SAN CATALDO (di Pierpaolo Sergio) – Due enormi scritte ed un manifesto da morto sono presenti lungo i muri in cemento che delimitano l’ingresso della darsena di San Cataldo. Nonostante nei mesi scorsi si sia provveduto alla bonifica dell’area con la rimozione dei cumuli di alghe secche e maleodoranti che impedivano che l’approdo potesse funzionare regolarmente, per la struttura della marina leccese, chiusa ai diportisti, non sembra esserci pace. E così, ecco che il malcontento di qualche cittadino particolarmente interessato alla vicenda ha pensato di bene di mandare un eloquente messaggio al sindaco del capoluogo salentino, Paolo Perrone e a non ben identificati “arroganti“.
Nella prima parte dell’originale “murale”si legge: “Sign. sindaco mi sono sbagliato ridammi il mio voto grazie!!!“, mentre qualche metro più in là ecco che la protesta si rivolge anche ad altri personaggi visto che le accuse si rivolgono al plurale con queste altre frasi: “Arroganti – presuntuosi- strafottenti la darsena di Lecce è dei cittadini leccesi… Turisti guardate… Ahahah vergogna“. Tra l’una e l’altra scritta, chi ha deciso di esprimere tanto malcontento non si è limitato ad imbrattare le pareti del molo foraneo ma ha anche affisso un manifesto funebre in cui si annuncia la morte della stessa darsena che rappresenta da decenni l’ormeggio per le imbarcazioni in particolare dei diportisti della città.
Originale e pittoresca protesta, certo. Ma ciò che colpisce l’occhio del turista o del semplice passante locale è che tali esternazioni evidentemente dimostrano il chiaro sintomo delle difficoltà lavorative incontrate dagli operatori che gestivano la darsena. La struttura, infatti, vive da anni ormai una situazione tutt’altro che semplice visto che la gestione era passata alla “Cooperativa pescatori di Leuca Finis Terrae” che a sua volta era subentrata alla “Colaci Mare” dopo alcune gestioni provvisorie e, dopo essersi aggiudicata regolare gara, dal luglio dello scorso anno è in cogestione con il Comune di Lecce.