LECCE (di Italo Aromolo) – Spesso si confondono le favole con la realtà. Per il prossimo avversario dei giallorossi, il Pontedera di mister Paolo Indiani, si presenta il problema opposto. Si parla di “favola” quando, in realtà, nel successo della matricola che sta stupendo il girone, non c’è nulla di trascendentale: il Pontedera ha un parco giocatori di tutto rispetto, un’organizzazione societaria invidiabile e soprattutto una programmazione a lungo termine, tutti ingredienti vincenti che sul campo si traducono nei 20 punti in classifica e nel meritato ruolino di prima della classe, condiviso con Pisa e L’Aquila.
Storia recente e proprietà: l’ascesa in Lega Pro e la girandola dei presidenti – Nel 2005 ha inizio il periodo d’oro della storia del Pontedera: partendo dall’Eccellenza, i granata collezionano una promozione in Serie D (2005), e un doppio salto di categoria, dalla D alla Prima Divisione (biennio 2011-2013), distinguendosi per una solidità economica che è cosa ben rara a questi livelli. I risultati degli ultimi anni coincidono con una gestione singolare della presidenza: onde evitare conflitti intestini, ogni stagione sportiva vede l’alternanza di uno dei 12 soci co-proprietari del sodalizio toscano; quest’anno è il “turno” di Gianfranco Donnini. Una curiosità sul passato del Pontedera: nel 1994 la formazione toscana, allora in Serie C/2, sconfisse per 2-1 la Nazionale Italiana allenata da Arrigo Sacchi in un amichevole di preparazione al Mondiale negli Stati Uniti.
I precedenti: Pontedera-Lecce alla prima assoluta – Le due squadre non si sono mai incontrate finora: il Pontedera, diversamente dal Lecce, non è certamente un’habituè dei piani elitari del calcio italiano, vantando al massimo 19 partecipazioni alla Serie C, oltre a 18 apparizioni in Serie C/2 e 35 in serie D.
La rosa: gioventù made in Italy – E’ dalla composizione della rosa che emerge l’occhio lungimirante e progettuale del D.g. Giovannini: pur avendo un’età media tra le più basse (22 anni), il Pontedera mantiene la stessa ossatura di base da diversi anni, puntando sul made in Italy (non ci sono stranieri in squadra) e soprattutto sul made in Toscana, dove sono nati 11 dei 23 granata in squadra. A puntellare le fila toscane sono arrivati in estate pochi elementi ma di valore, come la mezzala sinistra Paolo Bartolomei, all’esordio tra i pro’ pur non essendo giovanissimo (è dell’89’) e l’esterno di centrocampo Andrea Pastore, in prestito dal Siena. In queste prime giornate entrambi si sono messi in evidenza, soprattutto a livello realizzativo: il primo ha già segnato 2 reti, mentre il secondo è stato autore di un gol di pregevole fattura contro il Viareggio, al volo di sinistro e da fuori area. Per il resto, i volti sono gli stessi che lo scorso aprile hanno conquistato la promozione in Prima Divisione, a partire dall’allenatore: Paolo Indiani, anch’esso toscano, sa come si vincono i campionati, avendo conquistato per 6 volte il primo posto nella sua trentennale carriera che lo ha visto sedere anche su panchine importanti come quelle di Grosseto e Crotone.
In porta la prima scelta è il 22enne Gianmarco Lenzi, che ha esordito “per caso” a causa di un espulsione del collega Matteo Ricci e che, a seguito di buone prestazioni, è stato confermato titolare. Il pacchetto arretrato, orfano dell’infortunato di lungo corso Federico Vettori, ha in Lorenzo Gonnelli l’elemento di maggiore spessore: il gigante livornese, alto 1,91 metri, è alla seconda stagione con la maglia granata. Completano il reparto il 24enne Enrico Pezzi, forte di un esperienza di oltre 120 presenze in Lega Pro ed il 22enne Dani Verruschi, in cerca di riscatto dopo una stagione in chiaroscuro a Foligno. Cardine della squadra è Andrea Caponi, regista e capitano: al quarto anno con la maglia del Pontedera, è il classico play-maker dalle buone geometrie ma con uno scarso feeling per il gol (3 marcature negli ultimi 5 campionati). E’ invece un centrocampista di spinta il laterale destro Paolo Regoli, che ha siglato ben 9 gol nelle ultime due stagioni; sempre a destra, ma nel ruolo di mezz’ala, agisce il 18enne Giovanni Di Noia: aria di derby per lui, viste le origini baresi e i trascorsi nelle giovanili biancorosse.
In attacco, il Pontedera sfoggia la coppia più prolifica del professionismo italiano: Luigi Grassi e Andrea Arrighini, 14 gol in due e un intesa già collaudata dalla scorsa annata, quando insieme hanno messo a segno 39 reti. Arrighini, 23enne, è una prima punta vera, mentre Grassi, 30enne, gioca qualche metro più indietro, “alla Miccoli”, battendo rigori e punizioni: il primo farà a sportellate per aprire varchi al secondo.
Il cammino fin qui: Pontedera in crisi?- Dopo un avvio scoppiettante, con 16 punti in 6 partite, i toscani hanno avvertito una certa flessione sul piano del gioco e dei risultati: nelle ultime partite il Pontedera ha pareggiato contro il Prato per 2-2, ha perso malamente a Frosinone (5-0), ha vinto non senza soffrire contro il fanalino di coda Nocerina (2-1), ed è uscito sconfitto a Catanzaro per 1-0. Resta il dato statistico dell’imbattibilità in casa, che dura da quasi un anno.
La tattica: 3-5-2 semper fidelis – Come in società, anche sul campo le idee granata sono ben definite: il progetto tattico di mister Indiani verte sul 3-5-2, sistema di gioco adottato fin dalla prima giornata. Nella scelta degli interpreti, il tecnico ex Pistoiese attinge quasi esclusivamente ad un ristretto gruppo di 13-14 giocatori; domenica al “Mannucci”, vista l’assenza di particolari defezioni, scenderà in campo la formazione tipo: Lenzi; Gonnelli, Pezzi, Verruschi; Regoli, Di Noia, Caponi, Bartolomei, Pastore; Grassi, Arrighini. Pronti a subentrare a partita in corso il centrocampista ex Poggibonsi Andrea Settembrini, l’attaccante scuola Sampdoria Gregorio Luperini ed il jolly Gianluca Romiti, difensore che può essere impiegato anche in mediana.
L’atteggiamento tattico degli uomini di Indiani sarà particolarmente aggressivo: la formazione toscana è squadra che prova sempre ad imporre il proprio gioco, esponendosi a non pochi rischi nelle retrovie; lo dimostrano i 20 gol fatti e i 17 subiti, che fanno del Pontedera la compagine più “zemaniana” del girone con il miglior attacco e la seconda peggior difesa (meglio solo della Nocerina). A questa connaturata vocazione offensiva, si aggiungono gli stimoli nell’affrontare il blasonato Lecce e la voglia di riscatto dopo un periodo difficile: il Pontedera giocherà a viso aperto per vincere la partita.