LECCE (di Massimiliano Cassone) – La delusione a Lecce sul versante calcistico è immensa dopo l’ennesima sconfitta sul campo del modesto Cosenza che ha scoperto di avere tra le sue fila un nuovo Luiz Nazario da Lima detto Ronaldo in Elio Calderini, fenomeno sì, ma figlio degli ingenui errori dei calciatori giallorossi… La polemica sui social non accenna a placarsi; ci sta che si perda, il calcio è uno sport. C’è chi vince e c’è chi perde ed a volte anche un pareggio può pesare più di una sconfitta.
A Lecce tutto si sta enfatizzando troppo, tutto si metabolizza malamente senza capire che possedere una squadra di calcio è un lusso per imprenditori che vogliano profondere passione e denaro senza riceverne nessun beneficio economico (specialmente nelle serie minori). Bisognerebbe imparare a perdere perché ogni vittoria è figlia di una sconfitta e nasce dalla voglia di prendersi una rivincita.
A Lecce è stato fatto di tutto per far disinnamorare la famiglia Tesoro del progetto che avevano in mente. Nessuno vuol capire, nemmeno oggi, dopo un mese dalla conferenza stampa in cui il patron Savino ha annunciato il disinteresse da giugno in poi, che non è semplice trovare persone disposte a spendere dai 4 ai 5 milioni annui per un campionato di Lega Pro senza alcun ritorno economico.
Ci sono città importanti come Pisa, Benevento, Ascoli, Salerno, Cremona, che lottano da anni per ritornare in cadetteria e non ci riescono; i tifosi di queste squadre vivono il calcio come uno sport, amareggiandosi per le sconfitte e gioendo delle vittorie, e nessuno di loro si permette di infangare i propri presidenti oppure i direttori sportivi.
I Tesoro vogliono lasciare. In settimana, tra giovedì e venerdì, sarà intavolata nel senso più vero una trattativa importante, con tutte le carte in regola. Queste sono le indiscrezioni che abbiamo raccolto e ci sarebbe da scrivere dell’altro ma, al momento, sarebbe superfluo e dannoso per il prosieguo della trattativa stessa; ora ciò che ci interessa di più è che le parti trovino un accordo, in modo da sollevare la famiglia Tesoro dall’incombenza psicologica di quella che è diventata una pietra sullo stomaco.
Attenzione, però: non è scritto su nessun libro di magia che il nuovo gruppo imprenditoriale che rileverà il pacchetto di maggioranza farà meglio dei Tesoro. Non riusciamo a capire il motivo per cui il Lecce non possa tentare per dieci anni, senza riuscirci, di vincere il campionato; non riusciamo a capire perché il Lecce dovrebbe essere più importante del Perugia, così per fare un esempio, che ci ha provato per nove anni prima di approdare in B. Ci vuole umiltà, ci vuole tanta umiltà. Il calcio è un gioco e va vissuto come passatempo pur amando una maglia, pur sentendo un’identità forte legata a quei colori. Ci vuole coerenza, pazienza e correttezza. Nulla è dovuto a nessuno.
Alla famiglia originaria di Spinazzola una parte di Lecce dovrebbe porgere delle scuse perché, nonostante loro abbiano amato la maglia giallorossa, non sono mai stati amati. Eppure sono delle persone che hanno sempre lasciato la porta aperta a tutti, sbagliando forse… E già, questo è stato l’errore più grande dei Tesoro: la troppa disponibilità con tutti, anche con chi forse non lo meritava. Perché la costruzione della rosa si può sbagliare, così come la scelta dell’allenatore e via di seguito, non si può però non rispettare chi lavora. E loro sul progetto-Lecce hanno lavorato tanto, perdendo la possibilità di approdare in serie B soltanto in finale per due anni consecutivi e se il Lecce è in Lega Pro non è certamente per colpe “tesoriane”…
Grazie Giuseppe!
Concordo pienamente con l’articolo in questione. Complimenti a Massimiliano Cassone che dice soltanto la cruda realtà…
Infatti sig. Fabio, non ho scritto tutti… Un caro saluto.
Eh no caro Sig. Cassone non tutti nel Salento abbiamo contestato i Tesoro x fortuna ritengo ci siano teste pensanti che pur frequentando il via del mare e leggendo ciò che i vari giornalisti e giornalai riportano riescono a discernere. Forza Lecce un saluto