LECCE (di Italo Aromolo) – Non poteva che essere decisa dalle giocate dei singoli una gara contratta ed equilibrata come lo è stata Lecce-Frosinone, penultimo atto dei play-off di Lega Pro, Prima Divisione, Girone B: l’1-1 finale, maturato grazie alle reti di Romeo Papini per i padroni di casa e Mirko Gori per gli ospiti, è il risultato di una cervellotica partita a scacchi in cui le ventidue pedine hanno dato vita a degli interessanti face to face sul rettangolo verde.
Numeri alla mano, analizziamo i duelli decisivi della sfida tra salentini e ciociari di domenica sera.
I portieri – PERUCCHINI vs ZAPPINO: guantoni puliti per entrambi. La gioventù di Filippo Perucchini (classe ’91) contro l’esperienza di Massimo Zappino (classe 81’). Per entrambi gli estremi difensori sarebbe stata una serata di sbadigli da ordinaria amministrazione (difatti non sono mai stati chiamati ad interventi degni di nota) se non fosse stato per il botta e risposta realizzativo di metà primo tempo: se nella segnatura di marca gialloblù il portiere salentino (complice anche la deviazione di Abruzzese) risulta del tutto esente da colpe, lo stesso non si può dire del numero uno frusinate, che ha dato l’impressione di essere leggermente in ritardo sulla pur precisa e potente conclusione vincente di Papini. Ai punti, ad ogni modo, il confronto termina sostanzialmente in parità, vista la maggiore insicurezza che ha il pipelet giallorosso ha destato nelle uscite alte: sulle 4 effettuate, se ne contano almeno due che hanno fatto tremare i 10mila del “Via del Mare” (la seconda in particolare, pericolosamente a vuoto sul finire di gara).
Gli esterni – LOPEZ vs FRARA: tutti i cross partono da loro. Eccezion fatta per gli autori dei gol, sono loro i più propositivi della notte del “Via del Mare“. Alessandro Frara, venerando capitano frusinate, e Walter Lopez, leader agonistico salentino, hanno brillato sulla stessa fascia per grinta, corsa e intensità, dando vita per 90 minuti ad un duello che, lungi dal vederli annullarsi a vicenda, li ha impegnati in continui rifornimenti e sovrapposizioni per i compagni: il dato parla di ben 7 cross per il fluidificante giallorosso (uno dei quali ha rischiato di trasformarsi in un fortunoso autogol al tramonto del primo tempo) e 4 per la mezz’ala gialloblù, nel cui bilancio va aggiunto anche il velleitario tentativo in zona-gol al minuto numero 87. Sui duelli aerei ha avuto la meglio l’uruguaiano (e non sarebbe potuto essere altrimenti vista la differenza in altezza), mentre l’italiano si è fatto apprezzare per una maggiore mole di lavoro in fase di interdizione, esemplificata dalle 6 palle recuperate e dai 3 contrasti vinti.
I mediani – PAPINI vs GUCHER: la scena è tutta per “Re” Papo. Il netto dominio territoriale del Lecce è incarnato nella figura di Romeo Papini, nettamente vincitore del duello a distanza con il dirimpettaio Robert Gucher. L’ex Carpi ha letteralmente spadroneggiato nell’intasatissimo centrocampo bianco-giallo-rosso: le 8 palle recuperate e i 5 contrasti vinti non rendono appieno l’inquantificabile numero di passaggi riusciti con una percentuale di errore prossima allo zero. A dispetto di un ruolo che spesso lo limita ad un ruvido lavoro di contenimento “alla Gattuso”, l’uomo ovunque del centrocampo salentino ha saputo dimostrare anche in fase offensiva una qualità “alla Pirlo”: al di là del gol da cineteca , dai suoi piedi sono partiti un paio di passaggi filtranti non andati a buon fine solo per l’imprecisione dei destinatari o per discutibili decisioni arbitrali (suo il passaggio per Beretta che avrebbe portato ad un calcio di rigore pro-Lecce se l’ex Milan non fosse stato fermato in fuorigioco).
Sponda opposta, Gucher non è andato oltre alla routinaria quantità industriale di lanci lunghi (se ne contano almeno 5) che caratterizzano così marcatamente il gioco della banda Stellone. Anche in fase propositiva il perno del 4-3-3 ciociaro non ha brillato, riducendo al minimo sindacale le incursioni e cercando di farsi valere più che altro dalla distanza, con un paio di conclusioni che hanno trovato poca fortuna (entrambe nel secondo tempo, l’una su calcio di punizione si è infranta sulla barriera mentre l’altra su azione di gioco ha sfiorato l’incrocio dei pali).
I bomber – ZIGONI vs D. CIOFANI: polveri bagnate. Serata di magra per i mattatori delle due compagini, molto ben neutralizzati dalle rispettive difese avversarie. Nell’insufficienza generale, il duello Zigoni- Ciofani ha sorriso leggermente al frusinate, che ha avuto quantomeno il merito di recuperare (e difendere) la palla del pareggio di Gori. Abile nel non cadere mai nella trappola del fuorigioco, il capocannoniere del girone B ha giocato poco per sé e molto per i compagni, cercando di far salire la squadra con le 6 sponde e i 3 falli subiti. Quasi nullo, invece, il suo contributo in fase conclusiva (solo 2 tiri, entrambi respinti). Del tutto analoga è stata la partita del salentino, che ha cercato di sopperire alla manifesta sterilità offensiva (3 tiri, di cui due alti e uno respinto) con un lodevole spirito di sacrificio spalle alla porta (anche per lui si registrano 6 sponde). Per entrambi, l’appuntamento col gol è rimandato solo di pochi giorni, quando sabato prossimo, nella finalissima del “Matusa”, le due squadre si contenderanno la promozione in Serie B.