LECCE (di Italo Aromolo) – Le tragedie ingenerano strani subbugli di emozioni tra gli appassionati di calcio, si stendono come un velo nero sugli spalti colorati e richiamano alla sensibilità un mondo di passioni sfrenate dove a volte è bene fermarsi e riflettere. Nessuno tra i tifosi del Lecce potrà dimenticare il silenzio che precedeva Lecce-Milan poche ore dopo la morte di Marco Simoncelli, o l’incredulità nell’ apprendere che Lecce-Napoli era stata rinviata per la scomparsa di Piermario Morosini. Il dolore di giocare Lecce-Modena senza il magazziniere Antonio De Giorgi e la commozione di guardare Frosinone-Lecce sapendo che, a fine gara, non ci sarebbe stata la voce del giornalista Sergio Vantaggiato a raccontarla come sempre. Non sono state partite come le altre e certamente non lo è stata neanche Lecce-Cosenza, sfida del resto segnata come tutto in questi giorni dai drammatici eventi terroristici di Parigi. Il popolo giallorosso ha voluto stringersi attorno al mondo occidentale e lo ha fatto con un accorato striscione comparso ad inizio gara in Tribuna Est: “Onore alle vittime di Parigi”.
Ma non è stato quello il solo tema solidale che ha vinto la sua partita sugli spalti. Con uno striscione in Curva Nord si è voluto celebrare il ricordo di Gabriele Sandri, tifoso della Lazio morto l’11 novembre di otto anni fa per lo sparo di un agente di polizia ed in memoria del quale è stata aperta una campagna di donazione di sangue presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.
Un altro drappo, esposto nello stesso settore, ha reso lo sdegno per l’infelice cancellazione in settimana nel quartiere di Castromediano a Cavallino del murale dedicato a Mimmo Ricciato, ultras leccese scomparso ventuno anni fa. Il messaggio, accompagnato da sonori cori, ha sortito i suoi effetti, con l’affresco che ora verrà ridipinto.
C’è stato spazio anche per la battaglia degli ulivi, definiti “storia della nostra terra” nello striscione con il quale la Nord si è schierata per l’ennesima volta a difesa di un territorio sempre più minacciato da abusi ed eradicazioni selvagge di secolari testimoni della cultura salentina.
Domeniche come queste testimoniano la maturità di un popolo, almeno quello giallorosso, nel reagire di fronte a tragedie del genere stringendosi attorno al dolore e riproponendosi come veicolo di valori sociali, culturali ed umanitari: è questa la vera essenza del tifo.