LECCE (di Gavino Coradduzza) – L’atteggiamento prudente del Lecce nella trasferta di Andria, in particolare nel corso della ripresa, ha fatto storcere il muso ai tifosi che… sognano la marcia trionfale ovunque e contro chiunque; ma ci sono partite che suggeriscono di accontentarsi di un punto piuttosto che cercare il successo pieno, rischiando di restare a mani vuote. Va riconosciuto alla Fidelis il merito di aver costruito almeno quattro palle gol ed aver centrato un palo da brividi, contro lo zero in termini di pericolosità del Lecce in fase di attacco. Penso che la strada che conduce all’obiettivo finale possa riservare anche partite come questo derby; l’insoddisfazione deve tener conto dell’avversario di turno (non tenero) e della necessità di muovere comunque la classifica.
Attenzione perchè l’Andria fa sul serio fin dai primi secondi della ripresa: fiondata dal limite (insidiosa parecchio) con palla oltre la traversa… Lepore qua, Lepore là, Lepore su, Lepore giù; sacrificio totale del capitano che argina, imposta, riparte. Intanto la foga della Fidelis prosegue con feroce intensità anche se il Lecce non traballa neanche quando (15°) Giosa rischia davvero il cartellino rosso abbattendo da tergo, ad una ventina di metri da Gomis, l’avversario ormai lanciato e solo. Sono squilli di tromba che di tanto in tanto interrompono i palleggi del centrocampo, ma sono sempre suonati dagli uomini di casa… La buona sorte dà anche una mano quando Gomis riesce a deviare sul palo, la palla che gli rimbalza sulla palla e rotola lungo la linea fatale prima che la difesa liberi. Il Lecce ora sta subendo pericolosamente; sarà così fino al 41° quando si materializza l’ultima situazione di pericolo del derby: ancora una palla che sfiora il palo di Gomis e finisce sul fondo. Ma la buona sorte arridwe anche ai padroni di casa al 90° nell’episosio del rigore non fischiato su Mancosu… Lo zero a zero va così in archivio.















