LECCE (di Massimiliano Cassone) – Non bisogna pensare alle gare di Juve Stabia, Matera e Casertana, bisogna soltanto tifare per altri 90 minuti: c’è la Vigor Lamezia da battere. Poi, col fiato sospeso leggeremo gli altri risultati. Purtroppo quest’anno va così, bisogna ballare sulla lama di un rasoio per altri 90 minuti e poi si vedrà. Peccato che accada proprio ora, peccato che il Lecce non si sia svegliato prima, peccato per le undici sconfitte stagionali, per le scaramucce con Lerda e per lo sfortunato Pagliari, peccato che Bollini abbia avuto bisogno di un bel po’ di rodaggio prima di trovare la quadratura giusta. E peccato anche per tutte quelle gare che si potevano almeno pareggiare ed invece sono state perse. È un vero peccato… Ma questo è il calcio, inutile recriminare ora, inutile che ora esca allo scoperto il ridicolo partito del “ve l’avevo detto io”.
DOUMBIA – Una sola squadra in campo in Lecce-Ischia: i salentini hanno vinto con tre gol di Doumbia. La freccia nera franco-maliana, dopo un avvio di stagione infelice, con la tripletta di ieri sale a 9 marcature stagionali. Una vittoria bellissima che forse servirà a poco ai fini del risultato finale ma che regala una piccolissima speranza da coltivare, fino all’ultimo secondo, fino alla fine.
MEDAGLIA AL VALORE – Una medaglia al valore va ai soliti tifosi, 4010 ieri, con una menzione speciale per la Curva Nord che, nonostante tutto, ha incitato sempre e comunque la squadra in questa strana e balorda stagione.
MICCOLI – Al 64° entra al posto di Doumbia; Fabrizio Miccoli è triste, è cosciente di calcare per l’ultima volta il manto erboso del “suo” stadio. Anche lui è vittima di una stagione nata storta in cui non è mai stato messo nella condizione giusta per poter fare bene. Al triplice fischio finale, col groppone in gola, non riesce nemmeno a salutare la “sua” curva, esce dal campo per primo, chissà, forse in preda ad una emozione forte che difficilmente rivivrà.
LEPORE – Ennesima prova maiuscola la sua. Gioca col cuore e la tecnica non manca e, quando, serve straripa dal cuore. Al termine, visibilmente commosso, fa vedere ai suoi tifosi la maglia con la scritta “Ultrà Lecce”, un gesto d’amore, un segno distintivo di una passione che non tramonterà mai per quelli come lui che sono cresciuti a pane, acqua e calcio giallorosso.
FUTURO – Altri 90 minuti e poi cercheremo di capire cosa ne sarà di questa squadra. La società di Piazza Mazzini, se non dovessero arrivare acquirenti per il pacchetto di maggioranza, andrebbe veramente nelle mani del sindaco? Ci sono veramente degli imprenditori settentrionali, lombardi per l’esattezza, pronti a trattare l’acquisto? Solo il tempo ci svelerà ogni cosa…