LECCE (di Giada Palumbo)* – Si potrebbero scrivere tanti articoli di cronaca per discutere dell’ennesimo caso di femminicidio, perchè è questo ciò che è; impariamo a chiamare ogni cosa col giusto nome. Era solo il 23 agosto quando, su un social, Noemi Durini scriveva un pensiero sull’amore, iniziava così: “Non è amore se ti fa male, non è amore se ti controlla…” una denuncia di quell’amore malato che l’ha portata verso il suo tragico destino che ha distrutto l’esistenza della ragazza di 16 anni impedendole di spiccare il volo nella vita. Un volo l’ha spiccato: quello di sola andata verso il cielo infinito.
Credo sia importante riflettere su tale omicidio, non perchè sia diverso da tutti gli altri, ma perchè lo guardo con i miei occhi, gli occhi di una ragazza come Noemi impaurita dal mondo. E di certo simili episodi non aiutano a vincere ansie e timori che mi circondano. Non è bello pensare di non potersi fidare di nessuno, nemmeno della persona che si ama.
Sento gente dire che lei sapesse dell’indole violenta del suo ragazzo ed a queste persone chiedo se sappiano cosa sia davvero l’amore o se lo abbiano dimenticato. Noemi era innamorata del suo Lucio e quando si è innamorati non si notano i pericoli, si va dritti per la propria strada, inconsapevoli delle conseguenze che un rapporto morboso può comportare.
Anche io in un primo momento ho pensato che, conoscendolo meglio, forse avrebbe potuto evitare il tragico epilogo di quella relazione. Ma è facile parlare quando non si è direttamente coinvolti e non si conoscono le dinamiche che regolano certe storie. Noemi l’amava, è questa è la sua unica “colpa”. forte del suo amore per lui, non vedeva il pericolo che stava per correre.
Mi chiedo solo se questo sia amore…
*articolo realizzato dall’alunna Giada Palumbo del Liceo Classico e Musicale “G. Palmieri” di Lecce nell’ambito del progetto di alternanza scuola/lavoro regolamentato dalla Legge 107/2015