LECCE (di Sofia Barone e Syria Schipa)* – È sempre più radicata nell’opinione pubblica la convinzione che i giovani non nutrano più abbastanza interesse nei confronti della situazione politica che si vive oggigiorno in Italia e verso gli scenari futuri che pur riguardano la loro vita negli anni a venire.
In vista delle elezioni politiche fissate per il prossimo 4 marzo, abbiamo svolto un mini-sondaggio su un campione di studenti del Liceo Classico e Musicale “Palmieri” di Lecce non ancora maggiorenni e che, quindi, non potranno ancora andare a votare.
Ad ogni modo, secondo i risultati emersi, il 34% degli intervistati si è detto completamente indifferente nei confronti della politica: chi per sfiducia nei confronti di partiti e uomini politici, chi perché non sente la necessità di informarsi adeguatamente.
Il 66% degli intervistati, al contrario, ha affermato di interessarsi allo scenario politico nazionale, sia pure a volte in maniera abbastanza superficiale e con un’informazione che definisce “saltuaria“. Di questa seconda percentuale, infatti, soltanto il 30% dichiara di documentarsi in modo approfondito e con particolare coinvolgimento, mentre la restante parte si affida alle notizie apprese superficialmente tramite i telegiornali.
Siamo di fronte sì a micro-dati ma che vanno però in netta controtendenza rispetto a quelli nazionali che vogliono i giovani sempre più disinteressati, disillusi e lontani dalla politica.
In realtà, non assistiamo ad un’indifferenza vera e propria nei confronti della Cosa Pubblica, ma per alcuni ragazzi si tratta semplicemente di un’informazione e partecipazione casuale, per altri ancora passiva, dovuta in primis al forte senso di sfiducia e diffidenza verso le istituzioni.
Inoltre, la progressiva disgregazione di luoghi di ritrovo storicamente deputati alla discussione ed al confronto non ha fatto altro che allontanare sempre più i giovani da un ambito fondamentale qual è la politica. D’altro canto, quanti scelgono di non occuparsi di politica, perché sentita come qualcosa di estraneo e che non appartiene loro, non si preoccupano neanche del proprio futuro.
Un esempio lampante del coinvolgimento attivo giovanile è la presenza in prima linea a manifestazioni pubbliche di protesta, quali ad esempio i recenti cortei No Tap, come pure la massiccia partecipazione sulla rete, con i social network che rappresentano lo strumento principale per dar voce ai propri ideali e confrontare le diverse opinioni.
Pertanto il dato finale che emerge è che non tutti i giovani si disinteressano a priori della vita politica del nostro Paese. Invece coloro che hanno sviluppato un approccio differente rispetto al passato preferiscono congelare la propria opinione in un post rispetto all’esporla nel mondo reale che sembra sempre più distante da quello virtuale che raccoglie pensieri, paure e speranze delle nuove generazioni.