamorare, quando ancora non esistevano Tessere e Daspo, intere generazioni di tifosi, atleti e addetti ai lavori di questa Lega Pro, che ha sempre avuto nel Girone C la sua parte più calda. Seppur il calcio del primo decennio degli anni Duemila stia allontanando sempre di più la gente dagli stadi (soprattutto di provincia) a vantaggio delle pay-tv e il facile ammiccamento per le grandi squadre, resta quel residuo di passione erede degli anni migliori del tifo, che vede l’Italia come culla indiscussa del tifo organizzato. In questa piccola inchiesta viaggeremo attraverso le rivalità principali e i derby più sentiti del campionato di Lega Pro Unica – Girone C.
In questa prima parte ci occuperemo specificatamente delle rivalità che coinvolgono il Lecce e la sua tifoseria, prima di dare spazio in un prossimo appuntamento ad un quadro generale relativo all’intero girone. Sicuramente, la descrizione non potrà abbracciare tutte le tensioni esistenti, pertanto ci limiteremo alla descrizione delle rivalità più accese e pittoresche.
PROMOZIONI E TENSIONI CONTRO IL COSENZA. Il primo anno di Lega Pro Unica porterà al Lecce l’incrocio con rivali vecchi e nuovi: senza dubbio, il match più atteso dalle frange calde del tifo è quello con il Cosenza. Proprio a Lecce, i Lupi cosentini persero il treno per una Serie A che avrebbe avuto qualcosa di storico: la sconfitta per 1-0 del 16 giugno 1992 al “Via del Mare” aprì la via per la massima serie all’Udinese. Gli strascichi di quella delusione portarono, nella successiva apparizione del Cosenza a Lecce, ad una sorta di vendetta dei tifosi rossoblù: un lancio di una bomba carta dal Settore Ospiti costò la perdita di una mano a Carlo Piccinonno, tifoso leccese che la raccolse in Tribuna Est nel tentativo di allontanarla dai presenti. Tornando al campo, l’ultimo incrocio tra Cosenza e Lecce viene ricordato dolcemente dai salentini: la vittoria per 1-2 al “San Vito” firmata da Mirko Vucinic fu il prologo della promozione del 7 giugno 2003, conquistata con il 3-0 al Palermo.
PORTIERI DA SALVEZZA: LA REGGINA. Dallo storico gemellaggio dei calabresi con il Bari nasce la rivalità con la Reggina, poi infuocatasi per le numerose battaglie-salvezza condivise nella massima serie soprattutto negli anni Duemila. Una di queste, forse la più entusiasmante per gli appassionati di fede salentina, risale alla stagione di Serie A 1999/2000: era una un vero e proprio thriller salvezza quello in cui il centrocampista giallorosso Francisco Lima sostituì tra i pali l’espulso Antonio Chimenti (fallo di reazione su Bruno Cirillo) e da portiere improvvisato sventò almeno tre occasioni da gol dei calabresi, regalando ai salentini un importantissimo successo per 2-1. Come ogni rivalità che si rispetti, non sono mancati scontri tra le opposte fazioni: nel maggio del 2005, al fischio finale di un Reggina-Lecce ben diversa per animi in campo (dato il soporifero pareggio per 2-2 ampiamente preannunciato in ottica salvezza), le due tifoserie si fronteggiarono con violenza nel piazzale antistante la Curva Nord dello stadio “Granillo” di Reggio Calabria.
LUNGA RIVALITÀ GRANATA: SALERNITANA. Uno dei faccia faccia di lusso di questo campionato cela una rivalità tra due delle piazze più calde del girone. L’ormai assodata amicizia tra le curve del Bari e della Salernitana è alla base della rivalità tra i supporter giallorossi e quelli campani, mai risparmiatisi in reciproci sfottò nelle tantissime occasioni in cui il campo li ha messi di fronte (sono ben 58 i precedenti tra le due squadre). Le migliori edizioni dello scontro sportivo tra Salernitana e Lecce sono datate anni Settanta, in cui i due sodalizi lottavano gomito a gomito per la promozione in cadetteria in una Serie C unica quasi rievocata dopo la riforma dell’anno scorso che ha cancellato Prima e Seconda Divisione. Sugli spalti, molti ricorderanno la partita al “Via del Mare” della stagione 1996/’97, rimasta nelle cronache per gli scontri verificatisi tra le opposte tifoserie nella Curva Sud, presa d’assalto da facinorosi del settore ospiti che tentavano di lanciare oggetti: soltanto la barricata che separa i due settori ha evitato il peggio. Sul campo, il Lecce di Giampiero Ventura era pronto al salto in A e i granata si battevano per la salvezza, raggiunta anche grazie al 2-2 finale.
DUELLI D’ALTRI TEMPI CON LA CASERTANA. Una rivalità non nota ai più è quella con la Casertana. Lo scontro tra il Lecce e i Falchetti campani, corredato dalla terza incomoda Taranto, ha caratterizzato la Serie C tra fine anni Sessanta e inizio anni Settanta. Nella stagione 1969-1970 il Lecce ha potuto fare solo da sparring partner alla promozione in Serie B dei rossoblù, impostisi nell’ultima giornata grazie ad un distacco di due punti sul Brindisi. Lecce-Casertana è divenuta poi una costante di tutti quei campionati di Serie C, con il Lecce all’inseguimento di una promozione arrivata soltanto nella stagione 1975/’76, con la guida in campo di Gaetano Montenegro e Fortunato Loddi.
ASTIO DEL PASSATO CON IL BARLETTA. La totale indifferenza che nell’ultimo Lecce-Barletta i supporters giallorossi hanno riservato ai cori di sfottò levatisi dal settore ospiti riflette piuttosto chiaramente come le tensioni del derby pugliese non siano particolarmente sentite al giorno d’oggi, soprattutto se paragonate a quelle esistenti con altre realtà regionali come Bari. Quella rivalità che è andata man mano sopitasi nel tempo (complice indubbiamente l’ultimo quarantennio in cui le squadre si sono incontrate soltanto una volta), in passato era considerata come una delle più accese e violente: in un Barletta-Lecce del febbraio 1975, il gol del pareggio allo scadere del leccese Gaetano Montenegro (che fissò al ’90 il risultato sul 2-2) scatenò la furia dei tifosi del Barletta. I sostenitori locali diedero sfogo alla rabbia per la mancata vittoria con lanci di pietre e bottiglie e con un’invasione di campo seguita dall’assalto agli spogliatoi e dall’assedio al torpedone del Lecce: le conseguenze disciplinari furono il 2-0 a tavolino in favore dei giallorossi e una lunga squalifica per l’impianto barlettano. I fattacci del “Puttilli” si ripeterono 12 anni in forma meno violenta: nella stagione di Serie B 1987/’88, la tifo-cronaca di Barletta-Lecce 3-2 vide qualche scaramuccia sugli spalti (fumogeni lanciati nel settore ospiti danneggiarono uno striscione degli ultras leccesi) e guerriglie post-partita (lanci di pietre tra le due fazioni portarono a diversi contusi).