LECCE – Il 30 giugno 2016 si erano divise le strade di Stefano Trinchera (allora direttore sportivo) e dell’U.S. Lecce. Dopo più di 5 anni, il salentino ritorna a far parte del club che lo ha lanciato nel calcio che conta sia come giocatore che come dirigente. Adesso è subito tempo di mettersi nuovamente all’opera al servizio della società giallorossa, che ha puntato su di lui per proseguire il lavoro avviato nella passata stagione, seguendo i metodi di lavoro di Pantaleo Corvino. A dare il bentornato nella conferenza stampa di presentazione al nuovo Ds leccese c’erano il presidente Saverio Sticchi Damiani e lo stesso direttore generale dell’Area Tecnica.

Il primo a rilasciare delle dichiarazioni alla stampa è stato il presidente Sticchi Damiani, che ha affermato: Oggi per me e per tutta la famiglia dell’U.S. Lecce è una giornata importante perché segna il ritorno di Stefano in società. E ne siamo tutti molto felici perché lui è stato il nostro primo Ds in una stagione complicata e tribolata, ma lo scegliemmo già allora con convinzione, dopo un confronto con Corvino che in quell’occasione fu individuato nonostante fosse alla sua prima esperienza. Ci siamo poi lasciati 5 anni fa ma con la certezza che ci saremmo rivisti dopo aver seguito un percorso di crescita che lo ha portato a lavorare sempre con attenzione ai bilanci e ottenendo lusinghieri risultati. Non pensavo che ci saremmo ritrovati tanto presto, ma ne sono estremamente felice. Quando un anno fa chiesi a Corvino di prendere in mano l’area tecnica dopo Lecce-Parma lui mi disse che avrebbe voluto insieme alla società individuare una figura a cui affidare il ruolo di direttore sportivo. È passato un anno e abbiamo ponderato bene la scelta che è di quelle che non si possono sbagliare. Nel frattempo abbiamo rinnovato lo staff medico, le infrastrutture e quindi restava da riempire la casella mancante nel ruolo di diesse e nei primi mesi di questa stagione abbiamo interpellato Stefano, che è sempre stato la nostra prima scelta premiata dai riconoscimenti ricevuti e dalle lusinghe di altri club, che però aveva un accordo con un’altra squadra poi gli sviluppi sono andati per altre strade e quel rapporto non ha più avuto seguito tornando disponibile. Solo la settimana scorsa Corvino mi inviò un messaggio per dirmi che Stefano era nuovamente libero e martedì scorso, in pochi minuti, abbiamo trovato la quadra. Il contratto lo legherà al Lecce per i prossimi due anni, migliorando il management sportivo che in questo contesto storico di incertezze rappresenta un vantaggio maggiore che acquistare un calciatore. Una scelta che vuol essere lungimirante, che ha un forte legame con Pantaleo Corvino e che sia così affermata e apprezzata che può solo continuare a crescere accanto a Corvino carpendo i segreti del mestiere ma sempre mantenendo la sua autonomia e la sua competenza. Bentornato a casa da parte di tutta la dirigenza. In 5 anni sono cambiate tante cose, siamo cresciuti e siamo felici di essere ancora insieme”.

Sull’amichevole di sabato con l’Heerenveen ecco il pensiero del numero uno del club di via Costadura: “Sarà un battesimo internazionale per Stefano. Si tratta di un’amichevole contro una delle più importanti squadre olandesi che partecipa all’Europa League. Volevamo dare una vetrina internazionale ai nostri calciatori che giungono da tanti Paesi. La squadra partirà in giornata e tornerà in giornata con un volo charter. Indosseremo una maglia speciale con una patch celebrativa dell’evento. Nei prossimi giorni vi daremo ulteriori informazioni sulle novità che interessano la società come staff medico, fisioterapista e altre aspetti ancora. Inoltre, realizzeremo una Tribuna Stampa nuova in Tribuna Centrale e creeremo degli sky box per gli sponsor in collaborazione con Infront. Vorrei poi tornare su certe accuse che hanno interessato la società ed il nostro direttore che non avrebbero voluto salire in A. Si tratta di affermazioni stupide e becere che vanno stroncate alla pari delle voci secondo cui la proprietà non avrebbe più fondi da investire nella società. A questi rispondo che ogni socio si è sobbarcato il mancato incasso delle scorse 19 giornate con 15.000 spettatori a partita”.

Queste invece le parole di Trinchera: “Il ritorno a casa è sempre un’emozione fortissima. Il presidente e il direttore hanno puntato su di me che sono leccese e ne sono orgoglioso. Questa è una piazza che ha un blasone importante e, da leccese, mi inorgoglisce ancor di più. Quando iniziai a fare questo mestiere speravo di avvicinarmi allo stile di Pantaleo Corvino, e non è una sviolinata, perché lo ritengo un maestro, tra i top in Europa. Quando partimmo 5 anni fa insieme era già un grande vanto, oggi non posso che essere stimolato a fare ancora meglio. Rispetto ad allora, lo confermo, sono cambiate tante cose. Nel 2016 annunciai l’intenzione di fare un passo indietro davanti l’obiettivo della società che nell’immediato puntava a tornare nel calcio che conta, ma non mi sentivo ancora pronto. Il presidente apprezzò molto la mia onestà ma si disse sicuro che il feeling che tra noi esiste un giorno mi avrebbe portato a tornare qui. C’è poi il rapporto di grande stima e fiducia col direttore e voglio tenere questo ruolo ben stretto. Quando vincemmo i playoff col Cosenza ricevetti due telefonate tra le tante alle cui sole risposi ed erano di Saverio Sticchi Damiani e di Pantaleo Corvino che ringrazio. Pessina? Quando prendemmo Asta che lo conosceva fin dai tempi di Monza era un giovane considerato già un patrimonio dalla sua società. Qui giocava poco ed a gennaio ci chiese di essere ceduto. Quella era una Serie C abbastanza complessa in cui l’allenatore puntò su chi aveva più esperienza a scapito della qualità e Pessina andò al Catania. Ci fa piacere che il tempo abbia dimostrato che era comunque una scelta giusta. Questa è una sfida ancor più intrigante di quelle vissute in passato da giocatore e Ds. Ho accanto persone che sono punti di riferimento che sarà fondamentale per il mio percorso di crescita. Corvino non sminuisce la mia figura, ma la arricchisce. Si tratta di una grande opportunità. Qui c’è una rosa abbastanza competitiva, ma qualche uscita giocoforza ci sarà ancora. Tuttavia non abbiamo l’incoscienza di salire sulle montagne russe. Facciamo le cose con razionalità agendo da gruppo di tifosi prima che da dirigenti, ma senza spendere e spandere. Abbiamo entusiasmo e non vogliamo deludere la nostra gente anche grazie ad una società che non ci fa mancare niente. A loro dico che non vedo l’ora di rivederli allo stadio, soprattutto in Curva Nord che dà la spinta alla squadra”.

Come sempre il Dg Corvino è un fiume in piena: “Da quando sono tornato a Lecce ho sempre affermato che avrei lavorato per fare crescere e riportare dove merita questo club e questo territorio. Per raggiungere di obiettivi e risultati mi avvalgo di un mio modello lavorativo senza imporlo alle società in cui sono stato. Nell’organigramma dirigenziale preferisco avere una figura di riferimento nelle varie proprietà che abbia un budget per migliore il settore giovanile, le strutture e lo staff tecnico. Quando propongo uomini per la mia rea faccio delle scelte che a volte sono accettate altre magari no. Non sono certo un integralista. Oggi la scelta di affiancarmi da un direttore rientra in quel modello che propongo. Lo scorso anno la scelta di Stefano Trinchera l’ho caldeggiata vivamente, nonostante passi talvolta per un accentratore che invece non sono. Credo in un calcio globalizzato, talvolta trovando figure come lui oltreconfine, ed adesso quella richiesta si è potuta realizzare. Adesso non resta che inseguire gli obiettivi che ci prefiggiamo anche se con risorse limitate, ma preferisco investire sulla patrimonializzazione che predilige puntare su un Ds anziché su un calciatore per essere pronti per le sfide che potremo affrontare scalando la montagna con i giusti mezzi e non in pantaloncini. Delle mie capacità devono parlare gli altri, io devo mettere a disposizione solo l mia esperienza. I risultati già raggiunti sono visibili a livello di Settore Giovanile, di strutture e staff vari. Il tutto lavorando da soli, sfiorando la Serie A al primo colpo, nonostante non l’avessimo sbandierato, ma comunque si sente dire in giro che la società non abbia voluto salire di categoria. Su cosa sia successo posso dare solo un’interpretazione personale, ma garantisco che la società ha fatto tutto ciò che era nelle sue disponibilità, come un sostanzioso premio promozione. Per non parlare di un rigore non fischiato nella gara decisiva ai playoff. Per quanto si farà da oggi in poi nessuno ci potrà accusare di mancata chiarezza; la nostra sfida è stata dichiarata ed è riportare il nostro territorio dove merita perché siamo tutti leccesi. Non abbiamo le armi che certi club possono avere a livello finanziario, ma a noi contraddistingue l’amore e la passione per questa terra. Siamo qui ad esporci a tutte le critiche, ma vorrei esserlo dopo eventuali operazioni che risultassero fallimentari, non essere criticato su scelte che mirano a fare il bene di questo club. I nostri propositi non sono cambiati di una virgola e la presenza di Stefano Trinchera ne è la dimostrazione. Stiamo attuando quei processi di crescita nel parco calciatori e dirigenti che rappresentano il futuro del Lecce. Non siamo qui a farci del male, abbiate fiducia in noi perché non siamo stupidi e se prendiamo determinate scelte lo si deve a comportamenti dentro e fuori il campo. L’età media della rosa è stata ringiovanita ulteriormente mantenendo giocatori di esperienza a cui sono stati affiancati elementi giovanissimi come Olivieri, Helgason, Gendrey, Blin. Se questo non significa mantenere le premesse… Serve un fisiologico periodo di rodaggio e vogliamo farlo insieme a tutte le componenti che ruotano attorno alla società, mantenendo l’equilibrio economico essenziale in questa delicata fase, non seguendo esempi autodistruttivi come in altre realtà, a costo di pagare i nostri limiti, ma senza sforare i limiti che qui si rispettano come ingaggi in linea con le attuali disponibilità. Il lavoro tra me e Stefano sarà strutturato considerando il club come un’azienda. Il Lecce da 9 mesi a questa parte ha un organigramma ben preciso e dettagliato in cui c’è un responsabile per ogni area. Ogni responsabile nomina dei direttori attraverso il budget concesso. La scelta degli uomini è figlia di questa filosofia, pianificando in sintonia il da farsi. In Stefano ho visto qualità umane e professionali che mi hanno fatto ricordare la mia gavetta all’ombra di Mimmo Cataldo. Come accadeva nel Rinascimento, gli allievi che andavano nelle botteghe talvolta superavano il maestro. Lui è accanto a me da tanti anni e di lui ho apprezzato il saper stare in silenzio e carpire i segreti di questo mestiere. Ha voglia di imparare ed è per questo che l’ho scelto. Helgason? È un tuttocampista, un esterno che poi il mister può valutare anche in altrui ruoli che crede opportuni; è un classe 2000 e può solo crescere. Vera? Come responsabile dell’area tecnica ho già detto al ragazzo che lui si deve immaginare come un auto con un motore Ferrari ma serve anche la carrozzeria ed il volante adeguati per essere completo. Deve insomma migliorare giocando sulla linea difensiva. Partito Zuta che non aveva le caratteristiche necessarie al modulo adottato e con Gallo esploso, ce lo troviamo in rosa con pregi e difetti. Vedremo cosa ci riferirà l’allenatore”.

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