LECCE (di Carmen Tommasi) – Andrea Bertolacci era l’enfant prodige di Gigi De Canio nel Lecce, con la cui maglia ha esordito in Serie A. Un ragazzino, a quei tempi, timido e promettente che ha punito la Juventus nel maggio 2012, la “Vecchia signora”, con un guizzo di destro arrivato da un mancino, facendo esplodere di gioia il “Via del Mare“. Elegante nei movimenti, umile in allenamento, centrocampista duttile e adattabile a trequartista, il calciatore del Genoa, classe 1991, è la nuova giovane sorpresa di Antonio Conte che ha convocato il “romano de Roma“, e grande tifoso del club capitolino, nella Nazionale dei big proprio in vista della gara di domenica prossima a Milano per Italia-Croazia, partita delle qualificazioni ai Campionati Europei.
Dopo la brillante esperienza nel Salento (dalla stagione 2010 a quella 2012, con cui ha collezionato 46 presenze e 6 gol), maglia giallorossa dagli stessi colori della sua amata Roma, club in cui è cresciuto nel settore giovanile, Bertolacci si trasferisce al Genoa dove sta continuando a dimostrare tutto il suo valore e la grande voglia di emergere che lo contraddistingue, seppur a piccoli passi.
Adesso è arrivata un’altra lieta notizia: la convocazione del Ct azzurro Antonio Conte ma lui, come sempre, tiene i piedi ben saldi per terra e pensa solo a lavorare: “Vogliamo goderci questo momento – ha spiegato il 23 enne ex Lecce nel commentare la chiamata in Azzurro – anche perché per i giovani emergere è sempre dura; in Italia se sbagli una gara vai fuori ma può succedere anche se la giochi bene. Così finisci per non trovare mai continuità. Ci sono tanti stranieri, la speranza è poter magari cambiare la tendenza”.
Oltre ad essere un mediano abile nel finalizzare, il giocatore rossoblù è bravo anche nella fase d’interdizione e ciò lo rende il prototipo perfetto del calciatore moderno. In bocca al lupo “Berto”, a quel baby calciatore che nel 2011 alla domanda su come si immaginava tra dieci anni, rispondeva sorridendo: “Mi vedo in Champions League… Scherzi a parte, spero solo di essermi meritato tutto quello che mi sarò conquistato”.
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