LECCE (di Massimiliano Cassone) – Tre punti d’oro giunti al termine di una gara sofferta, una vittoria scaccia-crisi che illumina come un raggio di sole che dirada le ombre. Una prestazione da squadra vera, da gruppo compatto, tutti si sono sacrificati fino alla fine ed è stato bello vedere Miccoli ritornare in difesa per poi ripartire suonando la carica; dai suoi piedi sono partite moltissime azioni, forse il “Romario del Salento” non è ancora al 100%, magari non lo sarà mai più, ma è pur sempre devastante e di lui nessun allenatore dovrebbe mai privarsi. Stesso discorso per Davide Moscardelli che, con la doppietta di ieri, sale a quota 8 gol, lui che pure ha dovuto faticare per vincere le dicerie degli scettici che lo vedevano come un “vecchio” leone sul viale del tramonto. La nota più lieta però è stata la coralità della squadra nella quale si è espresso al massimo Checco Lepore tornato a fare il terzino destro, ruolo che aveva ricoperto a Nocera l’anno scorso.
Contro la Vigor Lamezia sono stati commessi molti errori difensivi e proprio negli errori sta la differenza tra quel pareggio e questa vittoria; il Lecce, autore di tre gol, ha subito la rimonta a causa delle proprie imprecisioni in una gara che sembrava vinta. Ieri la squadra di Pagliari è andata in vantaggio, ha raddoppiato e fino all’episodio del rigore è stata padrona incontrastata del campo. Non si vuole discutere la decisione dell’arbitro ma si vuole evidenziare l’atteggiamento positivo assunto dopo aver subito il gol; i giallorossi si sono riversati nella metà campo avversaria, superando e abbattendo il rischio reale di una sindrome da risultato che avrebbe potuto colpirli in quel momento.
Ora bisogna continuare a lavorare a capo chino e a petto in fuori, senza paura di se stessi, senza il timore di non farcela, e ricreare quel gruppo che l’anno scorso gettò il cuore oltre l’ostacolo inanellando la serie positiva che portò i giallorossi a giocarsi i Play Off.
Una vittoria importante questa contro la Lupa Roma che però non deve creare false illusioni, c’è ancora tanto da lavorare e Pagliari lo sa e sta svolgendo egregiamente il suo compito tenendo sulla corda, e facendo sentire importanti, tutti i giocatori, compresi gli assenti secondo il suo principio per il quale… “bisogna creare l’habitat naturale dove tutti possano esprimersi al meglio”. Il mister di Macerata sta faticando tanto per abituare la difesa ai suoi movimenti, ma ci vuole tempo e pazienza, qualità questa che nasconde dietro a quel barbone anarchico.
Pagliari è un uomo che non ha paura di fare delle scelte importanti come quella di riproporre subito in campo un calciatore che rischiava di andare via da Lecce col cuore spezzato; quel giocatore di nome Miccoli ha risposto presente, sta bene di testa e con quei piedi è quello che serve alla squadra per girare come un motore ben oliato.
In settimana ci sarà un vertice di mercato, la squadra dovrà essere rinforzata. Della Rocca potrebbe allontanarsi, il brindisino non si è mai ambientato e quando entra in campo ha paura di sbagliare e puntualmente sbaglia. Le sue caratteristiche potevano andare bene per il gioco di Lerda che volle portarlo a Lecce contro ogni statistica che vedeva l’ex Cremonese come un attaccante anomalo non abituato al gol; serviva la sua sostanza. Ora serve un bomber che la metta dentro senza se e senza ma. Miccoli e Moscardelli hanno bisogno di un rincalzo giovane, scattante e coraggioso con l’occhio di lince e la mira da cecchino. Poi sarebbero necessari un paio di esterni e perché no, anche un regista di centrocampo; in estate da questa testata il sottoscritto fece il nome dell’ex Massimo Loviso che poi è stato preso dal Gubbio col quale ha già realizzato 8 gol in 15 partite. Oggi al Lecce servirebbe un giocatore con le stesse caratteristiche e forse si potrebbe anche guardare in casa dove Filipe non aspetta altro che di potersi “consacrare” a tale ruolo.
Domenica c’è la sfida, o meglio la “disfida”, contro il Barletta; anche lì sarà obbligatorio non sbagliare. In questo momento ci sia silenzio, sudore, umiltà e tanto lavoro; la via per la serie B è ancora aperta e potrà essere sbarrata soltanto dai propri limiti.
Un regista di centrocampo ce l’abbiamo e risponde al nome di Mariano Bogliacino, non capisco perché lo teniamo in panchina visto che ha realizzato 2 gol giocando solo 15 minuti per partita in 5 partite. Secondo me devono partire Della Rocca, Donida e Carrozza e ci serve un giovane attaccante e un esterno destro. Per il resto non cambierei nulla.