LECCE (di Silvia Famularo) – La Fòcara di Novoli, la festa del fuoco famosa in tutto il mondo, affonda le sue radici nell’antica venerazione dei Novolesi per Sant’Antonio Abate il cui culto fu ufficializzato nel lontano 24 gennaio 1664 quando il vescovo Luigi Pappacoda dichiarò il Santo del fuoco protettore di Novoli. È questa un’occasione per vivere la magia del Salento in un connubio di antico e nuovo, di innovazione e tradizione.
Un falò di 25 metri di altezza e 20 metri di diametro, il più grande del bacino mediterraneo, arderà tutta la notte e le faville voleranno nell’aria creando una affascinante pioggia di fuoco.
Tra sacro e profano, la Fòcara racconta l’identità culturale della terra del negroamaro con un complesso di manifestazioni che culmineranno nella notte del 16 gennaio quando le fascine, sapientemente posate con una tecnica che si tramanda da generazioni, bruceranno ininterrottamente per giorni.
Questa mattina l’evento è stato presentato in un’affollata conferenza stampa presso Palazzo Adorno a cui hanno partecipato, oltre al presidente della provincia Antonio Gabellone, al consigliere regionale Luigi Mazzei, alla consigliera provinciale Simona Manca e al direttore generale dell’ ARIF Giuseppe Taurino, gli organizzatori della Fòcara dell’edizione 2015: in primis, fra tutti, il sindaco Oscar Marzo Vetrugno, presidente della Fondazione Fòcara, che fin dall’inizio del suo mandato ha creduto e sostenuto l’evento, quindi il direttore artistico, architetto Antonio Curto, il presidente del comitato festa, Eriberto Curto, il presidente della Pro Loco novolese, Donato Parlangeli e Toti Carpentieri, direttore artistico di Focararte.
Riti religiosi, musica, arte, enogastronomia (con Donpasta e lo chef Rubio) faranno da cornice e da contenuto a questo evento che si propone come messaggero di pace e di cultura nel mondo.
Non lasciare che il fuoco si spenga a qualunque età ed in qualsiasi momento della vita: questo è il messaggio più profondo di una festa che va oltre agli scopi turistici e culturali.