LECCE – Proseguono gli appuntamenti musicali promossi dal Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, che nel suo ricco cartellone di concerti presenta al pubblico salentino le sue migliori realtà artistiche. Il nuovo incontro, che si terrà stasera nel Teatro Antoniano di Lecce (alle ore 20:45), rende omaggio al celebre tenore di grazia Tito Schipa, cui l’Istituto leccese deve il nome. Protagonisti dell’articolato concerto lirico-sinfonico, nel sentito ricordo dell’“Usignolo di Lecce” e della sua grandezza artistica, Alessandra Contaldo (soprano), Gabriella Sborgi (mezzosoprano) e Meng Chui Kai (tenore), sostenuti dalla Giovane Orchestra “Tito Schipa” diretta dal maestro Michele Nitti.
In apertura di serata, alle ore 19:45 la sociologa romana Luciana D’Ambrosio Marri ed il critico musicale leccese Eraldo Martucci illustreranno alcuni aspetti inerenti alla figura e alla vocalità del grande tenore leccese. In programma, l’aria della Contessa “Dove sono i bei momenti”, dal III atto delle Nozze di Figaro (1786) di Wolfgang Amadeus Mozart, che si muove tra ricordi e rimpianti, tra tenerezze e impulsività. Attendendo con impazienza e inquietudine che Susanna giunga a comunicarle l’esito del suo incontro con il Conte, la nobildonna ricorda allo spettatore il loro piano: presentarsi all’appuntamento serale con il marito, vestendo i panni della propria cameriera.
Seguirà la celebre “Stride la vampa”, dal II atto del Trovatore (1853) di Giuseppe Verdi: ai piedi di un monte, in un accampamento di zingari, Azucena racconta che avendo a suo tempo assistito alla morte della madre sul rogo, per vendetta rapì e gettò nel fuoco il figlio del Conte che aveva condannato la donna per stregoneria. Il duetto “Ah, perdona al primo affetto”, dal I atto della Clemenza di Tito (1791) di Wolfgang Amadeus Mozart, è un momento d’amore casto in cui Annio avvisa Servilia del triste destino del loro amore.
Il programma prosegue con“L’amour est un oiseau rebelle”, celebre habanera dalla Carmen (1875) di Georges Bizet. Tutti gli uomini si stringono attorno alla bella sigaraia che, accortasi dell’indifferenza di José, gli lancia un fiore senza proferir parola, prima di ritornare nella manifattura, provocando in lui un turbamento. Pezzo “d’obbligo”, la romanza di Nemorino “Una furtiva lagrima”, dal II atto dell’Elisir d’amore (1832) di Gaetano Donizetti, nella quale il timido contadino, accorgendosi dello spuntare di una lacrima dagli occhi di Adina, da lui amata, comprende d’essere finalmente ricambiato. L’interpretazione del personaggio di Nemorino lasciataci da Tito Schipa è modello assoluto e ineguagliato. Spartito alla mano, non c’è indicazione dinamica del ruolo che il grande tenore leccese non abbia rispettato e amplificato.
Seguirà l’Entr’acte et Barcarolle “Belle nuit, ô nuit d’amour”, dal IV atto dei Contes d’Hoffmann (1881) di Jacques Offenbach. Dal filone della canzone napoletana, le cui accattivanti melodie ebbero un ruolo fondamentale nel repertorio di Tito Schipa, la celebre canzonetta Amor marinaro – “Me vojo fà ’na casa” (1838) di Gaetano Donizetti, dalla schietta ed esuberante vena mediterranea, espressa dall’autore con vivace intuizione.
La Giovane Orchestra “Tito Schipa” inframezzerà le diverse performance vocali eseguendo le brillanti Sinfonie d’apertura dell’Italiana in Algeri (1813) e della Cenerentola (1817) di Gioachino Rossini e il Preludio da Un ballo in maschera (1859) di Giuseppe Verdi. Accanto alle celebri arie del repertorio operistico è in scaletta anche un brano scritto per l’occasione dal giovane compositore leccese Daniele Ciminiello (della classe del maestro Giuseppe Gigante) che, con originale linguaggio, ripensa i canti “alla stisa” o “a para uce”, un tempo eseguiti dai contadini durante la raccolta del tabacco o al ritorno dai campi, da quella genuina tradizione popolare salentina particolarmente cara allo stesso Tito Schipa.