LECCE – Fra le svariate voci di addetti ai lavori ed ex calciatori riguardo il passaggio di Francesco Camarda dal Milan al Lecce in prestito con diritto di riscatto e controriscatto, figura anche quella di Dario Hübner, storico centravanti che, a cavallo fra gli anni ’90 ed i ’00, ha segnato tantissime reti con le maglie di Brescia, Perugia, Cesena ed altre ancora. Il famoso ‘bomber operaio’ non ha solo detto la sua sul classe 2008 dei giallorossi, ma ha anche parlato della situazione del calcio italiano legata all’utilizzo dei giovani nelle Primavere nell’intervista concessa a ChiamarsiBomber.
Questa la disamina di Hübner circa l’elevata presenza di giocatori stranieri nelle giovanili italiane: “Il problema è semplice e parte dal settore giovanile. Negli anni ‘90, ad esempio, la Primavera dell’Inter era composta da 25 lombardi, o comunque ragazzi della provincia di Milano. Il Brescia aveva 25 bresciani o giù di lì, la Cremonese lo stesso, la Roma aveva romani o laziali, il Napoli napoletani o campani. Se guardiamo oggi, il 75% delle Primavere di Serie A e B sono composte da stranieri, quindi è normale che ci siano tre portieri, poi bisogna sperare che almeno uno sia bravo. Prima c’erano tante scelte e tanta concorrenza, dovevi essere bravo sul serio per emergere. Se eri uno dei 17 centravanti della Primavera, per essere chiamato in Nazionale dovevi essere molto più bravo degli altri 16. Adesso ce ne sono due o tre, basta fare un paio di gol e ti chiamano perché sei rimasto solo tu, ci vuole uno studio, una struttura. Se prendiamo solo stranieri per farli giocare nel nostro campionato Primavera, a quel punto non serve a niente per la Nazionale o per le stesse società italiane. Camarda? Deve crescere, deve giocare, credo che un giovane così deve crescere giocando. E la scelta del Lecce, come società, è buona, Di Francesco lo conosco, è un allenatore che fa crescere tanti giovani. Ma per farli crescere, devono giocare. Io, fossi stato in Camarda, avrei preferito andare in Serie B a fare 35 partite, piuttosto che andare in A a fare venti spezzoni a partita iniziata. Non credo che parta titolare, per cui avrei scelto una categoria inferiore e mi sarei fatto le ossa e l’esperienza. Pio Esposito? Ha fatto benissimo quest’anno e si è rilanciato, quello è stato un anno di esperienza, non lo chiamo purgatorio, ma sono quegli anni che ti fanno crescere. In B c’è più cattiveria, impari tante cose, e soprattutto giochi, giochi di continuo e ti migliori, perché se giochi venti minuti una partita, poi stai fuori due, poi ne giochi altri venti… sì, ti serve, ma è relativo. Se invece fai 90 minuti ogni domenica, prendi le botte, rivedi dove hai sbagliato, ti alleni in un certo modo, sei mentalmente sempre concentrato… È lì che cresci davvero“