LECCE (di Carmen Tommasi) – Primo punto in campionato per il Lecce di Franco Lerda nel derby contro il Barletta dopo le cinque sconfitte di fila. Squadra decisamente cresciuta dal punto di vista tattico rispetto alle passate prestazioni e in cui si vede sempre più la mano del tecnico di Fossano, ma decisamente poco concreta sotto porta pur avendo creato numerose occasioni da rete. Solo 4 gol messi a segno in sei partite, troppo pochi per una squadra che a inizio stagione puntava ai vertici alti della classifica.
DIFESA – Giornata di totale relax per il portiere Perucchini che guarda con tranquillità la partita dalla sua porta dando continui suggerimenti alla sua linea difensiva a quattro, ma è “El Tuma” Martinez, autore di una partita attenta e grintosa, la linea guida per chi gli sta accanto. Bene anche l’uruguaiano Lopez sempre arcigno e in palla per tutto il corso del match. Sales fa il suo dovere sulla fascia sinistra andando spesso anche al cross: l’ex Cremonese non demerita, ma non strafà. Se la cava a dovere anche il brasiliano Diniz che sembra ormai a posto fisicamente. NESSUN FLOP, SOLO TOP E “PERU” RIPOSA E RINGRAZIA.
CENTROCAMPO – Il brasiliano Ferreira Pinto canta fuori dal coro e non imbastisce quasi mai un’azione manovrata che potrebbe mettere in difficoltà gli avversari, ma gioca a rilento, con degli inutili retropassaggi e nella ripresa dal 1’ Lerda lo lascia, giustamente, riposare negli spogliatoi. Promosso a pieni voti, invece, Stefano Salvi che ringhia a centrocampo per tutti i 90’ di gioco, e anche oltre, ed esce dal campo stremato. Solita grinta e corsa in mediana per il romano. Tra top e flop c’è Bellazzini: ha classe da vendere l’ex Vicenza quando ha il pallone tra i piedi è davvero un belvedere, ma pecca di poca concretezza e sbaglia sempre qualcosa nell’ultimo tocco. CORSA, RITMO E MANOVRA: LERDA INSEGNA E SALVI E COMPAGNI APPLICANO.
ATTACCO – Capitan Miccoli al rientro dall’infortunio è visibilmente non al top e il capitano questa volta ne sbaglia davvero troppe. Cosa “imperdonabile” questa per uno come lui. Il compagno di reparto Beretta fa il suo dovere e lotta su ogni pallone, ma di metterla dentro non se ne parla. UN REPARTO TROPPO “BUONO PER ESSERE VERO”: MANCA CINISMO, CATTIVERIA E FIUTO DEL GOL.